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Crisi Manchester United, Mourinho punge la squadra: "Ci sono grandi attori tra i miei giocatori"

Champions League

L’allenatore portoghese ha parlato alla vigilia della partita di Champions contro il Valencia, punzecchiando un po’ i suoi: "Tutto quello che dovevo fare, l’ho fatto. Il problema è che alcuni giocatori sono tristi, altri sembra non abbiano mai perso una partita”. Poi non smentisce la telefonata di Zidane: "Mi ha chiamato? Chiedete a chi lo ha scritto..."

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Manchester, la città dai due stati d’animo. Già, almeno calcisticamente parlando. Da una parte, sponda City, si esulta per il primo post in classifica, conquistato nell’ultimo turno di campionato grazie al pareggio fra il Chelsea e il Liverpool. Dall’altra, invece, piove sul bagnato. Lo United di Mourinho è nuovamente sprofondato nella crisi di inizio stagione. Non vince da tre partite: un pareggio e due sconfitte, l’ultima a Londra con il West Ham. La vittoria manca dallo scorso 19 settembre, dunque. Dalla partita di Champions giocata e vinta contro lo Young Boys. Adesso, per Mourinho, è di nuovo tempo di tornare in Europa. Chissà che non sia di buon auspicio.

Giocatori dallo stato d’animo diverso

Il suo United, infatti, affronterà il Valencia, sempre con un occhio di riguardo su quanto succederà allo Stadium fra gli svizzeri e la Juventus, vera e propria rivale per il primato nel girone: “La settimana che porta alla Champions è sempre bella – ha commentato Mourinho nella conferenza stampa della vigilia – tutti vogliono giocare gare del genere, ma non tutti possono. Per quello c’è grande competizione durante gli allenamenti”. Da parte di qualcuno, almeno. Perché poi il portoghese alza i toni e se la prende con la sua squadra: “Tutto quello che potevo fare per migliorare le cose, l’ho fatto. Ciò che dipende da me, lo faccio. Il problema è che vedo reazioni differenti da parte dei giocatori. Alcuni sono tristi, altri sembra che non abbiano mai perso una partita. Altri, infine, sono un po’ risentiti, ma non troppo. Tuttavia continuo a essere lo stesso ragazzo di 20 anni fa e a credere che i miei giocatori siano onesti, che cerchino sempre di dare tutto, anche se poi il rendimento in campo è diverso. Inoltre ognuno è diverso: puoi ridere ed essere la persona più triste del mondo oppure puoi avere una faccia tristissima ed essere un fantastico attore, perché dentro di te sei felice".

La telefonata di Zidane

Serve un’altra testa dunque. Serve remare tutti dalla stessa parte per uscire da una crisi che dura da inizio stagione. Insomma, servono vittorie per allontanare anche il fantasma di Zidane, che già in molti sostengono si stia raggirando dalle parti di Old Trafford: “Se mi ha chiamato per ribadirmi che non vuole farmi le scarpe? Chiedetelo a chi lo ha scritto, non a me”. Poi sul rapporto con il d.g Ed Woodward: “E’ un fatto privato. Se abbiamo avuto un confronto lo devo sapere io, non voi. Vi chiedo per caso con chi è stata la vostra ultima chiamata?”. Eccolo, il solito Josè Mourinho di sempre. Quello che difende la squadra nei momenti difficili, catalizzando l’attenzione su di sé. Adesso, però, è ora che anche i suoi giocatori si diano una mossa.

Le parole di Matic

Accanto a lui la faccia da duro di Nemanja Matic, uno dei pupilli di Josè, che lo ha voluto a tutti i costi con sé un anno fa: “Con il West Ham è stata una delle peggiori partite da quando sono qui “ Ha commentato severo. Non male per uno che ha giocato più di 400 gare nel grande calcio, quasi 60 con i Red Devils: “E’ un momento duro, perché quando perdi non è mai facile reagire, soprattutto quando sei in una grande squadra. Vogliamo cambiare le cose, con la consapevolezza che quando attraversi periodi del genere non è mai solo colpa dell’allenatore, ma di tutti”. Poi qualche parola sul suo allenatore: "Quando perdi non puoi essere felice – ha detto – sta facendo di tutto per farci reagire, così come ogni singola persona che lavora nel club. Se manca un leader? Parlare serve a poco. Sarà il campo a dire chi sarà il leader di questo United".