La Brescia del basket sta viviendo una rivoluzione davvero 'Poet-ica'

È una delle squadre che negli ultimi anni gravita stabilmente tra le prime otto posizioni della classifica, vincendo nel 2023 anche la sua prima Coppa Italia. La Germani Brescia non è certo una novità del campionato di basket di serie A, abbiamo imparato con il tempo a conoscerla, eppure il rendimento di questa stagione è qualcosa di particolarmente sorprendente. Non solo perché Brescia occupa, dopo 20 giornate di campionato, la vetta della classifica insieme a Trento e Virtus, e con lo scontro diretto a favore su entrambe, ma anche perché dopo 3 anni di continuità e di un progetto che aveva regalato grandi soddisfazioni, con Alessandro Magro alla guida di un roster che è sempre cambiato pochissimo, la scelta di mettere in atto una mini rivoluzione estiva ha stupito non poco. Perché non era scontato costruire una nuova squadra ugualmente competitiva dopo aver perso qualche pedina importante – come Gabriel, Cobbins, Massinburg su tutti – così come non era affatto ovvio che, dopo anni di continuità e di buoni risultati, consegnare le chiavi della panchina a un coach alla sua prima esperienza da capo allenatore come Peppe Poeta fosse la scelta vincente. Eppure lo scetticismo iniziale ha lasciato spazio, molto presto, all’entusiasmo e alla certezza che invece la scommessa fosse più che azzeccata. Nuova filosofia E il segreto, forse, parte tutto da lì. Peppe Poeta, con un passato brillante da giocatore e uno più recente da assistente di coach Messina a Milano e di Pozzecco in Nazionale, dai quali ha imparato tutto quello che sa, ha fin da subito messo la sua impronta in un gruppo che lo ha seguito senza remore. La sua personalità, quella che tutti hanno sempre conosciuto in campo, lui non l’ha cambiata. Quell’esplosività, quella spontaneità, quel rapporto così viscerale, quel modo di ‘sentire’ la partita, lui non l’ha eliminato. E proprio il contatto emotivo che solo chi è stato un giocatore, forse, può avere con la squadra, è l’arma vincente di un coach che, sì, sta facendo la sua prima esperienza da capo allenatore su una panchina importante, ma che sa bene come si vincono le partite, in campo. Non solo con la tecnica e con la tattica, ma anche e soprattutto con il carattere. “Non snaturo Peppe persona, per diventare un allenatore diverso dalla persona che sono”, lo ripete spesso coach Poeta, è la sua prima regola, il modo più efficace che conosce per trasferire quello che sa, che ha imparato e tutta la sua esperienza ai suoi giocatori è farlo ‘a modo suo’. E questo si traduce sul parquet. Perché Brescia è un gruppo che prima di tutto si diverte insieme, si vede, e che, insieme, si divide le responsabilità. Attacco super Numeri alla mano, una delle sue caratteristiche è sicuramente l’attacco: Brescia è la seconda miglior squadra per punti segnati, 91,8, dietro a Trapani, e prima per valutazione . È efficace, aggressiva e pericolosa in fase offensiva: è infatti terza per tiri da tre, dietro Trento e Milano, e prima per falli subiti , inoltre gioca stabilmente quasi ogni partita con 4/5 giocatori in doppia cifra, risultando una formazione che concede pochi punti di riferimento, oltre che una squadra che riesce a dare importanza al collettivo. Ed è proprio il collettivo sul quale lui e i suoi assistenti puntano e lavorano moltissimo. David Moss su tutti, ex giocatore e bandiera di Brescia e nello staff della Germani come ‘Player Development Coach’, cioè colui il quale aiuta a sviluppare e migliorare le caratteristiche dei singoli giocatori. Un ruolo che Poeta giudica essenziale perché permette agli atleti di crescere individualmente e poter così mettere a disposizione del gruppo più soluzioni possibili. Un lavoro però che non si può fare senza la fiducia reciproca tra staff e giocatori, ingrediente indispensabile perché una squadra possa essere chiamata tale. Certo, poi le individualità hanno il loro peso: Amedeo Della Valle, Miro Bilan e Nikola Ivanovic sono i tre nomi che maggiormente saltano all’occhio, per carisma, doti cestistiche e leadership. I primi sono due veterani che Brescia conosce bene: Della Valle, il capitano, l’anima della Germani, il simbolo della continuità ne è il trascinatore; Bilan invece è il leader silenzioso, ma è uno dei perni di questa squadra, oltre che essere l’uomo chiave sotto canestro . E poi c’è il terzo, Ivanovic, uno dei nuovi innesti che è stato in grado in breve tempo di ottenere la fiducia della squadra e di prendersi da subito responsabilità importanti. Nulla dunque è lasciato al caso: un certosino lavoro in allenamento, un piano partita da seguire senza però snaturare le caratteristiche della formazione e dei singoli ma soprattutto un clima sereno in cui lavorare. Perché, come dice coach Poeta, ‘compartir es vivir’, ed è questa la cosa più bella di uno sport di squadra.

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La Brescia del basket sta viviendo una rivoluzione davvero 'Poet-ica'

Andrea Colnago