Roma, ai quarti una buona versione di Djokovic

Tennis

Stefano Olivari

Novak Djokovic esulta dopo la vittoria con Bautista-Agut negli ottavi di finale di Roma 2017 (Getty)
esultanza_djokovic

Il numero 2 del mondo ha piegato Bautista-Agut nel suo ottavo di finale con un doppio 6-4, mostrando buoni segnali a livello di atteggiamento dopo tante partite giocate quasi per dispetto Internazionali d'Italia, tutti i risultati del tabellone maschile

Novak Djokovic (numero 2 ATP) ha battuto Roberto Bautista-Agut (20) negli ottavi di finale degli Internazionali d'Italia: 6-4 6-4 il punteggio.

Atteggiamento

Erano mesi che non si vedeva un Djokovic con la testa così dentro la partita. Non è che abbia mostrato un tennis da cineteca, intendiamoci, ma quello che ha mostrato l'ha accompagnato con un atteggiamento e una concentrazione da vecchio Djokovic, da Djokovic che pensava al tennis 24 ore su 24. Diversamente non sarebbe uscito vivo dal confronto con lo spagnolo, bravissimo per tutto il match a tenere una lunghezza di palla chirurgica e impegnando il serbo in molti braccio di ferro, con il chiaro intento di fargli saltare i nervi. In parte sono anche saltati, ma ai danni dei raccattapalle rei, a suo giudizio, di dargli le palline con lentezza.

Errore

Djokovic è stato però bravo a vincere giocando con gli schemi di Bautista-Agut, un tennis di pressione che manderebbe in asfissia quasi chiunque. Non Djokovic, che nonostante l'attuale autogestione (chissà cosa può dirgli il fratello Marko, dopo l'addio allo storico staff) sta fisicamente bene e deve soltanto trovare certe sensazioni. Non è mancato l'errore arbitrale, in un momento fra l'altro decisivo, con lo spagnolo che sarebbe potuto andare sul 5-4 ed invece ha poi, dopo l'errore, subito il break di Djokovic. Davvero una cattiva chiamata, anche se i cultori del calcio-wrestling in questi casi direbbero che poi Djokovic ha 'legittimato' il risultato. Con l'ausilio del diritto a uscire di Bautista-Agut, che nei momenti caldi ha abbandonato lo spagnolo.

Prospettive

Difficile dire quale Djokovic vedremo domani o al Roland Garros, non lo sa nemmeno lui. Bisogna però sottolineare che anche questo Djokovic in fase di riflessione sul senso della vita, più che su quello del tennis, è pur sempre Djokovic e contro chi gli è tecnicamente inferiore quasi sempre raddrizza la partita, a volte senza nemmeno volerlo. A Montecarlo si è arreso soltanto ad un Goffin extra-lusso (7-5 al terzo), nei quarti di finale. A Madrid ha perso invece in semifinale con il Nadal tritatutto: ha perso male, molto male, ma in alla semifinale di un Masters 1000 c'era comunque arrivato. E qui a Roma le prospettive sono più o meno le stesse. Anche questo Djokovic minore, che da una parte ringrazia la famiglia (in tribuna c'erano tutti, dalla moglie Jelena al padre) e dall'altra ne è soffocato, è un giocatore battibile soltanto da pochi eletti.