Mario Gomez si ritira dal calcio dopo la stagione allo Stoccarda

Bundesliga

Mario Gomez ha vinto l'ultima sfida: riportare lo Stoccarda in Bundesliga dopo la clamorosa retrocessione. L'attaccante chiude una carriera ricca di alti e bassi, con i tanti successi al Bayern Monaco, la sfortunata parentesi a Firenze e quel rimpianto per i Mondiali del 2014

Dallo Stoccarda allo Stoccarda, con la festa per il ritorno in Bundesliga: la chiusura perfetta di quel cerchio che è la carriera di Mario Gomez. Che, dopo la festa promozione di quella che ha sempre definito "la mia squadra", ha deciso di dire basta mettendo fine a un percorso ricco di gol e successi, ma anche di cadute e risalite. Gli ultimi due anni e mezzo rappresentano la sintesi perfetta della sua carriera. A gennaio 2018 l'emozionante ritorno allo Stoccarda dopo dieci anni, lo straordinario impatto con gli 8 gol segnati nel girone di ritorno della Bundesliga e poi il crollo. La stagione 2018/2019 fu disastrosa: appena 7 gol in campionato e una clamorosa retrocessione, con tanto di esclusione dall'undici titolare nella doppia sfida play-out contro l'Union Berlino. L'ultima caduta di Mario Gomez, uno che è sempre stato abituato a non mollare. Non l'ha fatto neanche l'estate scorsa, quando decise di accettare una riduzione di stipendio e di restare anche nella Seconda Divisione tedesca. "Lo Stoccarda non lo abbandono, tutto è iniziato qui e tutto deve finire qui": promessa mantenuta, così come quella di riportare subito questo club in Bundesliga. E di ritornare a vincere lì dove tutto è cominciato, dagli esordi alla promozione a centravanti titolare ottenuta da Giovanni Trapattoni, uno dei primi a credere in lui. Mario Gomez ce l'ha fatta, si è rialzato ancora un'ultima volta prima di ritirarsi. E l'ha fatto ottenendo il successo forse più bello di una carriera che lo ha visto arrivare sin sul tetto d'Europa oltre che di Germania, la prima volta proprio con il suo Stoccarda nel 2007.

La scelta di Firenze e la sfortunata esperienza in Italia

Tedesco, ma con il nome spagnolo e con il cuore caldo del mediterraneo. Eredità delle sue origini andaluse, che lo hanno portato a vivere sempre con passione e istintività la sua vita. Caratteristiche che, nella sua lunga carriera, lo hanno portato a scegliere sorprendente Firenze dopo gli anni d'oro vissuti al Bayern Monaco. Gomez scelse di accettare l'offerta di Della Valle, preferendo la Fiorentina al Napoli, alla Juve e ad altri top club europei. In 25mila lo accolsero al Franchi, accorrendo allo stadio solo per vederlo indossare per la prima volta la maglia viola. Un colpo di fulmine sfociato in grande affetto, ma mai definitivamente in amore. Colpa delle sue ginocchia fragili, che non gli permisero mai di esprimersi ad alti livelli in Italia. Appena 7 gol in Serie A in due anni, 10 in totale considerando anche le coppe. Una doppietta alla seconda di campionato, ma fu solo un'illusione. Gomez restò fermo per cinque mesi per una lesione al legamento di un ginocchio, poi a marzo fu costretto a fermarsi di nuovo per una lesione al collaterale dopo un gran gol alla Juve agli ottavi di Europa League. La successiva stagione fu ugualmente sfortunata: prima un infortunio alla coscia, poi quello alla caviglia. In mezzo tanti gol sbagliati, le critiche, le difese di Montella e qualche gol illusorio. Storia di una passione travolgente mai sbocciata definitivamente in amore.  

I successi in Germania e l'avventura in Nazionale

Le cose migliori, Mario Gomez le ha sempre fatte in Germania. Dal titolo allo Stoccarda al successivo trasferimento al Bayern Monaco, conquistato a suon di gol dopo una partenza non proprio semplice. L'attaccante, infatti, arrivò poco prima di van Gaal, che lo definì "un investimento non necessario al progetto". All'epoca, infatti, Gomez fu l'acquisto più oneroso della storia del club tedesco, che lo pagò ben 30 milioni dallo Stoccarda. E il centravanti classe 1985 ben presto smentì van Gaal, segnando valanghe di gol: 113 in 174 partite distribuite in quattro stagioni, che hanno contribuito a vincere 2 campionati, 2 coppe di Germania, 2 supercoppe e una Champions League. Tanti successi in patria, che si vanno ad aggiungere all'unico ottenuto all'estero: il campionato con il Besiktas. La Turchia, infatti, segnò una delle tante rinascite di Gomez, quella post-Firenze, con 26 gol siglati in 33 partite, insieme alla successiva annata al Wolfsburg con 18 reti. Il totale? 303 gol con le squadre di club. A questi vanno aggiunti i 31 segnati in Nazionale, di cui Gomez è stato titolare per anni. Dall'Europeo del 2008 a Russia 2018 ha partecipato a tutte le grandi competizioni, tranne ad una: il Mondiale 2014, vinto dai tedeschi e perso a causa della prima sfortunata stagione a Firenze. Uno dei tanti rimpianti dell'uomo con il sangue andaluso, ma legato da sempre alla Germania. E a Stoccarda, ovviamente: palcoscenico dell'atto conclusivo, della risalita finale dopo la più brutta delle cadute. Gomez si è rialzato per l'ultima volta e lo ha fatto a casa sua, regalandosi l'ultima gioia prima di ritirarsi.  

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