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Juventus-Bayer Leverkusen, le chiavi tattiche della sfida

Champions League

Dario Pergolizzi

Maurizio Sarri sta ancora cercando la forma definitiva dei bianconeri, chiamati a battere il Bayer dopo il pareggio all'esordio contro l'Atlético Madrid. Juventus-Bayer Leverkusen è in diretta martedì 1 ottobre su Sky Sport Uno dalle 21 

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Per l’esordio casalingo in Champions League, la Juventus ospiterà il Bayer Leverkusen di Peter Bosz, una squadra che non ha ancora trovato continuità di rendimento e risultati e che dovrà riscattare la pessima figura contro il Lokomotiv Mosca al primo turno. Sarri, alle prese con esperimenti e defezioni, sta ancora cercando la forma definitiva della sua Juventus, capace di alternare momenti di palleggio brillante a fasi di titubanze pericolose, soprattutto contro avversari più aggressivi. La partita contro i tedeschi sarà un ulteriore banco di prova anche per ragioni tattiche.

Il Bayer Leverkusen: cosa funziona e cosa no

Peter Bosz, sulla panchina del Bayer dallo scorso dicembre, è un allenatore dalla filosofia offensiva che dopo l’esperienza abbastanza deludente sulla panchina del Borussia Dortmund sembra aver trovato la dimensione giusta per esprimere le sue idee tattiche. La base di partenza sono una serie di giovani interessanti, a cominciare da Kai Havertz e Leon Bailey (assente per infortunio fino alla prossima sosta).

Il Leverkusen è una squadra molto propositiva e intensa, che costruisce le proprie manovre principalmente con l’utilizzo delle catene laterali, attraverso sovraccarichi in zona palla e cambi di gioco. La formazione tipo vede Hradecky tra i pali; Lars Bender, Tah, Sven Bender e Wendell in difesa; Aranguiz e Baumgartlinger sulla mediana; Havertz in posizione ibrida tra il centro e la fascia con Bailley e/o Bellarabi e Amiri, e Volland come punta associativa, abile a giocare “con la squadra” quando il possesso transita dal centro, smistando lateralmente o fraseggiando per arrivare in porta dal corridoio centrale. L’inizio di stagione non è stato dei migliori, ma ci sono due partite particolarmente indicative che ci permettono di capire subito alcune caratteristiche strutturali del Bayer. La pesante sconfitta per 4-0 contro il Borussia Dortmund di Favre e quella in Champions, in casa, contro il Lokomotiv Mosca.

Uno dei problemi maggiori del Leverkusen è la difficoltà a iniziare l’azione palla a terra. Oltre ai due gol subìti contro i russi, sono state tante le ripartenze causate da una costruzione approssimativa nei movimenti a supporto del portatore e nell’esecuzione dei passaggi. La squadra di Bosz, di solito, si dispone con una sorta di 3-4-2-1 in fase di avvio di manovra, bloccando uno dei due terzini, ed è molto propensa a gestire il pallone. Questo atteggiamento però non consente il minimo intoppo. Al Lokomotiv è bastato davvero poco per mettere in crisi i meccanismi di impostazione della squadra di Bosz, sembrata completamente in balìa anche dei pressing meno intensi.

Le difficoltà del Bayer quando imposta

Qui, nonostante un’evidente superiorità numerica, il Bayer riesce a subire una ripartenza pericolosissima per colpa di una disattenzione di Tah, ma anche i suoi compagni sembrano poco reattivi e propositivi.

Il secondo elemento interessante sono le modalità del pressing offensivo, cioè quello sulla trequarti, durante la costruzione avversaria. Contro il Dortmund, nonostante la pesante sconfitta, il Bayer è stato a suo agio nell’azione di disturbo di una difesa a 4, e quindi contro due soli centrali in possesso. I tre giocatori più avanzati sono abili a muoversi in avanti, utilizzando la pressione diretta e sfruttando la loro “ombra” per coprire i centrocampisti che si abbassano ad aiutare.

Come pressava il Bayer contro il Borussia Dortmund

In questa occasione, come spesso accade, il Leverkusen invita l’avversario al passaggio centrale per poi attivare in un secondo momento la pressione diretta sul portatore, e a propiziare una ripartenza da posizione più vantaggiosa. Se l’avversario non sbaglia, allora si cerca di riportarlo verso l’esterno, per poi sfruttare come innesco per la pressione individuale il passaggio verso il terzino.

Lo stato di salute della Juventus

Dopo un paio di gare particolarmente sofferte, la Juventus sembra aver ritrovato la bussola. L’utilizzo del rombo contro Brescia e SPAL, anche se scelto forse a causa di qualche infortunio di troppo, è parso convincente soprattutto sotto il punto di vista del controllo del possesso: il palleggio centrale è diventato più preciso e i centrocampisti sembrano essere più coinvolti nella ricerca del gioco tra le linee, che fino a quel momento era stato garantito soprattutto dai movimenti di Higuain.

Le distanze ancor più ridotte nel reparto e una qualità tecnica più diffusa consentono dei fraseggi puliti e veloci, e la Juventus si è resa imprevedibile nonostante l’assenza del suo elemento offensivo più determinante dell’avvio di stagione, Douglas Costa. Chi esce notevolmente migliorato da questo filotto è Miralem Pjanic, elogiato anche dal suo allenatore nella conferenza dopo la partita contro la SPAL: «Sta crescendo molto per numero di palloni che sta toccando e anche verticalizzando».

I passaggi verso la trequarti di Pjanic contro il Brescia
I passaggi verso la trequarti di Pjanic contro la SPAL

Tutte le verticalizzazioni verso la trequarti offensiva di Pjanic nelle ultime due partite.

A prescindere dall’assetto tattico che sarà utilizzato, la Juventus ha comunque bisogno di confermare la sicurezza nell’impostazione, contro una squadra intensa nei pressing alti. Di solito Pjanic non si abbassa tra i due centrali, cercando di mantenere la posizione alle spalle della prima linea di pressing per dare una linea di passaggio avanzata. Dato l’approccio del Bayer, è possibile che Pjanic non replicherà i numeri delle ultime partite, ma la sua influenza sarà determinante anche in maniera indiretta: attirando a sé un uomo, attraverso le giuste rotazioni posizionali, la Juve potrebbe bucare il pressing avversario e ritrovarsi grandi spazi da attaccare. La partita si presenta allora come una prova fondamentale, data la sofferenza mostrata contro Fiorentina e Verona, due squadre che hanno adottato un approccio diretto e intenso, esponendo le insicurezze della difesa bianconera col pallone.

Allo stesso modo, la Juventus dovrà essere precisa nello scaglionamento in fase di non possesso. Come abbiamo visto, la squadra di Bosz è ambiziosa ma spesso si ritrova esposta a pericolose ripartenze a causa di carenze individuali, sia tecniche che tattiche. Pressare bene la linea di impostazione, composta generalmente da 3 uomini, sarà un’altra prova per la Juve, che aveva mostrato qualche incertezza in queste situazioni, anche a causa della difficoltà nell’interpretare subito la posizione di Ronaldo e gestire le uscite dei centrocampisti a supporto. C’è un’altra cosa da considerare: con Havertz a muoversi tra le linee e abilissimo nella lettura delle azioni offensive (aiutato anche da Volland), servirà una linea difensiva capace di muoversi in perfetta armonia, capace di rompersi e aggredire in avanti per non lasciare agli avversari il tempo di rifinire l’azione dalla trequarti.

Insomma, la Juventus parte favorita nei pronostici con ogni ragione possibile, ma è già chiamata a risolvere alcuni piccoli interrogativi tattici senza rischiare di compromettere la corsa al primato nel girone.