Cosa aspettarsi dall'Italia agli Europei di basket: l'analisi di Andrea Meneghin

LO STATO DI FORMA Le ultime due sconfitte al torneo dell’Acropoli non traggano in inganno: la stragrande maggioranza dei ragazzi fisicamente sta bene, la condizione atletica è di alto livello, tutti sono pienamente consapevoli dei loro mezzi. Matteo Panichi e lo staff hanno fatto un buonissimo lavoro, un leggero calo nell'ultima parte sono convinto fosse stato messo in conto , proprio per poter essere al meglio per l’inizio dell’Europeo. Esuberanza fisica ne abbiamo in tutti i ruoli. E anche intensità, per il modo di intendere la partita, dando il 100% ogni volta che si scende in campo. Il Ct Pozzecco farà poi le sue valutazioni in base anche all’avversario, però mi sembra che la squadra, moralmente e fisicamente, sia pronta per affrontare al meglio l'esordio con la Grecia. IL GIRONE Non dobbiamo farci prendere troppo dal nome e dal blasone delle avversarie. Certo, tolta forse Cipro, sono tutte nazionali contro cui non puoi permetterti di scendere in campo senza concentrazione, perché si rischiano brutte sorprese. Siamo da prime posizioni. Per non passare il girone servirebbe davvero qualcosa di catastrofico, ma c’è comunque sempre da giocare ogni partita. Questa Italia può puntare al primo o al secondo posto, già il terzo non sarebbe veritiero per il potenziale di questo organico. La Spagna ha problemi in cabina di regia, nonostante sia una squadra tosta, molto attaccata alla maglia e dalla forte identità. La Grecia invece è ben allenata e punta ad andare lontano, guai a pensare che sia solo Antetokounmpo. Anche Bosnia e Georgia sono avversarie toste, con tanti giocatori di esperienza internazionale. Ogni sfida andrà giocata, ovviamente, ma questa Italia non dovrebbe fare troppa fatica a superare il girone. FATTORE POZZECCO Il Ct sta continuando sulla scia del lavoro svolto fino adesso: rendere tutti entusiasti di vestire quella maglia, avere lo spirito di sacrificio, dare sempre il 100%, divertirsi, essere parte integrante del gruppo e avere un obiettivo comune. Il lavoro che ha fatto in questi anni è stato eccellente, c'è un entusiasmo palpabile nell’ambiente. I giocatori hanno la voglia di vestire l’azzurro, di partecipare e di dare il loro contributo alla causa per ottenere un risultato che manca da tanto tempo. Pozzecco crede molto in questi valori, nel senso di unità, rispetto e divertimento, per poter mettere ognuno a proprio agio, libero di esprimere il suo potenziale e il suo carattere. Questa è la forza dell’Italia: aver messo insieme giocatori con età, carriere e caratteristiche diverse ma legati dall’amore per la pallacanestro e dal senso di appartenenza. Uniti verso un unico obiettivo. PREGI E DIFETTI La quantità di fisicità e di intensità che possiamo schierare è incredibile. Potenzialmente abbiamo diversi giocatori da doppia cifra di punti, ma abbiamo anche una chiara identità difensiva figlia dei diversi quintetti che Pozzecco può schierare a seconda dell’avversario o della fase della partita. Le gerarchie sono ben definite: Simone Fontecchio è il riferimento in attacco, così come Nicolò Melli lo è per la difesa. Siamo molto forti a giocare con e senza palla, non stiamo mai fermi e siamo abili a cercare di sfruttare il lato debole. Tutti i giocatori della rosa hanno vissuto delle buone stagioni: Gallinari può essere l’arma in più; Akele, Niang e Diouf stanno facendo benissimo; Spanolo e Procida hanno fatto tanta esperienza internazionale con l’Alba Berlino. Nessuno dei 12 ha passato la stagione in panchina, sono tutti pronti per tenere il campo. Dipendiamo molto dal tiro da tre punti, questo sì: se facciamo canestro siamo una squadra tosta che può permettersi anche di rischiare qualcosa; se la palla non entra dobbiamo essere pronti per essere impeccabili in difesa, altrimenti le partite di questo livello non si vincono. A voler trovare il dettaglio ci manca forse un po’ di tonnellaggio sotto canestro per lottare contro Jokic, Valanciunas e gli altri grossi centri ma con il lavoro di Diouf potremmo essere in grado di coprire anche quella lacuna. CAPITOLO ‘GALLO’ Danilo ha un talento infinito. E quest'anno ha finalmente vinto anche un campionato. Può portare sicuramente tantissima esperienza, tantissimo sangue freddo e la capacità di poter essere un'arma in più nei momenti caldi della gara. È un ragazzo che di certo sta molto bene in questo contesto: si merita di terminare la sua parentesi in nazionale con una manifestazione di questo calibro, come successo per tutti i più grandi del nostro basket. Trovo fantastico che abbia deciso di andare a giocare a Porto Rico per arrivare in forma a quest’ultima avventura con la nazionale e cercare una medaglia, che forse è il suo vero sogno dopo la sfortuna che lo ha colpito in maglia azzurra e la rottura del ginocchio che ne ha condizionato gli ultimi anni in NBA. Potrà dare tantissimo a questa squadra, perché tatticamente si adatta a quasi tutti i quintetti. Volendo potrebbe fare anche il ‘cinque’ in situazioni estreme, sfruttando la sua capacità di tiratore. Averlo o meno farà una bella differenza in quelli che saranno i momenti chiave della partita, a prescindere dal suo minutaggio. LA SORPRESA Matteo Spagnolo e Saliou Niang sono i due da cui mi aspetto un maggiore impatto durante questo Europeo. Anche Diouf ha le caratteristiche per fare benissimo. Così come Procida, nonostante non abbia brillato da un punto di vista realizzativo durante la preparazione. Tutti i giovani inseriti da Pozzecco hanno grandi potenzialità per diventare punti fermi della nazionale negli anni a venire. Sfruttando gli spazi generati da Fontecchio, il fulcro del nostro attacco, tanti avranno la possibilità di brillare e di avere la loro occasione. DOVE POSSIAMO ARRIVARE Difficile dirlo, servirebbe la sfera di cristallo per prevedere il futuro. Mi aspetto un’Italia che si qualifichi tra le prime del girone, poi dipenderà tanto – ovviamente – dagli incroci . Ci sono talmente tante squadre di livello che è impossibile capire ora l’andamento dell’Europeo: la Francia è fisicamente debordante, la Germania è campione del mondo in carica, la Serbia è la favorita, la Lettonia gioca in casa, la Spagna ha vinto l’ultimo Europeo. Sarà dura. Poi ci saranno da tenere in considerazione lo stato di forma, la fiducia, l’entusiasmo e gli infortuni. L’Italia ha un credito con la sorte negli ultimi anni, chissà che sia il momento giusto per riscuoterlo. Come si dice in questi casi, gli Azzurri sono gli artefici del proprio destino. Intanto cominciamo a passare il girone, poi vedremo.

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Andrea Meneghin