Tyson e Holyfield diventano soci: in vendita caramelle alla cannabis a forma di orecchio
La storia si ripete: Mike Tyson ed Evander Holyfield, una volta rivali sul ring, sono diventati oggi soci. Insieme produranno, infatti, caramelle alla cannabis a forma di 'orecchio', lo stesso che "Iron Mike" morse a più riprese all'avversario nel drammatico incontro del 1997, perdonato poi da Holyfield oltre dieci anni dopo il terribile episodio
I MORSI DI MIKE. Il nome è tutto un programma: "Mike Bites". Sono le caramelle alla cannabis che Tyson ha lanciato in Nebraska, California e Massachusetts, con una 'macabra' particolarità: hanno la forma dell'orecchio di Evander Holyfield che, 25 anni dopo il celebre episodio, ha deciso di entrare in società con l'ex campione dei pesi massimi
FLASHBACK. Ma riavvolgiamo il nastro: la carriera di "King Kong" è stata caratterizzata da vittorie leggendarie e black out altrettanto epici, come il celebre incontro con Holyfield nel 1997, quello del morso, appunto.
IL PRECEDENTE. Quel match era la rivincita della sfida disputata a Paradise (Nevada) appena sette mesi prima, il 9 novembre del 1996, quando Tyson aveva ceduto lo scettro dei pesi massimi WBA a Holyfield, vincitore del titolo per ko tecnico all'undicesima ripresa (Iron Mike era già stato mandato al tappeto alla 6^ con un montante destro).
THE SOUND AND THE FURY. Così, con la "regia" del super manager Don King, il 28 giugno del 1997 alla MGM Grand Arena di Las Vegas va in scena "Holyfield-Tyson II: The Sound and the Fury", come venne ribattezzata quella sfida tra giganti della boxe.
SFIDA DA RECORD. Ecco il poster originale del match che incassò 14 milioni di dollari battendo tutti i record di ascolti televisivi.
LE PRIME FASI DEL MATCH. Holyfield - allora 34enne - prende subito le redini dell'incontro e si aggiudica il 1° round grazie anche al massiccio gancio destro rifilato a "Kid Dynamite" negli ultimi istanti della ripresa.
Nella seconda - vinta ancora dal pugile di Atmore - Tyson subisce un taglio alla palpebra dell'occhio destro in un "testa a testa" con l'avversario, un colpo valutato involontario dall'arbitro Mills Lane: una decisione che innervosirà e non poco il buon Mike...
L'arbitro, pur non accorgendosi del morso, chiama il time out. E secondo il medico a bordo ring Holyfield può proseguire l'incontro, che riprende, ma la tensione ormai è alle stelle...
"Lo volevo uccidere, ero fuori di me", si legge in "True. La mia storia", l'autobiografia di Tyson.
DALL'AUTOBIOGRAFIA. "All'inizio del match ero tranquillo e fiducioso - racconta - ma quando ho visto che Evander cominciava a darmi testate ho capito che la sua era una strategia precisa. Nella seconda ripresa mi ha colpito di nuovo ferendomi ad un sopracciglio, ma l'arbitro ha detto che era solo un incidente, mentre dentro di me la rabbia montava...".
"Quando è cominciato il terzo round - prosegue Tyson - ero così fuori di me che lasciai l'angolo senza paradenti... Ho colpito Holyfield due volte, il pubblico si è infiammato e a quel momento Evander mi ha dato un'altra testata. Volevo ucciderlo. Ero come un soldato indisciplinato, ho perso il controllo, così l'ho morso alla testa. Mi sono trovato in bocca un pezzo d'orecchio e l'ho sputato sul tappeto...".
PAURA E DELIRIO A LAS VEGAS. "Quando l'altoparlante ha annunciato la mia squalifica - scrive ancora Tyson nel suo libro - mi sono avvicinato all'angolo di Holyfield per distruggere lui e tutti quelli che aveva intorno. Ho cercato di liberarmi dagli agenti che mi bloccavano, ma avevo addosso 50 persone...".
BUSINESSMAN. Alla fine la cannabis è diventata uno dei suoi principali business: l'ex pugile possiede un ranch a circa 120 chilometri di Los Angeles (in California il consumo di 'erba' è legale a scopo ricreativo) dove produce, appunto, marijuana.
I SOCIAL. Oltre 17 milioni di follower su Instagram, dove dispensa le sue 'perle' di saggezza. Della serie: "Il mondo è stato creato da qualcuno che si sballava".
LA PACE CON HOLYFIELD. Nel 2009 i due si sono 'riappacificati', partecipando insieme anche a degli eventi benefici. Nel giugno del 2020, Holyfield è tornato su quella notte: "Le persone non capiscono che tipo di relazione abbiamo io e Mike - ha dichiarato in un'intervista al Times - entrambi abbiamo provato a far parte del team olimpico nel 1984 e questo fa capire quanto fosse dura la boxe a quel tempo".
"Ci siamo allenati insieme da giovani - continua Holyfield - lui aveva 17 anni e io 21. E quando è diventato campione dei Massimi, ho capito che avrei potuto farcela anche io".
TRICK OR TREAT? "Mi è costato molto dolore - ha ammesso Holyfield - ma sono contento che sia successo. Mi ha dato l'opportunità di parlare di cosa sia il perdono".