Wimbledon 2017, troppo Djokovic per Mannarino: ora i quarti

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Novak Djokovic si è qualificato per i quarti di finale di Wimbledon (Getty)
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Sotto il tetto del Centrale, vita facile per Nole che si sbarazza del francese con i parziali di 6-2, 7-6, 6-4 nel match rinviato martedì per oscurità. Il serbo se la vedrà mercoledì con Tomas Berdych

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Missione compiuta: Novak Djokovic è l'ultimo qualificato per i quarti di finale di Wimbledon. Il serbo, seconda testa di serie del seeding, ha battuto Adrian Mannarino (n° 62 del ranking ATP) con i parziali di 6-2, 7-6, 6-4 in 2 ore e 13' di gioco, nel match rinviato martedì per oscurità e giocato sotto il tetto chiuso del Centrale. Gara sempre in controllo per Nole, che ha acceso e spento il motore, senza dare mai l'impressione di giocare al 100 percento. Solo nel secondo set il serbo è sembrato in difficoltà, più per demeriti suoi (stava cercando nuove soluzioni in vista di avversari più impegnativi?) che per meriti del francese, bravo comunque a non sfigurare con il suo mancino. Djokovic, che ha chiesto anche un paio di volte l'intervento del fisioterapista per un massaggio alla spalla, si qualifica così per la nona volta ai quarti dei Championships: nelle precedenti, ha raggiunto per 7 volte la semifinale. Tomas Berdych, suo prossimo avversario nel match di mercoledì è avvisato. Contro il ceco, testa di serie numero 11 del seeding, Djoko ha vinto 25 incontri su 27, ma il bilancio sull'erba londinese è 1-1, con Berdych giustiziere del serbo nella semifinale del 2010. 

Nole parte con gli occhi della tigre. Il ritardo che lo costringerà ad avere 24 ore di recupero in meno degli avversari ai quarti, spinge il serbo a forzare fin dai primi colpi. Il risultato? Break al secondo e all'ottavo game, con solo 2 errori contro gli 8 di Mannarino e un impressionante 100% di punti sulle seconde (5/5), che producono il 6-2 con cui si chiude il primo set. Sull'onda emotiva, Djokovic piazza immediatamente un'altra zampata-break alla prima occasione, volando sul 4-1. Mannarino, fin lì troppo falloso, ritrova in un amen i suoi colpi preferiti: il controbreak al settimo game allunga il set fino al tie-break, dove a spuntarla è però il serbo, capace anche di annullare uno svantaggio di 4-2 con l'esperienza e con ben 15 vincenti nel solo secondo parziale. 

Sotto gli occhi dell'onnipresente Andre Agassi, sembrato sollevato dalla tipica giornata uggiosa londinese dopo aver sofferto il grande caldo dei giorni scorsi, Djokovic spreca banalmente due palle break nel gioco d'apertura del terzo set, concedendo al francese il primo vantaggio da inizio match. Nole si lascia andare anche a un paio di gesti di nervosismo, come il lancio violento della pallina contro il terreno che gli costa qualche fischio dalle tribune, ma non si scompone e nel terzo game piazza il break con un rovescio lungolinea da paura, che trasforma subito la contestazione del Centrale in applausi. Il tre volte vincitore di Wimbledon amministra con il servizio (74% di precisione con la prima, 2 doppi falli e 4 aces) e vola ai quarti, archiviando la pratica in 6-4, restando insieme a Federer e Cilic l'unico ad accedere tra i Top 8 senza lasciare nemmeno un set per strada. Da capire l'entità di un guaio che lo ha costretto un paio di volte all'intervento del fisioterapista a metà del terzo set, con un lungo massaggio nella zona della spalla destra, all'altezza del bicipite. Nel finale, Djokovic è sembrato piuttosto sofferente, come dimostrano anche i due match point buttati al vento: la risposta sul suo reale stato di salute la si avrà tra appena 24 ore contro Berdych. 

A fine incontro, Djokovic ha voluto subito rassicurare sullo stato della sua spalla: "Ormai mi porto dietro questo problema da parecchio tempo - ha detto -. Riesco a gestirla e soprattutto posso giocare, che resta la cosa più importante". Nole è piuttosto soddisfatto del suo gioco espresso fin qui nella stagione sull'erba: "Non ho ancora perso un set tra qui ed Eastburne, sono molto felice di questo - ha spiegato il serbo subito dopo il 3-0 rifilato a Mannarino agli ottavi -. Martedì è stata una giornata molto lunga, abbiamo aspettato una vita. Fortunatamente abbiamo giocato sul Centrale, anche con la pioggia. Ora mi aspetta Berdych, un avversario molto ostico. L'erba è una delle sue superfici preferite, sa come giocare i match difficili, ha un gran diritto e un servizio super. Mi ha già battuto nel 2010, ma io voglio andare il più avanti possibile". Djokovic è infine tornato sulla polemica relativa alla qualità dei campi, mai scarsa come in questa stagione: "Ho fatto notare all'arbitro che c'era un buco nel campo! - ha spiegato Nole con il sorriso sulle labbra -. Non è stato piacevole, quest'anno i campi non sono certo i migliori di sempre qui a Wimbledon, dove solitamente sono gestiti alla grande. Il caldo ha sicuramente condizionato, ma diciamo che ho giocato su campi migliori nella mia carriera".