A distanza di un anno, gli azzurri e i "Reds" si ritrovano di fronte nel girone di Champions League. È un'occasione per testare il livello della squadra di Ancelotti contro una delle squadre più forti d'Europa. Napoli-Liverpool martedì alle ore 21 su Sky Sport Uno
IL CALENDARIO: ATALANTA - INTER - JUVE - NAPOLI
Napoli e Liverpool si incontrano nuovamente ai gironi dopo la doppia sfida della passata stagione. All’andata, i partenopei trionfarono in casa grazie a una felice intuizione di Ancelotti, che modificò l’assetto schierando Maksimovic da finto terzino destro, per coadiuvare l’uscita dal basso e avere un uomo in più sulle marcature preventive del temibile trio offensivo di Klopp. Al ritorno, però, il tedesco non si fece sorprendere nuovamente, curando meglio le aggressioni alla circolazione bassa e proponendo una versione della sua squadra molto più fedele a quella che tutti si erano abituati a vedere.
Anche in occasione della partita di esordio di questa Champions League 2019/20, sarà verosimilmente un Liverpool molto vicino alla sua versione migliore, dato anche il momento positivo vissuto dai Reds in questo avvio di Premier League. Indisponibili Alisson e Naby Keita, per il resto l’undici utilizzato finora è stato praticamente quello tipico: Adrian; Alexander-Arnold, Matip, van Dijk, Robertson; Henderson (insidiato da Oxlade-Chamberlain), Fabinho, Wijnaldum; Salah, Firmino, Mané.
Il Napoli di quest’anno sembra orientato a oscillare tra un 4-2-3-1 e un 4-4-2 (utilizzato contro la Sampdoria, impiegando Lozano e Mertens da punte mobili) in cui i sostanziali cambiamenti rispetto alla scorsa stagione vedono ovviamente i nuovi acquisti Di Lorenzo e Manolas in pianta stabile nella linea difensiva e Zielinski utilizzato come mediano in coppia con Allan, con Ruiz vero e proprio regista offensivo della squadra a muoversi tra centrocampo e attacco.
Il Napoli deve trovare un modo per uscire dal pressing
Nelle partite contro la Fiorentina e la Juventus, entrambe squadre che per qualità e intensità hanno proposto un contesto di gioco propedeutico alla sfida col Liverpool, il Napoli ha evidenziato di avere più di qualche problema nell’organizzazione del pressing nella metà campo avversaria. Contro la Juventus, Ancelotti ha migliorato la situazione in corso d’opera, invertendo Fabian e Zielinski e ottenendo il duplice effetto di migliorare la qualità del palleggio in uscita dalla difesa e di poter usufruire di un giocatore più intenso per i compiti di marcatura e aggressione per disturbare la costruzione bianconera. Entrambi sembrano essere due profili irrinunciabili per questo Napoli; tuttavia il loro utilizzo in campo pare molto legato anche al tipo di avversario che viene affrontato.
Contro la Sampdoria, ad esempio, Zielinski ha agito da esterno sinistro, ondeggiando verso l’half-space per lasciare spazio alle sovrapposizioni del terzino, mentre Fabian è andato al fianco di Elmas, a centrocampo, mantenendo molta libertà di movimento.
La partita di Fabian contro la Sampdoria: 110 tocchi, di cui 92 passaggi (95,8% di precisione); tutto impreziosito da 5 contrasti vinti su 7, 3 dribbling riusciti su 3 e 15 possessi vinti nella metà campo avversaria.
Il Liverpool si trova già da un anno all’apice del suo modello tattico: Klopp è riuscito a far maturare la sua squadra a sufficienza da avere sia delle fasi di possesso estremamente pulite, con tanta fluidità posizionale e qualità di trasmissione e smarcamento, mantenendo la solita efficacia nel gegenpressing e più in generale migliorando anche in difesa posizionale. Il Napoli, in questo momento, sembra avere qualche difficoltà nell’organizzazione del proprio pressing, ma ha mantenuto l’identità di squadra abile a cogliere gli spazi in verticale per progredire l’azione e andare rapidamente in porta.
Di sicuro, il Liverpool di Klopp è uno degli avversari più ostici per qualsiasi squadra che fa affidamento sulla costruzione di azioni manovrate partendo dal basso, pertanto sarà un test probante per comprendere quanto margine abbia, in questo senso, la nuova versione del Napoli di Ancelotti. Tornando al confronto della scorsa stagione, la mossa del terzino bloccato per trovare più rapidamente una scappatoia dal pressing inglese sembrava aver funzionato principalmente per l’effetto sorpresa, tant’è che al ritorno l’esito è stato totalmente diverso.
Quest’anno Ancelotti dovrà tirare fuori dal cilindro un’altra intuizione altrettanto efficace per sorprendere gli ospiti. E magari sarà determinate proprio la posizione iniziale di Fabian.
Le insidie alle spalle del centrocampo azzurro
Sotto il punto di vista difensivo, invece, il più grande rischio per il Napoli sta nello spazio tra la difesa e il centrocampo, proprio la zona in cui Firmino solitamente banchetta, attirando fuori dalla linea i difensori avversari e riuscendo sempre a proteggere palla, smistare e associarsi con ali, centrocampisti e terzini per l’attacco della profondità.
Un recentissimo esempio.
Finora, in ogni sistema utilizzato, Ancelotti ha scelto di puntare sulla coppia di centrocampisti. Se non dovessero arrivare novità in questo senso (ma data la composizione della rosa pare comunque improbabile), sarà dunque decisiva l’intesa tra i difensori per leggere correttamente i movimenti della punta brasiliana e assorbire i successivi inserimenti dei compagni. Manolas e Koulibaly sono sicuramente due difensori a loro agio nel difendere aggredendo e anticipando gli attaccanti che si abbassano, ma sarà soprattutto la sincronia di reparto a essere determinante per non lasciare buchi pericolosi.
Ancelotti potrebbe sorprenderci utilizzando una difesa a 3 pura anche in fase di non possesso, magari utilizzando il greco come marcatore centrale (una mossa adottata da Di Francesco due stagioni fa proprio in Champions League, sia col Barcellona che col Liverpool), ma in tal caso diventerebbero ugualmente cruciali i ripiegamenti degli esterni, data la fortissima attitudine offensiva di Alexander-Arnold e Robertson, spesso alti in maniera simmetrica e simultanea. Chi verrà impiegato tra Di Lorenzo (ormai titolare), Hysaj, Ghoulam e Mario Rui dovrà fare particolarmente attenzione a questo aspetto a prescindere dal sistema di gioco utilizzato.
Il Napoli dovrà scegliere attentamente in quale zona del campo concentrare più uomini in fase di non possesso, trovandosi davanti due strade: cercare di compensare la mancanza di un centrocampo a 3 stringendo parecchio verso l’interno, concedendo dunque spazi sulle fasce ai terzini del Liverpool; oppure forzare già dalle prime battute la pressione individuale sui corridoi laterali, portando gli avversari verso l’interno per cercare di rubare palla centralmente e creare ripartenze più corte e pericolose, ma esponendosi a rischi più concreti di superamento.
Insomma, si preannuncia una sfida ricca di insidie per la squadra di Ancelotti, che però ha sempre la capacità di saper riadattare anche in pochissimi minuti il contesto tattico e psicologico, come dimostrato decine di volte in carriera e anche nelle prime giornate di questa Serie A.