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Sofia Goggia: "Dopo infortunio ero disperata, potrei tornare sugli sci a luglio"

Sci

In una conferenza stampa l'azzurra ha fatto il punto dopo 45 giorni dall'infortunio: "Il tempo standard per tornare è di sei mesi, ma potrei tornare sugli sci a luglio". Goggia ha poi raccontato della sofferenza per l'ennesimo stop: "Ero disperata, ma so che ci sono drammi peggiori al monto"

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"I primi 20 giorni dopo l'operazione sono stati devastanti, sono stata malissimo fisicamente e mentalmente. Emotivamente ero disperata. E' stata una sofferenza". A 45 giorni dall'infortunio, Sofia Goggia fa il punto sulla sua convalescenza e sul recupero. "Ho voluto aspettare gli esami di controllo prima di fare questa conferenza stampa - dice collegata via zoom - Ho fatto gli esami la settimana scorsa, ed eccomi qui. In passato mi sono rotta delle ossa ma non avevo mai subito una frattura complicata come questa. Le premesse dell'intervento erano molto complicate, riuscire a costruirlo era difficile. L'intervento è riuscito perfettamente e questo è un ottimo punto di partenza. L'importante è andare con calma.  La mia caviglia nonostante il taglio è molto bella e anche i dottori al controllo erano parecchio contenti. Mi sono rotta il pilone tibiale trasversalmente in più parti, un trauma da compressione e torsione fortissimo e si è frantumata la tibia in più parti", ha aggunto Sofia Goggia. "Ho una piastra a forma di 'L' che mi tiene la tibia ma essendo la frattura così bassa mi hanno fatto un taglio molto lungo per infilare la placca - ha spiegato - I tempi per il ritorno? Quelli standard sono di sei mesi. Una volta saldato l'osso e se ho un fisico idoneo per sciare posso anche andare prima, spesso sono tornata prima, accorciando i tempi, cosa che non voglio fare ora ma non è detto che debba aspettare i canonici sei mesi. Fossi pronta a giugno anziché a luglio, non sarà tassativo aspettare oltre, ma è ancora presto per parlarne. Gli ultimi esami hanno dimostrato che si sta formando un callo osseo, tuttavia servirà pazienza per aver la sicurezza di stare bene". La convalescenza di Sofia Goggia non è solo fisioterapia, palestra e piscina: "Sto approfittando di questo tempo per portare avanti il mio percorso universitario - racconta - ho già dato due esami e ne ho in pancia altri quattro, forse cinque. Cerco di sfruttare il tempo in modo da portarmi avanti di studiare e di fare più esami possibile. Volevo studiare anche pianoforte, ma con la gamba era impossibile". 

"Ho sofferto ma ci sono drammi peggiori, non sono sotto le bombe"

"I primi 20 giorni ho visto nero - ha aggiunto - ero emotivamente e profondamente disperata. Come ho reagito? So che ci sono drammi ben peggiori ma per un atleta non c'è nulla di più difficile che dover affrontare infortunio. Ho pensato che al mondo c'erano drammi più gravi del mio. Non sono sotto le bombe di Gaza, ho cercato di buttare lo sguardo oltre dove ci sono contesti di sofferenza ben più gravi che la rottura di una gamba dalla quale di guarisce".