Premier League, ecco perché il Liverpool ha strapagato Virgil van Dijk

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Federico Principi

van_Dijk_Getty

Al di là delle ragioni di mercato, il difensore olandese sembra avere le caratteristiche giuste per il gioco di Jürgen Klopp

VAN DIJK: "STRAPAGATO? ECCO COSA PENSO"

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L’acquisto ufficializzato poche ore dopo l’apertura del mercato invernale di Virgil van Dijk, per cui il Liverpool ha pagato 75 milioni di sterline al Southampton (circa 85 milioni di euro), lo ha fatto diventare il difensore più pagato di sempre. José Mourinho ha immediatamente innescato una polemica, giudicando ipocrita il comportamento di Jürgen Klopp, che a suo tempo aveva criticato le cifre a cui lo United aveva acquistato Pogba. L'allenatore tedesco ha risposto con una frase che dovrebbe ormai essere una sentenza scolpita nella pietra, e che invece è ancora troppo misconosciuta: «Non siamo noi a fare le cifre, ma è il mercato»; van Dijk da parte sua ha detto semplicemente: «Non posso farci niente».

Sull'ammontare del prezzo del trasferimento di van Dijk ha innanzitutto influito il fatto che il giocatore olandese sia passato da un club inglese all’altro, in un contesto in cui chi vende non ha disperato bisogno di soldi e può alzare le richieste, e chi compra di solito ha la disponibilità economica per assecondare la domanda. Difficilmente lo stesso giocatore sarebbe stato pagato più di 40 milioni se fosse passato da una squadra all'altra in Serie A, per fare un esempio.

Ma l'insistenza del Liverpool deriva non solo dalla volontà di vincere sulla concorrenza nel mercato, quanto piuttosto dal fatto che van Dijk è stato individuato come l'elemento perfetto per realizzare i princìpi di gioco del proprio allenatore: in maniera uguale e contraria a John Stones (passato dall’Everton al Man City per 47.5 milioni di sterline nell’estate del 2016) le alte cifre spese dai rispettivi club rispecchiano l'importanza che ciascuno ha dato a determinate caratteristiche del proprio difensore ricercato sul mercato. Stones e van Dijk hanno qualità differenti e sono stati acquistati con investimenti onerosi per soddisfare le diverse esigenze tattiche dei rispettivi club. Anche e soprattutto per questo, il prezzo lo fa il mercato.

Perfetto per Klopp?

Come ormai noto, l'idea di gioco di Klopp si fonda sul cosiddetto gegenpressing, ovvero la volontà di portare una feroce “riaggressione” (il termine corrispettivo in italiano) immediatamente successiva alla perdita del pallone in zone avanzate di campo. Per fare ciò, ovviamente, Klopp ha bisogno che linea difensiva si alzi e tenga corta la squadra. Tuttavia, negli ultimi mesi, l'allenatore dei "Reds" ha progressivamente limitato questo suo approccio in favore di fasi difensive più prudenti, con una linea più bassa: a venire contro i suoi princìpi sono state le caratteristiche dei suoi difensori centrali, non particolarmente a proprio agio a difendere lontano dalla porta, soprattutto Lovren.

Senza veder giocare van Dijk si potrebbe abbozzare un profilo tecnico su di lui basandosi unicamente sui dati statistici: al momento della sua firma con il Liverpool, tra i giocatori con almeno 10 presenze in campionato, van Dijk era ottavo in Premier League per intercetti puliti (2.61 per 90 minuti) e primo nella sua squadra; ma addirittura il 15.esimo nella rosa Southampton per contrasti effettuati (0.63 per 90 minuti, e solo il 54% vinti). Anche le sue abilità aeree sono testimoniate dai dati numerici: sempre tra i giocatori con almeno 10 presenze, van Dijk era 13.esimo in PL per duelli aerei ingaggiati (5.31 per 90 minuti, 74% vinti), dati importanti considerando la quantità di giocatori alti e forti fisicamente in Premier. Con i numeri di van Dijk viene fuori il ritratto di un difensore dotato nell'anticipo e nel tempismo, e l’osservazione diretta dei suoi movimenti non può che confermarlo.

virgil van dijk, mohamed salah, liverpool southampton
van Dijk sbaglia e apre la strada a Salah

L’indole all'anticipo lo espone a inevitabili errori, anche tattici. Qui a difesa schierata (e palla non completamente coperta) esce troppo lontano su Firmino, nonostante la chiusura del mediano (Davis). Libera così il corridoio per il filtrante di Coutinho, dove Salah segna il 2-0 bruciando Hoedt sul taglio.

Van Dijk è un difensore molto strutturato fisicamente (è alto 1,93 metri e gli viene attribuito un peso di 92 kg che sembra verosimile), al tempo stesso, però, non è un giocatore che affronta il proprio avversario direttamente, sia spalle alla porta che fronte alla porta, se non è praticamente certo di anticipare il pallone in modo pulito, evitando il puro scontro fisico. Raramente affonda il tackle se viene puntato in uno-contro-uno, preferisce temporeggiare, ma quando affronta un avversario girato di spalle tende a uscire anche lontano dalla linea difensiva per cercare di anticiparlo.

Il suo stile si sposa meglio con quello di una difesa più alta e aggressiva, come quella di Klopp, per l’appunto, piuttosto che con una fase difensiva posizionale. Sebbene le sue ottime doti aeree lo rendano efficace sui lanci lunghi della squadra avversaria (alimentando la pressione e tenendo alta la propria difesa) e sui cross nella propria area, le sue qualità atletiche spiccano di più in spazi più ampi. Va detto di un po' di difficoltà nei movimenti più rapidi, specie in agilità sullo stretto e in marcatura negli spazi angusti all’interno dell’area, ma in campo aperto è dotato di una progressione eccellente che gli permette di tenere anche attaccanti brevilinei. Fa un po' fatica a mettere in moto i primi due o tre passi, ma una volta innescata la sua corsa e presa velocità riesce a recuperare la profondità anche contro gli avversari più pericolosi in questo senso, come Salah, Agüero o Vardy.

Qui sotto lo vediamo in una situazione di questo tipo, contro una delle squadre che attacca meglio la profondità al mondo, il Manchester City di Guardiola. Van Dijk inizialmente marca Agüero, con il corpo rivolto verso di lui e la distanza ridotta al minimo.

virgil van dijk, kun aguero
van Dijk marca Agüero

Ma è anche ben orientato per coprire la profondità alle spalle del terzino. Appena la palla parte, lui si sgancia e con pochi passi finisce tra Gündogan e la palla.

virgil van dijk, ilkay gundogan
van Dijk copre bene la profondità su Gündogan

Le sue capacità difensive, insomma, sembrano perfette per rispondere alle esigenze di Klopp. Van Dijk sa difendere bene lontano dalla propria porta, leggendo in anticipo le traiettorie dell'eventuale transizione offensiva avversaria, sia nei passaggi classici che per le vie aeree. Ma è anche un difensore che non ha problemi a rincorrere eventuali avversari scappati alle spalle della linea difensiva, grazie al suo ottimo allungo in campo aperto.

Non un regista arretrato

In ogni caso non è possibile inserirlo in quella categoria di difensori centrali il cui valore di mercato lievita in virtù delle ottime capacità di playmaking, sempre più ricercate nel calcio contemporaneo: van Dijk non ha grandi qualità come passatore, specialmente nei passaggi verticali taglia-linee, preferendo quasi sempre semplici appoggi orizzontali. È più dotato, ma anche discontinuo, se si tratta di lanciare lungo alle spalle della difesa avversaria o per cambiare fronte, ma anche in questo caso non si può dire che van Dijk sia un vero e proprio lanciatore.

Nel gioco di Klopp è importante che il pallone arrivi agli uomini offensivi più rapidi e tecnici, e van Dijk non è stato scelto per avere un regista arretrato che peschi tra le linee uno dei suoi trequartisti, quando gli avversari pressano efficacemente i centrocampisti del Liverpool. Potrebbe però tornare più utile verticalizzando oltre la difesa avversaria, dove in quel caso la velocità di Mané e soprattutto Salah potrebbe compensare le non rare imperfezioni del difensore olandese nel gioco lungo. Inoltre, possiede delle buone capacità nelle conduzioni palla al piede, una soluzione che non disdegna. In particolare è molto bravo ad andare in dribbling anche in spazi stretti, mentre la sua velocità e la sua fisicità lo rendono ancora più efficace nel difendere e portare palla nelle sue conduzioni. Un altro aspetto su cui Klopp potrebbe insistere, per cercare più spesso di creare dubbi alla squadra avversaria e far arrivare palloni sulla trequarti con un passaggio più semplice, anziché con un laser pass più lungo e rischioso.

Anche se non è un centrocampista aggiunto, van Dijk ha discrete doti in conduzione e sufficiente carisma per lanciarsi in avanti e prendere decisioni ambiziose. Magari anche troppo ambiziose, come nel caso qui sopra.

È naturale che i soldi spesi per van Dijk generino inevitabili dubbi, ma non sono stati sborsati per caso. Klopp ha scelto un difensore che da anni conosce il calcio britannico (due stagioni nel Celtic Glasgow, due e mezza nel Southampton) e la sua grande fisicità, ma che al contempo viene dalla scuola olandese, più abituata a un calcio proattivo con fasi di non possesso aggressive e difesa alta. Le caratteristiche tecniche di van Dijk sono ottime per risolvere molti dei problemi del Liverpool: buona parte del suo rendimento dipenderà dalla capacità di reggere le inevitabili pressioni generate dal suo nuovo valore di mercato e dalla sua adattabilità in un sistema iperverticale e intenso come quello dell’allenatore tedesco. La squadra di Klopp non sta convincendo pienamente sul piano del gioco quest’anno, ma i risultati sono più che soddisfacenti: a inizio 2018 è quarta a soli 3 punti dal Manchester United secondo in classifica. Van Dijk avrà bisogno della sua forza mentale per neutralizzare gli inevitabili scetticismi dell'opinione pubblica e dovrà dimostrarsi calcisticamente all’altezza di una squadra di vertice inglese. A ventisei anni, d’altra parte, è il momento migliore per un calciatore di cui si parla da moltissimo tempo come uno dei migliori nel suo ruolo.