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Sacchetti a Casa Sky Sport: "Con Cremona pensiamo a una squadra tutta italiana"

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Il CT della Nazionale, Meo Sacchetti, è stato ospite insieme al figlio Brian a 'Casa Sky Sport': "Non l'ho mai privilegiato, volevo togliergli la nomea di essere mio figlio. C'è sempre stato rispetto tra di noi. Italbasket è una grande esperienza, mia ha dato entusiasmo. Con Cremona stiamo pensando di allestire una squadra tutta italiana"

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Questioni di famiglia: a 'Casa Sky Sport' sono stati ospiti il CT di Italbasket e tecnico di Cremona, Meo Sacchetti, e il figlio Brian, giocatore della Nazionale e di Brescia. I due si ritrovano oggi insieme in azzurro, ma prima sono stati tecnico e giocatore nello stesso club: "Lo chiamavo papà - ricorda Brian -. Non ce l'ho mai fatta a chiamarlo coach. Prima è mio padre. All'inizio è stato complicato, specie alla prima esperienza da pro a Castelletto Ticino. Poi il rapporto è migliorato, mi cazziava anche...". Questo il ricordo di Meo: "Tanti dirigenti volevano che giocasse di più, ma io volevo togliergli la nomea di essere mio figlio. E' stata più importante la mamma piuttosto che il papà. Una volta con l'under 13 gliene ho dette così tante che la mamma voleva portarlo via". 

Sacchetti: "Brian allenatore? Potrebbe fare il fisioterapista..."

Meo confida cosa sarebbe stato senza il basket: "Penso che avrei fatto o il giardiniere o l'agricoltore. E' già un mio hobby, la terra mi trasmette qualcosa. Ho curato il giardino, nonostante il cane continuasse a farmi i buchi". Brian, a fine carriera, vorrebbe restare nel mondo del basket: "Ho 34 anni e vorrei giocare ancora un po', ma vorrei restare nell'ambiente. Sarà difficile staccarsi". Il CT della Nazionale parla della sua filosofia: "Ero un difensore quando giocavo, oggi preferisco i giocatori estrosi e d'attacco. Brian allenatore? Potrebbe fare il fisioterapista...". Sacchetti parla poi della teoria della positività applicata ai giocatori: "Ho avuto anche dei problemi con alcuni giocatori, mi sono scontrato con qualcuno. A un paio gli avrei voluto mettere le mani addosso - ha confidato -. Preferisco lo scontro diretto piuttosto che tenere dentro le emozioni e non aprirsi sinceramente". 

Sacchetti e il rapporto padre-figlio in campo

Il rapporto padre-figlio è sempre stato gestito alla perfezione, nonostante abbiano vissuto da 'compagni' e avversari: "Il rispetto è alla base - spiega Meo -. Non ho mai cercato di privilegiare mio figlio. Anche quando l'ho convocato in Nazionale ho ricevuto critiche, sia quando l'ho chiamato che quando l'ho lasciato a casa. Questo è il ruolo dell'allenatore, che sbaglia anche qualche decisione". Agli ultimi Mondiali di Cina, Brian è stato accantonato alla fine tra i convocati: "C'è stata delusione - ha detto -. Sapevo però che nel mio ruolo c'erano giocatori di grande livello. Mi sembrava giusto finire un discorso durato mesi e aiutare i miei compagni fino alla fine. La squadra viene sempre prima dell'io". Questo il punto di vista di coach Meo: "Da allenatore pensavo di fare la cosa giusta, sono felice perché ha capito il discorso di squadre un grande attaccamento alla maglia azzurra".  

Meo Sacchetti: "Cremona con soli italiani? Ci stiamo pensando"

Meo Sacchetti è al timone della Nazionale dal 2017: "E' una grande esperienza, un sogno per ogni allenatore. Sono stato giocatore azzurro, quindi sentivo la responsabilità. Dal punto di vista lavorativo non mi ha tolto nulla, anzi mi ha dato entusiasmo anche con Cremona. Più pesante è stata la preparazione ai Mondiali, ma è stato un periodo breve". Il CT azzurro, che guida Cremona dal 2017, parla del futuro della pallacanestro, magari con la possibilità di dare spazio a una squadra composta solamente da italiani: "C'è stato un colloquio con la Vanoli, perché dovremo fare scelte di mercato diverse, magari azzardate. Ci piacerebbe avere un discorso improntato sui giocatori italiani, anche se non abbiamo grandi possibilità economiche. Ma sappiamo che si sono giocatori a cui offrire la possibilità sul campo di poter stare in Serie A".