Il playmaker della Nazionale transalpina disputerà il torneo di basket dei Giochi olimpici indossando un paio di occhiali protettivi. Prima di lui altri sportivi sono ricorsi all’aiuto delle lenti: Davids, Fignon, Stoudemire e Wariner
Tony Parker, stella dei San Antonio Spurs e della Nazionale francese di basket, disputerà le gare dell’Olimpiade di Londra indossando un paio di occhiali protettivi –
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Il playmaker, che con la Francia sfiderà il Dream Team Usa il 29 luglio, deve infatti proteggere la cornea dopo essere rimasto coinvolto in una rissa in un night a New York a causa di Rihanna (foto Facebook) –
Usa, scelte le 12 stelle per Londra
Il transalpino non sarà il primo a scendere sul parquet con lenti protettive. Nella Nba sono divenuti mitici gli occhiali di Kareem Abdul-Jabbar, recordman di punti nella lega e vincitore di sei titoli -
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Suo compagno ai Lakers era James Worthy, tre volte vittorioso dell’anello all’epoca dello “showtime” –
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A Los Angeles, negli anni Ottanta, imperversavano i “quattrocchi”: Kurt Rambis indossava occhiali da “nerd” con tanto di nastro adesivo (rigorosamente giallo) sulle bacchette –
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A Chicago, nell’epopea di Michael Jordan, spiccavano gli occhiali rossi di Horace Grant –
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Li ha indossati per pochi mesi nel 1991 anche il centro di Houston, Hakeem “the dream” Olajuwon, due volte campione Nba con i Rockets –
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Per puro senso estetico (o anche per sponsor?), nel 2005 Ben Wallace ha disputato un quarto di un match dei suoi Pistons con un paio di occhiali rosso fuoco –
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Dopo un intervento chirurgico all’occhio, il centro dei Knicks Amarè Stoudemire non ha più mollato i suoi occhiali supertecnologici griffati –
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Nel calcio il caso più eclatante di “quattrocchi” è quello di Edgar Davids, che a causa di un glaucoma giocava con gli occhiali –
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Nella Mlb di baseball non è raro vedere un giocatore indossare occhiali da sole per migliorare i propri riflessi. Nella foto il terza base Scott Rolen –
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Il tre volte medaglia d’oro olimpica, Jeremy Wariner, non abbandona mai i suoi occhiali scuri. Nemmeno sotto la pioggia o nelle gare in notturna -
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“Le professeur” Laurent Fignon era così chiamato sia per il suo senso tattico in corsa che per quegli occhiali da vista cerchiati d’oro, che gli davano l’aria di un sofisticato intellettuale -
Il ricordo di Laurent Fignon)
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