Djokovic, rientro vincente negli ottavi di Eastbourne

Tennis

Stefano Olivari

Djokovic, numero 4 al mondo (Foto Getty)
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Il serbo ha voluto verificare la sua forma sull'erba prima di Wimbledon, cosa che non faceva da anni. E dalla vittoria 6-4 6-3 su Pospisil sono arrivati segnali positivi, anche se i problemi non sono mai stati sul campo

EASTBOURNE, IL TABELLONE COMPLETO

Novak Djokovic ha superato gli ottavi di finale del torneo di Eastbourne, battendo 6-4 6-3 Vasek Pospisil e mandando qualche buon segnale in vista di uno Wimbledon dove sarà la testa di serie numero 2.

Buon allenamento

La notizia è ovviamente che il campione serbo sia effettivamente sceso in campo a Eastbourne, cosa di cui in molti dubitavano nonostante l'annuncio di qualche giorno fa e della relativa wild card (la quarta in carriera: poche in proporzione ad altri grandi, segno della sua provenienza da un 'mercato' povero). Infatti Djokovic da quando è diventato il grande Djokovic non ha mai disputato tornei su erba in preparazione a Wimbledon: cosa che non gli ha impedito di vincere a Church Road per ben tre volte (2011, 2014 e 2015) e di fare quasi sempre bene. Il ventisettenne canadese, sempre battuto da Djokovic nei quattro precedenti, non faceva paura anche se è stato 25 del mondo (ora è 75), ma Djokovic è in una fase della sua carriera in cui poteva battersi anche da solo. Non è stato il caso di questo ottavo di Eastbourne, interrotto mercoledì per la pioggia dopo pochi colpi e ripreso oggi. Con un Djokovic concentratissimo al servizio e abbastanza continuo nella risposta, con riflessi già da erba. Due break e via andare: 6-4 6-3.

Agassi in arrivo

Non si vedeva Djokovic in campo dal Roland Garros, dalla sconfitta nei quarti contro Thiem, e l'interesse era soprattutto per l'atteggiamento. Che è stato buono, con qualche monologo dei suoi ma con molta meno negatività rispetto ai mesi scorsi. Assurdo parlare di cura Agassi, perché il grande Andre l'ha visto solo per pochi giorni a Parigi fra un impegno con gli sponsor (di Agassi) e l'altro, ma è certo che Djokovic stia facendo di tutto per invertire una tendenza. E la dura decisione di fare a meno dello storico allenatore Marian Vajda rientra in questo filone, pochi mesi dopo avere chiuso con Boris Becker. A Wimbledon Agassi sarà al suo fianco per tutto il torneo, poi si vedrà. Fare meglio dell'anno scorso (eliminato da Querrey nei sedicesimi di finale) non dovrebbe essere un'impresa titanica, anche con un allenatore che pratica il telelavoro. Di certo Djokovic si sente affine sia a Becker sia ad Agassi, cioè campioni che ad un certo punto della propria carriera hanno iniziato a pensare. Inutile vivisezionare ogni sua espressione del viso, tanto fra poco comincia Wimbledon e nessuno potrà nascondersi a casa propria o, peggio ancora, in campo.