Melayro Bogarde, chi è il più giovane olandese di sempre a debuttare in Bundesliga
BundesligaDifensore moderno, classe 2002. Con il debutto in Mainz-Hoffenheim è diventato il giocatore olandese più giovane di sempre ad esordire in Bundesliga (18 anni e due giorni). Ha detto no a Guardiola e alle grandi di Premier. E' nipote dell'ex Milan Winston Bogarde
Mascherina scura, occhi bassi e concentrati. Melayro Bogarde non ha vissuto un pomeriggio normale, perché da qualche ora è il giocatore olandese più giovane di sempre ad esordire in Bundesliga. 18 anni e 2 giorni. Già, è diventato maggiorenne il 28 maggio e non poteva ricevere regalo migliore di quello impacchettato da Alfred Schreuder. L'allenatore dell'Hoffenheim lo aveva portato in panchina già quattro volte in questa stagione. Il giovane difensore olandese avrebbe potuto esordire anche prima, ma lo stop per il Coronavirus lo ha costretto ad aspettare ancora un po'. Poi è successo che Benjamin Hübner si è fatto espellere nel match contro il Colonia e che Stefan Posch è stato spostato a destra per sopperire all'assenza di Pavel Kaderabek. Coincidenze e giochi del destino, che permettono a Bogarde di essere schierato al centro della difesa insieme ad Havard Nordtveit (11 anni in più). Battuto dunque il record di Daishawn Redan, attaccante olandese dell'Hertha Berlino che lo scorso 25 agosto aveva esordito all'età di 18 anni e 204 giorni. Il suo connazionale può sorridere, perché ha ristretto il primato di 202 giorni e perché, a differenza di Redan che perse 3-0, ha festeggiato l'esordio con una vittoria. 0-1 il risultato finale sul campo del Mainz, secondo successo consecutivo e Hoffenheim settimo in classifica in piena zona Europa.
Guardiola? No, grazie
Bogarde è entrato in campo così tanto carico da beccarsi un'ammonizione dopo appena 12'. Colpa di un brutto fallo su Moussa Niakhaté, rimasto a terra per qualche minuto in preda al dolore. Anche per questo la partita dell'olandese è durata appena 45', con Schreuder che ha deciso di sostituirlo all'intervallo. Classe 2002, ma la testa è già matura. Nel 2018, addirittura prima che compisse 16 anni (età minima per poter firmare un contratto da professionista) lo chiamarono le big di Premier. Dal Manchester United all'Arsenal, dal Liverpool al Chelsea. Piaceva anche al City di Guardiola, che in lui rivede Stones per altezza, forza e capacità di giocare la palla. Bogarde, che ha trascorso 10 anni nelle giovanili del Feyenoord, dice no grazie: "Non volevo andare in un club che poi mi avrebbe girato in prestito per anni", spiegherà. E' in cerca di stabilità e di un contesto che lo possa esaltare senza troppe pressioni. Non c'è niente di meglio della Bundesliga e di Hoffenheim, piccola frazione di Sinsheim, città che non supera i 35mila abitanti. La scelta si rivela azzeccata, anche perché mister Schreuder è olandese come lui e gli dà fiducia subito, chiamandolo in prima squadra almeno tre o quattro volte a settimana. Poi ad ottobre il Mondiale U17 giocato in Brasile (arriverà fino alla finale per il terzo posto) e, una volta tornato, una decina di partite con l'U19 del suo club.
Difensore moderno
Alto quasi un metro e novanta, fisico possente e gambe lunghe. Bogarde fa parte di quei difensori olandesi della nuova generazione che stupiscono un po' tutti. Bravo con i piedi, gli piace salire a centrocampo e partecipare alle azioni offensive quando si presenta l'occasione. Piede destro, può giocare al centro della difesa ma anche spostato sull'esterno, facilitato dalla capacità di corsa. In molti lo paragonano a Rudiger.
Nipote d'arte
Melayro è nipote di Winston Bogarde, anche lui ex difensore e con un passato pure in Italia. Dopo gli anni olandesi con Excelsior, Sparta Rotterdam e Ajax, nel 1997 venne acquistato dal Milan a parametro zero in un'operazione che vide coinvolto anche il connazionale Patrick Kluivert. A causa della concorrenza di Maldini e Ziege, Capello lo utilizzò come terzino destro, ottendendo però risultati negativi. Schierato infine come centrale, raccolse solo tre presenze in stagione. Da lì il passaggio al Chelsea di Vialli, ma poi anche a Londra - una volta arrivato Ranieri - giocò solamente 11 gare in quattro anni. Rimasto svincolato, dopo essersi allenato con l'Ajax, nel 2005 annunciò il ritiro.