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Nicolò Zaniolo: numeri, gol e storia del ragazzo che fa sognare la Roma

Champions League

La doppietta contro il Porto accende ancora di più la stella di Nicolò Zaniolo. Dalla Fiorentina all'Entella, l'esordio in B e la crescita nella Primavera dell'Inter. Poi la Roma nell'affare Nainggolan e l'esordio da predestinato al Bernabeu. Chi è Nicolò Zaniolo, l'uomo del futuro dei giallorossi

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Roberto Mancini lo aveva detto in tempi non sospetti: "Se abbiamo giovani italiani forti, facciamoli giocare". E l'identikit numero uno, probabilmente, era proprio il suo: Nicolò Zaniolo. Dall'altra parte della cornetta non poteva allora che rispondere Eusebio Di Francesco, l'uomo che ha raccolto l'invito del Ct azzurro decidendo di puntare fortissimo fin da subito sull'ex vivaio Inter per la sua Roma: le prime partite della stagione in panchina, l'esordio di lusso da titolare in Champions nel tempio del Bernabeu a 19 anni, 2 mesi e 17 giorni; i primi gol e gli applausi da tutta l'Italia del pallone. Ed è così che il mondo del giovane 19enne della Roma si è capovolto nel giro di pochi mesi. Sembra ieri che il classe '99 di Massa era ritenuto soltanto una giovane promessa del nostro calcio, con la prospettiva più plausibile di andarsi a fare le ossa in qualche club di Serie B. Poi, però, il bivio della sua carriera: la Roma, appunto. E il direttore sportivo Monchi che insiste con forza per farlo inserire come contropartita, insieme a Santon, nel colpo nerazzurro che ha portato Radja Nainggolan a Milano. Da allora il nome di Nicolò Zaniolo è diventato di fortissima attualità; a partire dalle sue prodezze con l'Under 19 azzurra, trascinata fino alla finale dell'Europeo di categoria poi persa ai supplementari contro il Portogallo e, poi, per le qualità messe in mostra sotto gli occhi di Di Francesco e di tutta la Serie A. La soluzione del prestito per lui è rimasta di moda fino agli ultimi giorni di mercato, ma alla fine la società giallorossa ha deciso di tenerlo perché convinta dal suo potenziale, e da quelle qualità in grado di fargli scalare molto rapidamente le gerarchie. Come è stato. Il classe '99, prima ancora di scendere in campo in Serie A, era stato convocato proprio dal Ct Mancini per la doppia sfida di Nations League contro Polonia e Portogallo. "L'ho scoperto guardando Sky Sport - aveva dichiarato il centrocampista della Roma -. Un'emozione indescrivibile". Ma la parabola di Zaniolo non si è certo fermata lì. Pochi giorni dopo l'azzurro è stato il turno della maglia da titolare al Bernabeu, in una sonora sconfitta per 3-0 che, però, non gli ha negato, a pieno titolo, l'etichetta di predestinato. E insieme a lui sono pronti a sognare sia i tifosi della Roma che quelli della Nazionale.

La sua carriera

La storia di Zaniolo è resa ancora più magica dal suo passato, inevitabilmente, non troppo lontano. Appena due anni fa la Fiorentina - che lo preleva a undici anni dal Genoa - non ebbe la forza di puntare troppo su di lui e, così, Nicolò decise di ricominciare da Chiavari. Con la Virtus Entella il giovane figlio d'arte - papà Igor ha giocato in B con le maglie di Cosenza, Ternana, Messina e Salernitana prima di scendere di categoria (in C) nel Genoa - si ritagliò la prima grande gioia della carriera a soli 16 anni, quando registrò, sul campo del Benevento e a soli 17 anni, il debutto personale in Serie B, entrando in pieno recupero. Alla fine di quella stagione le presenze totali per Zaniolo furono sette, abbastanza per convincere l'Inter, dove il classe '99 continua il suo percorso di crescita grazie all'ottimo lavoro di Stefano Vecchi in Primavera: 38 le presenze totali, con la bellezza da 14 reti e 11 assist messi a referto, statistiche avvalorate dal non essere una prima punta di ruolo. La grande capacità del giovane Nicolò? Ovviamente i tempi di inserimento, e avere una visione illuminante negli ultimi venti metri che garantisce passaggi vincenti per i suoi compagni. Come ormai ben noto agli appassionati di calcio, e della nostra Serie A, Zaniolo sa far bene sia da trequartista che da mezz'ala ma, nello scorso campionato Primavera, aveva già dimostrato di saper gestire la tensione quando la pressione aumenta. Suo fu, infatti, il gol che eliminò la Juventus in semifinale e suo l'assist per una delle due reti della vittoria in finale contro la Fiorentina. Successo che decretò l'Inter campione d'Italia e Zaniolo come uno dei principali artefici.

I suoi numeri

Ora la maglia è cambiata, dal nerazzurro al giallorosso: e Nicolò Zaniolo ha già convinto tutti dalle parti di Roma. L'esordio in Champions arrivò contro il Real, prima ancora del debutto nel massimo campionato avvenuto il 26 settembre successivo contro il Frosinone. Per lui nove panchine nelle prime dieci dell'anno, come normale per un giovane talento appena arrivato in squadra, prima dell'esplosione folgorante nel nuovo 4231 scelto da Di Francesco come il modulo della stagione, dopo il 433 visto lo scorso anno. Prima da titolare nell'1-1 di Firenze contro la Fiorentina, poi la fiducia che aumenta e il primo gol, all'Olimpico contro il Sassuolo a dicembre, avvalorato da un cucchiaio ben noto da quelle parti. Ne seguiranno altre due di reti, a Torino e Milan (pesantissimo perché scaccia-crisi), più un doppio assist a Bergamo contro l'Atalanta. Proprio Di Francesco disse di lui: "Con Totti non c'entra niente, ma hanno una cosa in comune: entrambi in campo parlano poco ma vogliono sempre il pallone". Dunque la doppietta al Porto in una notte da sogno. Una di quelle piene di stelle sopra l'Olimpico. Ora quella più brillante potrebbe diventarla lui.