ItalBasket, l'infortunio di Francesca Dotto ha cambiato la gara contro la Turchia

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A 5 minuti e 20 dalla sirena un problema all'anca ha costretto la n°10 azzurra a lasciare il parquet in lacrime e in barella: una scossa emotiva per le azzurre e in particolare per Giorgia Sottana, che si è caricata la squadra sulle spalle nel finale conquistando un successo dedicato alla compagna

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Una scena che non avremo mai voluto vedere e che ha riportato alla mente di molti quanto accaduto sempre contro la Turchia due anni fa all’Europeo: quella volta fu Laura Macchi ha lasciare il parquet dopo un colpo al volto, adesso invece è Francesca Dotto a essere costretta ad alzare bandiera bianca e uscire dal campo nel momento cruciale della sfida. Una scivolata letale in difesa, all’altezza della lunetta mentre era impegnata nello scivolamento difensivo a 5 minuti e 20 dalla sirena del match. La sua caduta permette alla Turchia di approfittare della superiorità numerica e colpire dal palleggio per allungare in testa alla sfida, ma l’attenzione delle azzurre è tutta rivolta verso la n°10 rimasta a terra. Si sentono i singhiozzi, le sue lacrime di paura che in breve contagiano anche sua sorella gemella Caterina in panchina, che non riesce a guardare verso il campo. Una scena avrebbe rischiato di compromettere a livello emotivo la sfida per l’Italia, che invece è riuscita magicamente a trovare una forza che in pochi ipotizzavano nel momento più complicato.

La risposta di Giorgia Sottana: 11 punti e le lacrime alla sirena

La prima a reagire a livello tecnico ed emotivo è stata Giorgia Sottana, che in cinque minuti bissa i cinque punti raccolti nei primi tre quarti e mezzo e mette a segno una serie di canestri e punti che cambiano il volto alla gara. L’Italia fino a quel momento aveva dimostrato di reggere bene in difesa, ma di aver assoluto bisogno di un’iniezione in attacco. I canestri del capitano azzurro quindi sono provvidenziali anche sotto questo punto di vista, oltre a permettere a tutto il gruppo di lasciarsi alle spalle una scena che non avrebbero voluto vedere. Una scossa emotiva forte, che permette all’Italia di prendersi la vittoria e che porta la stessa Sottana alle lacrime al termine della sfida. Una commozione che non ha bisogno di spiegazioni, così come la dedica di un gruppo che spera presto di riabbracciare in ritiro un tassello fondamentale della nazionale di coach Crespi.

Le condizioni di Francesca Dotto: trauma contusivo all’anca

Francesca Dotto è uscita dal campo in barella, chiaramente scossa dall’infortunio che lo staff medico azzurro tende a ridurre in quanto a portata: il trauma contusivo all’anca infatti lascia ben sperare tutti, consapevoli del fatto che una zona così delicata del corpo difficilmente subisce dei traumi gravi che portano a lunghi stop. La n°10 azzurra è stata portata in ospedale per fare una radiografia che chiarirà l’entità del problema: la sensazione – e la speranza – è che superato lo spavento si riesca a contestualizzare e rendere meno importante un infortunio che potrebbe condizionare il proseguimento della corsa delle azzurre nella manifestazione continentale.

Le parole di Giorgia Sottana: “Tutto il gruppo ha sofferto per Francesca”

A fine partita le parole e il pensiero di Giorgia Sottana è rivolto alla compagna costretta a uscire dal campo a causa del problema all’anca: “Quando sei costretta a vedere l’infortunio di una tua compagna è sempre brutto, in un gruppo unito come il nostro queste cose ti fanno soffrire ancora di più. È stato un episodio che ha riportato alla mente di tutte quello che è successo con Laura Macchi due anni fa sempre contro la Turchia. È stato un mix di emozioni, ma siamo contente perché abbiamo portato a casa il successo anche per lei.  Io dico sempre che se nella nostra squadra manca un pezzo, rischiamo di andare a rotoli. Per quello bisogna dire grazie a tutte le compagne che hanno giocato duro in difesa per permetterci di vincere una partita così combattuta e sofferta”. Dello stesso tenore Cecilia Zandalasini, che sottolinea come il suo primo pensiero sia rivolto alla n°10 azzurra: “Quando lavori fianco a fianco per un mese e poi vedi una tua compagna uscire così, in parte vai anche nel panico. Però sapevamo che non c’era tempo per farci prendere da quello. La mente ritorna subito lucida e ti ritrovi ad avere un’ulteriore carica dovuta al senso di rivalsa. Sapevo dopo quello che è successo che non avremmo mai perso una sfida del genere”.