Quando ha iniziato a inseguirla, Dybala aveva 3 anni: all'enorme collezione di trofei del portiere della Juventus manca solo la coppa con le orecchie, complici le due finali perse. "Un altro pezzo di storia è stata scritta - ha postato sui social -. Ma la più bella è sempre quella che dovrà essere ancora raccontata..."
Riusciamo quasi a immaginare la scena. Gigi Buffon che si aggira per il salotto di casa, si sofferma davanti alla bacheca e sbuffa di fronte a quello spazio vuoto con le orecchie, nonostante le mensole trabocchino di ogni genere di trofeo. Sette scudetti, 3 Coppe Italia, 6 Supercoppe, una Uefa, per non parlare del Mondiale: nel corso della sua infinita carriera, il 39enne Gigi ha alzato una coppa dopo l'altra, eppure la Champions resta il suo piccolo tormento. La insegue da sempre, fin da quando ‘u picciriddu’ Dybala - che ora lo sta aiutando in questa missione -, dribblava tutti nel giardino dell’asilo.
C’è di peggio nella vita, sia chiaro, ma il fatto di averne viste sfumare due in finale rende il tabù ancora più bruciante per uno abituato a riscrivere record ogni volta che infila i guanti. Fa ancora male quella persa nella notte di Manchester contro il Milan, quando Dida fu più bravo di lui solo nel tiro a segno finale dal dischetto; è stata in parte esorcizzata, invece, la delusione di due anni fa contro il Barcellona, grazie a un doppio confronto nei quarti da cui Buffon è uscito con i guanti bianchi. Legittimo farci un pensierino, allora: superato l’ostacolo Barça, mancano solo due passi per poter afferrare quelle orecchie e riporle sullo scaffale.
Un po’ di numeri allora, per giustificare quella che a questo punto è una più che legittima candidatura. Alla fine dello scontro tra miglior difesa e miglior attacco, tradotto in sigle “BBC contro MSN”, ha trionfato la difesa (segnando anche un gol con la C di Chiellini, all’andata). Buffon? Lui ha vinto il suo duello personale con Messi, e scusate se è poco, riuscendo ancora una volta a non subire gol dal marziano da oltre 500 reti in carriera. Così, in tutto fanno 9 partite di Champions giocate in questa stagione, con ben 7 ‘clean sheet’ e appena 2 gol subiti, entrambi nella fase a gironi. Zero tra ottavi e quarti: l’ultima semifinalista di Champions che ci riuscì è l’Arsenal del 2006 (che in semifinale eliminò anche il Villarreal senza prendere gol, per poi perdere la finale contro il Barcellona). Facendo i conti, l’ultima volta che Buffon si è dovuto chinare a raccogliere la palla della Champions in rete era il 22 novembre, contro il Siviglia. Da quel momento, 569 lunghissimi minuti da imbattuto.
Ovviamente una grossissima mano gliela stanno dando i compagni, visto che anche solo arrivare dalle parti di Buffon è alquanto complesso (figuriamoci tirare), come testimonia la media delle parate effettuate dai 4 portieri semifinalisti di Champions. Gigi viene chiamato in causa 1.62 volte a match (nella gara di ritorno con il Barcellona ha fatto registrare un solo intervento) e rimanendo focalizzati su ottavi e quarti, allo zero (gol subiti) di Buffon, i suoi colleghi rispondono così: 3 Oblak (Atletico Madrid), 5 Navas (Real Madrid), 9 Subasic (Monaco).
C’è poi una parata-manifesto, nel doppio scontro con il Barça, che spiega bene cosa sia ‘questo’ Buffon: portiere capace di restare inoperoso per lunghi tratti di gara, ma di schizzare come una molla la 1,62 volta che viene chiamato in causa. Possiamo tranquillamente affermare che, oltre alla doppietta di un super Dybala – a suo agio contro il Barcellona come lo era nel giardino dell’asilo –, il risultato dell’andata sia stato largamente indirizzato dalla paratona di Buffon su Iniesta: eravamo sull’1-0, sarebbe stato l’1-1, sarà il 2-0 pochi secondi dopo. Se mai la Juve dovesse veramente completare il proprio cammino, quello è forse l’evento – la svolta – a cui si potrà far risalire tutto.
Barcellona come esame di maturità, ma non solo: per chi ci crede, è anche un test che porta bene. Dalla Champions 2005/2006 a oggi, tutte le squadre che sono riuscite a eliminarlo sono poi arrivate in finale.
E c’è di più: tre squadre sono riuscite nell’impresa di lasciare all’asciutto l’attacco del Barcellona nell’arco dei 180’ - il Manchester United nella semifinale del 2008, il Bayern Monaco nella semifinale del 2013, il Liverpool nella semifinale (di Coppa Uefa) del 2001 - e tutte e tre, al termine della stagione, hanno sollevato al cielo la coppa. Se Gigi lo sapesse correrebbe subito in salotto a rovistare tra i trofei della sua bacheca. In mezzo a tutto quel luccicare di coppe ci sarà pure qualche vecchio pezzo di ferro da toccare…