Pat Cash torna nel circuito, sarà l'allenatore di Coco Vandeweghe

Tennis

Stefano Olivari

Pat Cash durante un'esibizione del 2016 giocata ad Ankara (Getty)
Cash

L'australiano campione di Wimbledon nel 1987 lavorerà con l'americana semifinalista agli ultimi Australian Open. Una scelta alla moda, che nelle intenzioni di entrambi dovrà dare subito risultati

Coco Vandeweghe ha scelto Pat Cash come allenatore, per fare il definitivo salto di qualità e conquistare un torneo importante in una fase storica in cui uno Slam al femminile può essere vinto praticamente da chiunque. Con tutto il rispetto per la Ostapenko, che un futuro sembra comunque averlo. 

Una scelta alla moda

Una scelta forte nel filone, finora più maschile che femminile, dell'ex grande campione cercato anche come guida spirituale, oltre che tecnica. Per non parlare del marketing, come si è ben visto con Agassi e altri... L'americana si è accordata con Cash per tre mesi, in sostanza per arrivare fino agli U.S. Open ma con il focus soprattutto sul prossimo Wimbledon, poi si vedrà. La Vandeweghe ha un bel servizio e un ottimo gioco in progressione, se sull'erba riuscisse ad aggiungere una volée non diciamo alla Cash ma almeno decente allora potrebbe a Wimbledon fare davvero molta strada. Con avversarie buttate fuori dal campo basterebbe poco più di una 'benedizione', senza bisogno di doti acrobatiche. Semifinalista agli ultimi Australian Open, sconfitta da Venus Williams dopo avere battuto Kerber e Muguruza, la Vandeweghe a Wimbledon è arrivata una volta nei quarti (due anni fa perse dalla Sharapova) ed è convinta di poter far molto meglio. Anche per questo la californiana, nipote (nonno e zio) di due grandi della pallacanestro come Ernie e Kiki Vandeweghe, ha salutato Craig Kardon (che adesso lavora con Donald Young) e da numero 25 del mondo si è messa nelle mani di un personaggio carismatico e dal carattere difficile, che non allena da tanti anni ma che in passato ha ottenuto anche buoni risultati (in particolare con Mark Phlippoussis).

Il ragazzo con la bandana

Inutile dire che per il 99,9% degli appassionati di tennis Pat Cash non è un allenatore più o meno bravo, né tantomeno un commentatore (sua professione negli ultimi anni), ma il ragazzo ventiduenne che nel 1987 battè Ivan Lendl in finale a Wimbledon, con un'interpretazione estrema del serve and volley e una bandana a scacchi che è arrivata fino ai giorni nostri, nelle esibizioni che tuttora Cash gioca. Il ragazzo non è più tanto ragazzo, al punto che da 8 anni (!) è diventato nonno e la sua vita privata è quasi una pagina a parte dei media australiani: rimanendo nel tennis, uno dei suoi figli, Jett (13 anni), sembra una delle più grandi promesse dell'Australia. Certo è che la carriera di Cash è stata ottima (oltre alla sua vittoria più grande anche due Coppe Davis con l'Australia e due finali agli Australian Open perse al termine di epiche battaglie con Edberg e Wilander) ma terminata di fatto a 25 anni per gravi infortuni alla schiena e ai tendini. È convinto di essere in credito con il tennis e lo ha più volte detto, come punto di partenza per allenare non è male. Che poi abbia anche tempo, voglia, capacità e umiltà per calarsi nella realtà del tennis femminile è un altro discorso.