Squadre B, ecco tutti i talenti emersi nei principali campionati europei

Calcio

Le seconde squadre all'estero hanno fornito in questi anni una quantità enorme di campioni: da Messi a Morata per finire con Boateng e Lacazette, ecco tutti i grandi giocatori che si sono distinti nelle squadre B prima di fare il grande salto nella formazione maggiore

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Il primo passo per un rinnovamento del calcio italiano è stato fatto. Mercoledì, infatti, il subcommissario della FIGC Alessandro Costacurta ha annunciato l'introduzione delle squadre B nella terza serie italiana, la Serie C, a partire dalla prossima stagione. Una novità assoluta per il nostro Paese, una consuetidine invece nella maggior parte dei principali campionati europei. In Spagna e in Germania sono ormai anni che i club più importanti possono usufruire di seconde squadre nelle quali fa crescere giovani talenti e dalle quali poi poter attingere per innesti che a volte si sono rivelati assoluti campioni, arrivando anche ad alzare la Champions League.

Il modello più virtuoso, in tal senso, è sicuramente quello del Barcellona. La Cantera blaugrana ha sfornato negli ultimi decenni una quantità impressionante di talenti che, prima di emergere a grandi livelli, si sono fatti le ossa nel Barça B. Tra questi è compreso ovviamente anche Lionel Messi che, tra squadra B e C, ha raccolto in due stagioni 32 presenze prima di compiere il salto tra i grandi e fare incetta di trofei. Percorsi simili li hanno intrapresi anche altre due bandiere blaugrana, Xavi e Iniesta. Il primo, oggi all'Al-Sadd, ha giocato tra il 1997 e il 1999 con il Barcellona B, esordendo nel frattempo in prima squadra, mentre l'attuale capitano del club catalano, che in estate lascerà la squadra, ha disputato tre stagioni con la formazione B, prima di diventare il direttore d'orchestra del Dream Team spagnolo. Ancor più rapida è stata invece la scalata di Sergi Busquets, promosso dopo una sola grande annata da protagonista con il Barça B, mentre ha dovuto aspettare quattro anni Sergi Roberto, probabilmente perché bloccato da un certo Dani Alves. Oltre a loro, tanti altri calciatori della Cantera si sono affermati ad alti livelli, ma hanno preferito proseguire la propria esperienza lontani da casa, come Thiago Alcantara e il fratello Rafinha - quest'ultimo in prestito all'Inter -, Pedro, Deulofeu e anche Patric, terzino della Lazio. Questo tipo di modello viene attuato non solo nei confronti dei calciatori, ma anche degli allenatori. Sia Pep Guardiola che Luis Enrique infatti, entrambi vincitori del Triplete sulla panchina del Barcellona, si sono distinti prima nella squadra B e poi hanno ricevuto la fiducia per guidare i senior.

Il Real Madrid non è rimasto a guardare e ha puntato tanto negli ultimi anni sul proprio settore giovanile. Alvaro Morata, ad esempio, prima di esplodere con la camiseta blanca ha dovuto sudare e mettersi in mostra nel Real Madrid Castilla, realizzando 41 gol in 77 presenze. Suo partner d'attacco è stato all'epoca Jesé Rodriguez, protagonista più in negativo ultimamente, autore di 30 reti in 77 partite prima di iniziare a segnare con regolarità anche nella squadra maggiore. Il Castilla ha rappresentato la prima opportunità a livello professionistico anche per Dani Carvajal, oggi al Real, ma passato nel frattempo a Leverkusen per continuare a maturare dopo l'esperienza biennale nella squadra B di Madrid. Lo stesso scenario ha caratterizzato anche la carriera di Borja Mayoral, Casemiro e Lucas Vazquez, rientrati alla base dopo il prestito. Anche qui c'è chi ha raccolto maggiori fortune altrove, come Borja Valero, Callejon, Marcos Alonso e Mata. In passato è toccato invece a Casillas fare questi piccoli passi, partendo addirittura - in giovanissima età - al Real Madrid C. Così come il Barcellona, anche il Castilla ha rappresentato per Zidane la scuola dove crescere come allenatore e guadagnarsi il diritto di poter allenare i Blancos.

Nel Real gioca poi anche Theo, anche lui esploso in una squadra B: non nel Castilla, bensì nella seconda formazione dell'Atletico Madrid. Nell'Atletico B si è fatto notare anche Koke, oggi primatista di presenze UEFA con la maglia Colchoneros, oltre a Saul, Gabi e Thomas Partey, tutti passati però da esperienze esterne in prestito che hanno fatto da ponte al passaggio dalla squadra B a quella maggiore. È cresciuto tra Atletico B e senior anche il portiere De Gea, oggi numero uno del Manchester United. Naturalmente anche altre società spagnole hanno prodotto ottimi elementi in queste stagioni attraverso le loro squadre B, come il Valencia, dove sono cresciuti David Silva, Jordi Alba e Albiol, il Siviglia, che ha sfornato Alberto Moreno, Luis Alberto e Fazio, l'Espanyol con Bailly, l'Osasuna con Monreal, il Villarreal con Santi Cazorla, Musacchio e Iago Falque o il Levante con Iborra.

Chi si è affermato in Germania

In Bundesliga il sistema è molto simile, con una piccola sottile differenza: le seconde squadre non possono andare oltre la terza divisione, ma non ci sono limiti di età ed è possibile passare dalla squadra maggiore a quella B o viceversa in qualsiasi momento della stagione. Il Bayern è ad esempio una di quelle società che ha puntato tanto sui giovani per mettersi alle spalle uno dei periodo meno produttivi della propria storia. Nonostante questo ha dovuto spendere per riprendersi Mats Hummels, cresciuto proprio nel Bayern II, ma trasferitosi poi altrove, con tanto di pentimento del club bavarese. Lo stesso errore è stato commesso anche con Emre Can, mentre è stato evitato con Thomas Muller, salito tra i grandi dopo i 15 gol in 35 presenze con la seconda squadra. Lo stesso è avvenuto anche con Jerome Boateng ed Alaba, mentre più curioso il caso di Wagner, affermatosi sia con il Bayern II che con il Werder Brema II. Tra le fila della seconda formazione di Stoccarda hanno esposto il loro talento Sebastian Rudy, il portiere Leno, ma soprattutto Antonio Rudiger e Sami Khedira, oggi punto fermo del centrocampista della Juve. Tra i bianconeri gioca anche Howedes che ha esordito nello Schalke 04 II, così come Matip, attualmente al Liverpool. Il gioiello del Dortmund è invece Weigl, maturato però al Monaco 1860 II, così come i fratelli Bender. Weigl ha sostituito nel centrocampo del Borussia un talento come Gundogan, cresciuto nel Bochum II. Purosangue gialloneri sono invece Weidenfeller e Schmelzer. 

Il modello francese

In Inghilterra dal 2012-13 il campionato riserve, prima riservato solo ai massimi club del calcio d'Oltremanica, si è trasformato nel Professional Development League, il quale è diviso in due fasce d’età (Under 21 e Under 18), basato su due livelli per il campionato Under 21 e su tre livelli per quello Under 18. È un modello più vicino a quello della Primavera italiana che non a quello spagnolo, mentre rappresenta una via di mezzo ciò che accade in Francia. Nel Paese transalpino esistono le squadre B, ma non fanno parte del calcio professionistico. Possono giocare al massimo in CFA1 (la quarta serie). Anche in questo caso non ci sono limiti né sull'età né sul possibile trasferimento dei giocatori. L'occasione di affrontare gente più esperta ha comunque permesso negli anni di formare talenti che hanno poi avuto un ruolo da protagonista a livello mondiale. Un esempio è Patrice Evra, cresciuto nel Nizza 2 dopo la prima esperienza italiana nel Monza, oppure Lacazette, affermatosi nella seconda squadra del Lione con 23 gol tra il 2008 e il 2010 prima di diventare capitano e capocannoniere della formazione senior. Il talento di Varane, difensore del Real, è invece esploso nel Lens 2: 9 partite prima di compiere il salto tra i grandi e andare poi a vincere tutto con il Real. Anche Bacary Sagna, oggi al Benevento, si è fatto le ossa nell'Auxerre 2, ma non è l'unico giocatore della Serie A ad essere maturato nelle formazioni minori francesi. Fofana si è fatto notare al City dopo una piccola parentesi con il Lorient 2, Karamoh si è distinto tra Caen 2 e prima squadra, prima di trasferirsi all'Inter. Nei nerazzurri gioca anche Perisic, formatosi nel Sochaux 2. Il Psg quest'anno ha fatto debuttare i giovani Timothy Weah e Nkunku, ma entrambi avevano collezionato 30 presenze complessive con la squadra B del club parigino. Uno dei difensori francesi più promettenti, di proprietà del Chelsea, è invece Kurt Zouma, salito agli onori della ribalta già ai tempi del St Etienne 2.

I talenti delle squadre B portoghesi

Struttura praticamente identica alla spagnola è invece quella riprodotta in Portogallo, con i club obbligati  ad avere in rosa 10 giocatori formati nella stessa società con età compresa tra 15 e 21 anni e iscritti alla federazione portoghese da almeno 3 anni. È così che sono emersi i talenti di Joao Cancelo e Renato Sanches, entrambi scuola Benfica, protagonisti rispettivamente con 51 e 34 presenze nella formazione B prima di fare il grande salto nella squadra maggiore delle Aquile. Stesso percorso lo hanno compiuto anche Bernardo Silva, oggi al Manchester City, André Gomes, mediano del Barcellona, e Gonçalo Guedes, attualmente di proprietà del Psg ma in prestito al Valencia. Dal Porto B sono invece emersi Bruno Alves e soprattutto André Silva, in grado di realizzare 24 gol in 83 partite in giovanissima età. Nello Sporting Lisbona B è invece cresciuto Joao Mario, così come José Fonte e Gelson Martins, tutti elementi che si sono laureati campioni d'Europa con la propria Nazionale. Sempre tra i biancoverdi si è distinto Medeiros, oggi uno dei volti più interessanti del Genoa. Rimanendo in Serie A scoviamo altri talenti cresciuti nelle formazioni B di altri campionati, come quello ceco. Krejci ad esempio ha esordito da professonista nello Sparta Praga B, mentre all'estero i difensori Dragovic e Wimmer, entrambi di caratura europea, hanno sviluppato il proprio talento tra le fila dell'Austria Vienna II e del LASK Juniors.