Juventus, Palermo, Novara e Bayer Leverkusen: sono alcune delle squadre impegnate nel giorno più sfortunato dell'anno. Anche per questo motivo, molti sportivi non scendono in campo senza un gesto o un rituale di buon auspicio: scopriamo chi sono
Sport e scaramanzia, un legame quasi indissolubile che dura da sempre. E' venerdì 17 e nel giorno più sfortunato dell'anno (almeno così dicono...) abbiamo raccolto i gesti di buon auspicio di grandi sportivi. A cominciare dal famoso bacio alla pelata di Barthez da parte di Laurent Blanc prima delle partite di Francia 1998. Un rituale che ha portato bene, visto che Zidane e compagni hanno alzato la Coppa del Mondo a Saint-Denis
Michael Jordan è stato il giocatore di basket più forte di tutti i tempi. Anche lui, però, aveva un segreto: MJ non ha mai iniziato una partita senza indossare i calzoncini della propria università, North Carolina, sotto la divisa ufficiale
Andare in moto a 350 km/h è una cosa seria. Per questo il nove volte campione del mondo, Valentino Rossi, ha una serie di gesti scaramantici prima di montare in sella. Si tocca spalle, mani, gambe, tuta, casco e guanti, si inginocchia davanti alla moto quasi a parlarle e infine si dà una bella sistemata alla tuta. Il risultato? Nove titoli iridati e 114 vittorie: mica male...
La lista dei tic nervosi di Rafael Nadal è incalcolabile. Uno dei suoi gesti ripetitivi è l'allineamento perfetto delle bottigliette d'acqua a bordo campo, tanto che anche i raccattapalle cercano di assecondarlo in quello che è diventato un rituale ad ogni match
"Victory-red". Ha preso anche un nome negli States la scaramanzia di Tiger Woods, che fin dai tempi del college indossa una maglia rossa ad ogni ultimo giro di un torneo. 79 vittorie nel PGA Tour e 14 Major stanno a dimostrare che il fenomeno americano ha ragione...
Italia-Messico, ultima giornata della prima fase dei Mondiali di Giappone e Corea del 2002. Gli azzurri hanno bisogno di almeno un pareggio per accedere agli Ottavi. Il ct della Nazionale, Giovanni Trapattoni, viene inquadrato mentre versa dell'acqua da una bottiglietta. Acqua che poi si rivelerà santa, così come santo si rivelerà Del Piero, che con il suo gol ci spedirà al turno successivo
Del rapporto tra magia, superstizione e Coppa d'Africa abbiamo già parlato. Nel 2002, il mitico Thomas N’Kono, all’epoca preparatore dei portieri al seguito del Camerun, fu arrestato dalla polizia del Mali dopo essere stato sorpreso ad armeggiare vicino a un palo della porta poco prima della semifinale tra i padroni di casa e la sua nazionale. Entrano in campo in 10, per prelevarlo: l’accusa è quella di aver cercato di lasciare in campo un non meglio identificato “oggetto magico” per aiutare i compagni. Il Camerun, tre giorni dopo, vincerà la Coppa... -
"Mamma, basta voodoo": storie di Coppa d'Africa
Gigi Riva, centravanti del Cagliari e della Nazionale, ha sempre indossato la maglia numero 11, per lui un vero e proprio marchio di fabbrica oltre che un talismano portafortuna. L'ha mollata solo in un'occasione, Italia-Portogallo del 1967, quando accettò di indossare la 9 e si ruppe una gamba...
Federica Pellegrini è un'altra grande campionessa che ha i suoi riti pre-gara. Poco prima dello start, sul blocchetto di partenza, la campionessa olimpica si accarezza il seno. Anche qui i risultati le hanno dato ragione...
Anche Marco Tardelli, uno degli eroi del Mundial 1982, aveva il suo segreto: una medaglietta che raffigurava la Madonna infilata nel parastinchi
La maglia bianca e il Milan, una storia di lunga data. Durante l'era Berlusconi, la squadra ha alzato per ben cinque volte la Champions (o Coppa dei Campioni) indossando sempre un completo 'total white'. Il Milan giocò in bianco anche a Istanbul nel 2005, quando chiese espressamente al Liverpool di vestire la classica divisa 'reds' pur di non indossare la maglia rossonera...
Nel settembre 2013, il profilo Instagram del Milan svelò addirittura il caveau con la riserva di cravatte gialle di Adriano Galliani. L'amministratore delegato dei rossoneri la indossa in ogni occasione importante
A Genova così come a Livorno, si poteva riconoscere Aldo Spinelli in mezzo a migliaia di persone. L'ex vulcanico presidente difficilmente abbandonava la consueta cerata gialla, anche in piena estate...
In occasione del torneo di Wimbledon, vinto cinque volte consecutivamente dal 1976 al 1980, Bjorn Borg si faceva crescere la barba e si presentava in campo sempre con la medesima maglietta
Nel mondo della Formula 1, la scaramanzia la fa da padrona. Qualche anno fa, Felipe Massa dichiarò di portare lo stesso paio di mutande durante un weekend di gara in caso di buon esito nelle libere del venerdì. Senna non cambiava mai i guanti, Vettel si infila nelle scarpe un'immagine di San Cristoforo (protettore degli automobilisti), mentre Alonso cerca di non modificare mai hotel, stanza e menù
In fatto di superstizione, probabilmente resta imbattibile Alan Rough. Il portiere scozzese portava con sè un anello portachiavi a forma di cardo, una vecchia pallina da tennis e una piccola maglia a forma di stella. Inoltre si metteva in tasca una scarpetta da calcio in miniatura, usava sempre il gancio numero 13 negli spogliatoi, indossava la maglia numero 11 sotto la numero 1, faceva rimbalzare tre volte il pallone nel corridoio che portava al terreno di gioco, calciava il pallone nella rete vuota e infine si soffiava il naso più volte durante la gara. "Vivevo con il terrore di scordare i miei riti", dichiarò a fine carriera. C'è da credergli...
Romeo Anconetani è stato il presidente più importante nella storia del Pisa. L'indimenticato patron scaricava sul campo chili di sale (arrivò a 26 prima di un match salvezza con il Lecce) per esorcizzare l'avversario e passava i 90' del match appollaiato a bordo campo con le dita incrociate
Chissà cosa avranno pensato i superstiziosi il 24 agosto 2014, quando un gatto nero invase il Camp Nou durante Barcellona-Elche. Sicuramente quel fuori programma non portò male ai blaugrana, che a fine stagione conquistarono Liga, Champions e Copa del Rey. Diverso il discorso per l'Elche, che dopo aver chiuso il campionato al 13esimo posto, fu retrocesso d'ufficio per i troppi debiti maturati dal club nei confronti dell’agenzia delle entrate spagnola. Anche se in questo caso, più che alla scaramanzia, bisognava rivolgersi a un bravo commercialista...