Liverpool, Salah e gli idoli d'infanzia: "Totti, Ronaldo e Zidane". Su Klopp e la finale...

Champions League

"Real? Fortissimi, ma si gioca undici contro undici. A Roma tutti mi dicevano di rimanere, ma io volevo avere successo in Inghilterra. Zidane, Totti e Ronaldo i miei idoli". E ancora: "Klopp è un nostro amico, siamo un gruppo molto unito. Con Mané e Firmino tutti sullo stesso livello". Ecco le parole di Salah al sito ufficiale Uefa prima della finalissima di Champions

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Liverpool contro Real Madrid non sarà Salah contro Real Madrid, e a giurarlo è proprio Momo alla vigilia della partita più importante della sua carriera. Il primo flop in Inghilterra col Chelsea, dunque i primi grandi squilli con Fiorentina e Roma dove Salah si rivela al mondo: velocità supersonica, dribbling mozzafiato, ma da quest’anno anche una valanga di gol. 44 tra tutte le competizioni, premi e record. Ma quello che conta è sempre la squadra: “Siamo amici. La maggior parte di noi va fuori a cena insieme o passa comunque molto tempo a stretto contatto - ha detto l’egiziano al sito ufficiale Uefa - e questo ci ha aiutato molto a crescere come gruppo”. Perché quello dei Reds è un complesso da favola, di cui l’egiziano ne è certamente il front man. Calcio heavy metal, come l’ha definito Klopp: “Lui non è solo mio amico, è amico di tutti in squadra - prosegue Momo - in campo ti dà la libertà di esprimerti con il tuo stile di gioco. Ai calciatori trasmette sempre la sicurezza: tutti hanno fiducia e questo è il motivo per il quale segniamo così tanti gol”. Sì, i gol, tantissimi, 10 solo in Champions, ma quale il più bello? Pochi dubbi per Salah: “Quello contro il City”, anche se per la gloria c’è ancora un ostacolo durissimo da affrontare.

Idoli d’infanzia

“Vincere la Champions League è diverso da qualsiasi altra cosa - dice Salah - un’impresa eccezionale. Ricordo due anni fa quando in Egitto guardai la finale: un’atmosfera pazzesca”, anche se il Real è sempre il Real: “È il club che ha vinto la coppa più volte di tutti. Addirittura tre volte negli ultimi quattro anni. Loro hanno tanta esperienza ma questa è una partita secca e quando scendi in campo si gioca sempre in 11 contro 11”. Motivazioni? Tante, tantissime, e da sempre. Come quelle nate fin da bambino quando una finale così importante era ancora solo un sogno. I suoi idoli d’infanzia? “Zidane”, che lo guarderà da avversario sulla panchina del Real, con sicuramente in tasca un piano tattico per fermarlo. “I miei idoli erano calciatori totalmente diversi dagli altri nel loro modo di giocare - ha detto Salah - oltre a Zidane c’erano anche Totti e Ronaldo”, il Fenomeno.

Salah, Mané-Mané and Bobby Firmino

Novanta minuti e una coppa da alzare al cielo, ci riuscisse davvero Salah sarebbe il primo egiziano a fare l’impresa, una cosa che in patria lo porterebbe forse al livello dei grandi faraoni dell’antichità. La chiave per la vittoria? “Lavorare sodo - dice Momo all’Uefa - la cosa più importante è mantenere questo livello e riuscirci anche nella stagione successiva, ma adesso abbiamo una finale quindi dobbiamo pensare solo a quello. In passato ho giocato due anni a Roma e ho disputato due grandi stagioni. Molti mi dicevano di rimanere, ma io avevo in mente di andare in Inghilterra per avere successo lì”. Vero, missione (quasi) compiuta, e anche grazie al grande affiatamento del trio d’attacco, il più prolifico della stagione (86 gol), e di sempre in una singola edizione della Champions (29): “La cosa più importante per noi è aiutare la squadra a segnare. Non importa chi fa gol: conta solo vincere - e i numeri giustamente non mentono - io ho fatto dieci reti in Champions League, Mané nove, Firmino dieci, quindi siamo tutti sullo stesso piano. Nessuno di noi è egoista o pensa solo a fare gol, cerchiamo sempre di aiutarci tutti quanti a vicenda”.