Ronaldo a tu per tu con Del Piero: "In passato sono stato vicino alla Juve, in futuro vorrei fare l'attore"

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In occasione della cerimonia dei Globe Soccer Awards il nostro amico ed ex capitano della Juventus Alessandro Del Piero, che ha consegnato il premio di miglior giocatore assoluto a Cristiano Ronaldo, ha avuto il modo di fare una lunga chiacchierata con il fenomeno del Real che potrete ammirare in una puntata speciale de “I Signori del Calcio” che andrà in onda nei prossimi giorni. Intanto ecco per voi una gustosa anteprima, piena di aneddoti sulla carriera di Cr7

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Non poteva che regalare perle per gli amanti del calcio l'incontro tra Alessandro Del Piero e Cristiano Ronaldo, avvenuto a Madrid nella serata in cui il portoghese ha ricevuto il premio Globe Soccer come migliore calciatore dell'anno. Dall'incontro tra i due campioni è nata una chiacchierata in esclusiva per Sky Sport, che proporremo nei prossimi giorni in una puntata speciale dei Signori del Calcio. Nella prima anticipazione andata in onda, in attesa della versione integrale che proporremo presto su Sky Sport, il portoghese ha risposto a 4 domande di Alex, dal significato di aver superato i 30 alla possibilità che Ronaldo ha avuto nel passato di vestire la maglia della Juventus, fino a quelli che sono i suoi sogni per la sua vita al di fuori del campo. Leggiamola e ascoltiamola insieme.

Cosa ti dà la carica dopo così tanti trofei individuali e di squadra, dove trovi le motivazioni?
Penso che prima di tutto ci debba essere la motivazione, se sei motivato diventa tutto più facile. Tu lo sai, che sei stato un giocatore. In questo sport bisogna dedicarsi per intero, occorre lavorare duramente. La tua ambizione, la tua passione, devi mettere insieme molti fattori. Io ho ancora tanta passione per il calcio. Lo amo e mi sento in grado di ottenere sempre di più ogni anno. Ogni tanto qualcuno parla della mia età e io non sempre sono d’accordo, perché ci sono tanti giocatori giovani che hanno infortuni, perché non si prendono cura del loro corpo. Io ho 32 anni, quasi 33, e mi sento bene. Non sono più giovane, lo so, ma mi sento bene e sono molto motivato. Mi sento potente, questa è la mia forza.

A trent’anni si possono ancora raggiungere grandi obiettivi, io ho vinto il mondiale dopo i trent’anni, mi sentivo meglio. Tu hai avuto due stagioni incredibili, la 2015/2016 in cui hai vinto la Champions e l’Europeo, e la 2016/2017 in cui hai vinto di nuovo la Champions. È cambiato qualcosa dopo i trent’anni, trovi ci sia una crescita continua nella tua carriera?
Forse oggi qualcosa è cambiato. Con l’età si acquista esperienza. Non commetti più errori stupidi, non scatti per trenta metri palla al piede. Cominci a pensare in un modo diverso, pensi a conservare potenza per gli ultimi 15-10 metri. Tutto cambia con l’età, ma per il resto sono felice, perché mi alleno sempre per essere fra i migliori. Secondo me le coincidenze non esistono. Come dicevi tu, due anni fa ho avuto una delle mie stagioni migliori. L’anno scorso ho ottenuto cinque trofei di squadra e anche premi individuali. La migliore stagione che ho avuto fino ad oggi è questa, quella del 2017, perché non ho mai vinto così tanto in squadra e individualmente. Per questo dico che secondo me l’età non conta davvero
 

Nei primi anni 2000, quando ero io ad avere trent’anni, ci sono stati molti rumors di un tuo possibile arrivo alla Juve. Mi avrebbe fatto piacere giocare con te.... ma devo dire che ti è andata molto bene, hai fatto scelte meravigliose. È successo qualcosa in particolare in quell’occasione? Avresti voluto giocare in Italia?
Bisogna essere onesti, perché lo sanno tutti. Quando avevo 17 anni, e ho cominciato a giocare per lo Sporting Lisbona, molti club erano interessati a me. Ma l’uomo chiave è sempre stato lui, Jorge Mendes. Mi ha sempre dato la giusta direzione. Certo, mi ricordo che si parlava anche della Juventus, ed ero felice, perché era un club straordinario. Però, si parlava anche del Real Madrid, del Manchester United e di molti altri club. Ma il club che mi offriva condizioni migliori era il Manchester United, ed era il mio sogno, perché da quando ero bambino volevo giocare in Premier League. Mi piaceva molto più la Premier della Serie A. Uno dei miei obiettivi da bambino era giocare un giorno in Premier League e il Manchester mi ha dato quest’opportunità, soprattutto grazie a Sir Alex Ferguson e, ovviamente, anche Jorge mi ha aiutato ad arrivare lì.

Tu hai sempre giocato con il numero 7, io ho giocato il mondiale che ho vinto con il 7, mi piace molto. Ma ho sempre giocato con il numero 10. Fra 7 e 10 anni ,comunque, smetterai di giocare. Hai tantissimi interessi, stanno nascendo tante cose, dove ti vedrai in quel momento? Hai già idea di cosa fare? O è un pensiero in disparte?
In questo momento sono molto concentrato, ma so che un giorno mi dovrò ritirare dal calcio giocato. Però per ora mi godo il momento, che è buono, anzi molto buono. Mi diverto molto, però so che quando mi ritirerò avrò una bella vita. Ma non per i soldi. Voglio fare altre cose, voglio provare cose nuove. Voglio provare a fare dei film. Ho cominciato a programmare il mio futuro quando avevo 27-28 anni, molto tempo fa. Mi sono preparato, ho una bella squadra, delle ottime persone che lavorano nelle mie società, che mi aiutano a costruire dei bei progetti. Nel calcio sono molto tranquillo, perché dipende tutto da me, ma nella vita dipende tutto dall’intelligenza delle persone di cui ti circondi.

Grazie mille, grazie per la disponibilità e complimenti ancora per il premio
Sarebbe bello se potessimo giocare insieme. Sicuramente, mi daresti tanti buoni passaggi….