Mondiali Basket: l'Australia e le straordinarie prestazioni di Patty Mills

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La point guard degli Spurs è il miglior giocatore della competizione per rendimento e capacità di essere decisivo al momento opportuno. Grazie alle sue prestazioni l'Australia si è presa una prima storica semifinale mondiale e l'intenzione è quella di non fermarsi sul più bello 

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SPAGNA CAMPIONE DEL MONDO, ARGENTINA KO

L'AUSTRALIA BATTE LA REP. CECA, ORA SFIDA ALLA SPAGNA

Per capire il peso di Patty Mills all’interno del gruppo australiano bisogna partire dalla fine. Dall’ultima sfida vinta contro la Repubblica Ceca: un quarto di finale abbordabile sulla carta, preso chiaramente sottogamba nei primi 20 minuti. Tanto che all’intervallo lungo i punti segnati dall’Australia erano soltanto 33, arrivati dopo un 17-17 dopo il primo quarto. Una frazione che spiega molto delle fortune del gruppo guidato da coach Lemanis: 17 punti complessivi, 13 firmati da Mills. Dal palleggio, dalla lunga distanza, in penetrazione dopo aver palleggiato per una decina di secondi. La forma non è mai stata il suo forte, la sostanza invece sì. Quando conta lui c’è, con buona pace di avversari che in questo Mondiale le stanno davvero provando tutte per limitarlo. Alla sirena finale sono 24 punti, 9/15 al tiro, sei triple e sei assist contro la Rep. Ceca – il motore della squadra più convincente e divertente della competizione. Bogut, Ingles, Baynes e Dellavedova sono nomi con cui il pubblico che segue l’NBA ha confidenza: un mix ideale di tecnica, conoscenza della pallacanestro, spirito di sacrificio e confidenza reciproca. Il terzo quarto del centro ex Golden State nei quarti di finale è stato da incorniciare; l’esterno dei Jazz ha segnato meno del solito, ma in 32 minuti ha raccolto un decisivo +18 di plus/minus. Una tendenza chiara: con Ingles in campo, l’Australia ha dominato contro la Repubblica Ceca. Baynes invece è diventato un cecchino con i piedi oltre l’arco: il suo 5/6 dalla lunga distanza contro la Francia è stato la chiave per portare lontano da canestro Rudy Gobert e aprire spazio alle penetrazioni degli altri. Tutto insomma è andato per il verso giusto e ha portato l’Australia in semifinale dopo quella olimpica di Rio 2016. Proprio come la Spagna, unica altra nazionale tra le migliori quattro al mondo in entrambe le competizioni. Una sfida che in ogni caso porterà l’Australia più in alto rispetto a quanto fatto in passato: dopo aver raggiunto il quinto posto nel 1982 e 1994, è giunto il momento di aggiornare il primato.

Il cammino perfetto del n°5 dell’Australia

Sei partite da incorniciare quelle disputate dall’aborigeno degli Spurs fino a questo momento – filotto iniziato con la peggiore performance arrivata contro il Canada. Il suo minimo per punti segnati (15, con 3/9 al campo) non ha impedito all’Australia di prendersi una vittoria all’esordio, mettendo una seria ipoteca sul passaggio del turno. Dopo quella per Mills i canestri sono stati almeno il doppio (sei contro la Repubblica Domenicana, otto con Senegal e Lituania, nove contro la Repubblica Ceca e dieci nel testa a testa con la Francia). Contro i transalpini è arrivato l’acuto migliore: 30 punti, 10/18 al tiro e tre triple contro un avversario che ha dimostrato di poter essere anche più forte degli Stati Uniti. Una vittoria maiuscola che ha permesso all’Australia di restare imbattuta, di affrontare un quarto di finale abbordabile e di prendersi una semifinale mai conquistata prima. Con un Mills da 51% dal campo, 40% dall’arco e 90% ai liberi i Boomers possono dormire sogni tranquilli, Rubio&Gasol sono avvisati.