"Ci alleniamo come atleti, balliamo come artisti": alla scoperta della breakdance

“Ci alleniamo come atleti e balliamo come artisti” parola di Alessandra Chillemi. Una b girl, per tutti ‘Alessandrina’, grazie alla quale impariamo a conoscere il mondo del breaking. È una danza in freestyle, parte della cultura hip hop, una danza di strada nata e sviluppata da teenager afro-americani e latino-americani nel Bronx di New York a partire dagli inizi degli anni 70’. È una vera e propria arte che ha vissuto una grande notorietà qualche mese fa a Parigi perché eletta disciplina olimpica. L’Italia riconosce oggi ‘Alessandrina’ come una delle sua massime rappresentanti: è la campionessa italiana in carica. Vincitrice di 42 competizioni nazionali ed internazionali; quattro volte campionessa italiana e due volte vincitrice del Red Bull BcOne LCC a New York . La sua passione per la breakdance nasce a soli 6 anni, prima la danza classica come le sue coetanee poi inizia a osservare e imitare i ballerini della Marittima Funk Crew per le strade della sua città, Messina. Si innamora delle acrobazie e di quel mondo ed entra a far parte ufficialmente della crew che le trasmette i valori della condivisione e del rispetto. Il contesto in cui cresce è monopolizzato dai ragazzi ma ‘Alessandrina’ ha grinta da vendere e ha la capacità di resistere ed emergere. “Molte volte sono stata anche giudicata male per questo – racconta – mi dicevano che ero un maschiaccio e io proprio per questo non mi sono voluta fermare ma ho saputo trovare la forza per provare a cambiare un po’ il sistema. Quando ho iniziato io c’erano cinque o sei ragazze forse in tutta Italia, ho cercato di spingere il più possibile e sono molto felice di ciò che stiamo ottenendo. Attualmente in Italia, in una competizione nazionale, puoi trovare anche cinquanta b girl”. Il suo più grande tifoso era il nonno che l’ha sostenuta in ogni modo e nelle pause tra un allenamento e l’altro le portava persino le merendine – scherza Alessandra ricordandolo con affetto – mentre ci aiuta a mettere in ordine i pezzetti della sua carriera nata da una grande passione e diventata a venticinque anni un vero e proprio lavoro. “Le nostre gare si chiamano battle che significa letteralmente battaglia. Di solito è uno contro uno. Botta e risposta tra me e l’avversario e spesso in modo molto crudo, usiamo molti gesti e un modo di comunicare un po’ cattivo. Poi però finisce la sfida e ci abbracciamo, siamo amiche, ci alleniamo assieme e cresciamo insieme. Un altro concetto importante all’interno del breaking è quello di crew: è il gruppo. Per me è una seconda famiglia che mi ha aiutata a crescere non solo tecnicamente. Non sono persone con cui ti confronti solo quando ti alleni ma cresci anche nella vita. Quando scendo a Messina ho la crew storica e poi ho un’altra crew che si chiama MCK, è internazionale e nasce negli Stati Uniti nel 1973, sto con loro da due anni, è una famiglia importante e conosciuta. Quando perdi la crew perdi una parte fondamentale dell’hip hop. Non si pratica il breaking soltanto per la medaglia. Ci sono dei valori ancora più grandi. L’appartenenza a una crew è una delle cose più belle del nostro mondo”. La vita di ‘Alessandrina’ è piuttosto frenetica. L’abbiamo conosciuta a Dubai in occasione dello show di presentazione del team italiano di Sail Gp. Si è esibita davanti al catamarano F50 lasciando tutti a bocca aperta mentre la testa era già alla pianificazione della prossima tappa per una gara internazionale. Si allena a Padova ma il suo preparatore atletico è a Bergamo. Un nome conosciuto, quello di Matteo Artina, che lavora con molti altri atleti tra cui lo sciatore azzurro Mattia Casse e Sofia Goggia. La preparazione è molto impegnativa ma la passione va oltre qualsiasi fatica. Gli infortuni non l’hanno mai fermata, nemmeno quello piuttosto importante nel 2021. “Basta un po’ di musica e un pavimento per essere felici” ci ripete Alessandra mentre senza troppa esitazione accoglie la nostra richiesta di esibirsi in Galleria Vittorio Emanuele in un freddissimo pomeriggio d’inverno milanese. In bocca al lupo, Alessandrina. Ti seguiamo!

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