L'argentino è stato espulso dopo un testa a testa con Medel e non ha preso parte alla premiazione della squadra: "Ho pagato ciò che ho detto dopo la sconfitta con il Brasile". La risposta della Conmebol: "Queste accuse sono inaccettabili, una mancanza di rispetto verso tutti"
MESSI, 3 MESI DI STOP PER LE ACCUSE DI CORRUZIONE ALLA CONMEBOL
Terzo posto e polemiche, l'Argentina batte il Cile ma Leo Messi viene espulso. E' il suo secondo cartellino rosso in carriera, arrivato dopo un confronto con Medel nel primo tempo (anche lui espulso). Dopo la vittoria, arrivata grazie alle reti di Aguero e Dybala, Messi ha disertato la premiazione per il terzo posto parlando così in zona mista.
"Espulso per ciò che ho detto con il Brasile"
"L'arbitro ha favorito il Brasile, la Comnebol dovrebbe fare qualcosa, ma tanto gestiscono tutto loro". Queste le parole di Leo Messi dopo la sconfitta in semifinale con la Seleçao. Dopo l'espulsione contro il Cile, il fantasista del Barcellona ha dichiarato che il suo rosso è arrivato proprio a causa di questi attacchi: "Tutti hanno visto quello che è successo. Bastava un giallo ed era tutto a posto, ma ovviamente ho pagato le dichiarazioni di qualche giorno fa. Quel cartellino mi è stato dato per ciò che ho detto, è evidente".
"Non dobbiamo far parte di questa corruzione"
Scuro in volto, arrabbiato, deluso. Messi si è presentato in zona mista così, dopo aver disertato la premiazione: "E’ semplice, non dobbiamo essere parte di questa corruzione. Brasile campione? Credo non ci siano dubbi. Sembra che purtroppo sia stato deciso tutto a tavolino. Spero che gli arbitri e la Var non influiscano e che il Perù se la possa giocare, ha dimostrato di essere competitivo. Ma onestamente la vedo difficile". Anche Otamendi, centrale del City, si è rifiutato di prendere la medaglia: "Continuiamo a lottare contro tutti e tutto. L’arbitro oggi ha voluto entrare nella storia con quel rosso a Messi".
La Conmebol risponde: "Accuse inaccetabili"
La Confederazione non ci sta. Attraverso un comunicato ufficiale, l'organo di controllo del calcio sudamericano ha risposto alle dichiarazioni di Leo Messi: "Nel calcio a volte vinci e altre volte perdi. Un pilastro fondamentale del fair play è accettare i risultati con lealtà e rispetto, stesso discorso per le decisioni arbitrali, che sono umane. È inaccettabile che, a seguito di incidenti tipici della competizione che coinvolgono 12 squadre a parità di condizioni, lanciare accuse infondate senza alcun tipo di verità. Questi attacchi mettono in discussione l'integrità della Coppa America. Inoltre sono una mancanza di rispetto per la competizione, per tutti i giocatori di calcio che partecipano e per le centinaia di professionisti della Conmebol, un'istituzione che dal 2016 lavora instancabilmente per sviluppare il calcio sudamericano in maniera trasparente e professionale".