Le autorità giudiziarie britanniche hanno formalizzato le accuse per 6 persone in merito alla strage di Hillsborough del 1989 in cui morirono 96 tifosi del Liverpool. Le accuse sono di omicidio colposo, ostacolo alla giustizia, violazione delle regole di sicurezza e condotta negligente nello svolgimento dei pubblichi uffici.
Il Crown Prosecution Service ha formalizzato le accuse nei confronti di 6 persone per i fatti avvenuti il 15 aprile del 1989: allo stadio di Hillsborough a Sheffield, durante il match di semifinale di FA Cup contro il Nottingham Forest, morirono schiacciati 96 tifosi del Liverpool. Tra gli accusati figurano David Duckenfield, capo della pubblica sicurezza quel giorno presso lo stadio, e Peter Metcalf, l'avvocato che collaborò con la South Yorkshire Police ai tempi dell'inchiesta Taylor. Le accuse mosse nei loro confronti, sono a vario titolo di omicidio colposo, ostacolo alla giustizia, violazione delle norme di sicurezza e negligenza.
La polizia non apre i cancelli: 96 morti per asfissia
Quel giorno 96 tifosi del Liverpool persero la vita a causa della ressa e della calca che si creò nel settore ospiti dello stadio, che causò la morte per asfissia dei supporter rimasti schiacciati tra barriere e transenne. Numerose all’epoca furono le polemiche che colpirono la polizia inglese che, per timore di un’invasione in campo e non capendo la gravità della situazione, scelse di non aprire i cancelli dello stadio per lasciar fluire la massa di tifosi sul campo. Erano gli anni dell’emergenza hooligans, era ancora fresca la tragedia dell’Heysel, dove proprio i supporters Liverpool furono responsabili di violenze e della morte di 39 tifosi juventini.
Dalla Commissione Taylor alle scuse pubbliche di Cameron
In quel clima di emergenza che infuriava sul calcio inglese, all’epoca ancora escluso dalle coppe europee, il governo guidato da Margaret Thatcher scelse di attuare una politica durissima nei confronti del tifo, un pugno di ferro che portò all’istituzione della Commissione Taylor che aveva il compito di far luce sui fatti di quel tragico 15 aprile. Sarà un rapporto destinato a cambiare il corso della storia del calcio inglese. Affermando infatti la responsabilità dei tifosi del Liverpool per la tragedia appena avvenuta e scagionando del tutto la polizia dello Yorkshire da ogni accusa (anche sull’onda di un’inchiesta giornalistica clamorosa del Sun dal titolo “The truth”, rivelatasi poi una clamorosa montatura, che puntava il dito oltre ogni dubbio contro i tifosi inglesi) il governo Thatcher impose una rivoluzione senza precedenti: abolizione delle terraces, i famigerati posti in piedi negli stadi, introduzione di tornelli e biglietti nominativi.
Una rivoluzione culturale senza precedenti nel football d’Oltremanica, che cambierà radicalmente il modo di vivere il calcio destinato a diventare un modello esportato all’estero. Si scoprirà poi nel 2012, ben 23 anni dopo, che la verità era diametralmente opposta a quella proposta dal Rapporto Taylor. In seguito alle indagini di un’altra commissione voluta da David Cameron, emergeranno le responsabilità chiare e inequivocabili della polizia inglese, rea di non aver permesso ai tifosi di lasciare gli spalti, sottovalutando la portata di ciò che stava avvenendo.
Ma, cosa ancora più grave, mettendo poi in atto una poderosa opera di insabbiamento e copertura delle responsabilità , risalente fino ai vertici più alti delle istituzioni britanniche. Uno scandalo che porterà il premier Cameron a chiedere solennemente perdono ai parenti delle 96 vittime in una storica seduta dei Comuni. Fino alla notizia di oggi e alle incriminazioni di alcuni tra i più alti ufficiali di polizia in carica quel giorno, e collaboratori della stessa inchiesta Taylor. Una tragedia che ancora oggi è alla ricerca di responsabili.