Il mondo del calcio piange Vichai Srivaddhanaprabha: con il suo entusiasmo e gli investimenti nel club di cui era proprietario, ha messo Leicester sulla mappa del Mondo
La favola più bella del calcio mondiale non ha avuto il suo lieto fine. La tragedia che ha sconvolto il Leicester sabato sera sembra ancora più crudele ripensando all’incredibile stagione del titolo. Quello vinto solo 3 anni fa. Claudio Ranieri, un gruppo di giocatori sconosciuti e un proprietario venuto da un paese non calcistico avevano confezionato una storia incredibile. Di successo e di riscatto. Gente improbabile che assieme, come per magia, aveva fatto materializzare un successo che aveva coinvolto, se non commosso tutto il mondo. Anche quello non sportivo.
Tutti abbiamo tifato per il Leicester
Una leggenda da tramandare per sempre. Un moderno libro di favole dove la fatina ha l’accento romano, le stelle hanno i pantaloncini e le scarpe coi tacchetti e il mago col cappello a cono ha tratti somatici asiatici e dalla sua bacchetta magica escono fiori di loto e sterline. Un mondo dorato di vittorie, regali e sorrisi. Giorni incredibili che hanno messo Leicester sulla mappa del Mondo. Dal Canada all’Australia, dell’Etiopia alla Lituania in tanti potevano recitare a memoria l’11 dei miracoli di Ranieri, conoscevano la storia di redenzione di Vardy e mettevano la Thailandia, indirettamente, per merito del suo proprietario, tra le protagoniste del calcio mondiale. Un’avventura che ha permesso a chi aveva sempre perso nella vita di credere che si può anche vincere alla fine. Almeno una volta. Una storia bella, pulita, positiva. Non è durata. Evaporate le bollicine dello champagne è sfumata anche la cornice fiabesca. Sulle stelline e i fior di cassia sono arrivate nubi scure perché la gestione della felicità a volte può essere complessa. Neanche una stagione e Ranieri, vittima delle gelosie dello spogliatoio, è stato esonerato, i vari Vardy, Morgan e Schmeichel da colonne di un castello bianco si sono trasformati nei paladini del male e il successo ha voltato le spalle al King Power Stadium.
Il sorriso diventato una smorfia
Altri due manager si sono avvicendati in panchina, la realtà si è rovesciata, dall’Europa alla ben conosciuta lotta per la salvezza. Una cosa però anche nel momento peggiore non era mai mancata: il supporto del proprietario. Il suo entusiasmo, gli investimenti nel club e forse anche quell’ingenuità di fondo che accompagnava nel mondo del calcio, ma davvero solo in quello, Vichai Srivaddhanaprabha. Miliardario Thailandese, Re dei Duty Free, era innamorato del polo, ma è col calcio che è diventato un personaggio mondiale. Grazie al suo istinto per gli affari e per le persone, più che per quello sport senza cavalli. Un uomo determinato, ma generoso, gentile e al tempo stesso duro. Quello che si era fatto travolgere di meno dall’ondata del trionfo e che alla fine, se gli perdoniamo la poca personalità di non aver saputo difendere il manager del suo trionfo, era tutto sommato rimasto a Leicester l’ultimo legame positivo dei giorni belli. L’ultimo degli artefici del miracolo sportivo. L’ultimo. Da ieri quell’evento incredibile che tutti potevano toccare è passato ad essere leggenda. In modo brutto, violento. Ingiusto. Ingiusto per tutti. In questa triste domenica ci siamo svegliati non solo con l’ora solare, ma anche con l’amara conferma che neanche le favole hanno più il loro lieto fine: chi glielo dice ai grandi?