Barcellona-Inter, le chiavi tattiche del match di Champions

Champions League

Daniele V. Morrone

Una sfida tra due squadre dai momenti di forma quasi opposti, che verrà decisa da chi dominerà il duello a centrocampo e su cui aleggia il dubbio Messi, il cui impiego dall'inizio è ancora incerto. Barcellona-Inter in diretta esclusiva su Sky Sport Uno dalle 21

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Nonostante entrambe le squadre si trovino a 1 punto in classifica, da questa partita ha più da perdere il Barcellona che l’Inter. Bisogna infatti considerare il contesto generale: la dinamica positiva nel gioco e nei risultati della squadra di Conte, quella negativa della squadra di Valverde, ora al quarto posto in Liga.

Conte in conferenza stampa ha detto subito che Lukaku non sarà della partita per infortunio, ma non ha specificato la coppia d’attacco. È verosimile immaginare Alexis Sánchez e Lautaro Martínez insieme. Il cileno è anche squalificato per il prossimo turno di Serie A. Per il resto dovremmo vedere l’undici titolare, con Godín in difesa e quindi il ballottaggio tra D’Ambrosio e Candreva per la fascia destra e il ballottaggio tra Barella e Gagliardini per il ruolo di mezzala destra.

Per Valverde la prima sconfitta in casa significherebbe aprire ufficialmente una crisi che le due vittorie consecutive in Liga sembrano al momento aver lasciato alle spalle. Per questo sono stati convocati sia Messi che Dembélé pur non al 100% della forma. L’argentino dovrebbe giocare dall’inizio in una partita il cui risultato ha assunto importanza dopo il brutto inizio di stagione. 

Messi ha potuto giocare solo in tre partite finora e mai per 90’. Come potete immaginare, l’assenza si è fatta particolarmente sentire in una squadra che ha già perso due partite. L’inizio negativo nei risultati della squadra di Valverde è strettamente legato all’avvio singhiozzante del gioco della squadra. La scelta se rischiare Messi o no evidentemente non avrà fatto dormire il tecnico, anche perché con l’assenza anche di Dembélé, il suo sostituto è stato l’attaccante esterno promosso dalla seconda squadra Carles Perez. Inutile approfondire cosa comporta la differenza tra la presenza dei due giocatori. Più interessante invece approfondire la sfida a centrocampo, perché potrebbe essere decisiva dal punto di vista tattico.

Come sta il Barça 

Il Barcellona senza Messi, con Griezmann ancora in fase di adattamento tattico, un Luis Suárez non al massimo della forma fisica e Jordi Alba fuori dai giochi, fatica a disordinare gli avversari col pallone. Ci sono volute diverse settimane a Valverde per scegliere a tutti gli effetti il centrocampo titolare: Arthur Melo e Frenkie de Jong come mezzali davanti a Busquets. 

Forse per l’arrivo in ritardo per via della Copa America di Arthur Melo - o anche per i dubbi iniziali sulla miglior posizione in campo per de Jong - Valverde aveva optato inizialmente per un mix tra mezzala tecnica e mezzala di movimento. Per questo l’elettrico esterno d’attacco Ansu Fati è stato tanto utilizzato da Valverde e per questo il tecnico ha abbandonato l’idea del mix più equilibrato a centrocampo e abbracciato quella di consegnare la squadra al giovane e creativo duo di mezzali. 

Se non si attivano le mezzali o Griezmann non è vicino al pallone, la squadra ha problemi di creatività, di capacità di saltare l’uomo e dare il cambio di passo alla manovra.

Quando però Arthur Melo e De Jong riescono a gestire il pallone al loro ritmo, con il primo che si muove a fisarmonica e il secondo che sceglie i punti in cui intervenire e dare il cambio di ritmo, saltando l’uomo o facendo un filtrante la squadra, ha più senso in campo e lo stesso Griezmann può brillare. 

Se l’avversario riesce a imporre il proprio ritmo a centrocampo, tutto il sistema del Barcellona crolla, d’altronde  la squadra non è mai stata brava a difendere posizionalmente.

In questa azione a fine primo tempo nella prima in Champions League contro il Borussia Dortmund, Frenkie de Jong ha il pallone ma non vede un modo per poter farlo arrivare in zona di rifinitura, con Griezmann rilegato sulla linea laterale, Luis Suárez marcato e il solo Arthur Melo che prova a muoversi tra le linee. Opta quindi per cambiare completamente gioco per l’1 vs 1 di Ansu Fati sulla fascia sinistra neanche inquadrato dalla telecamera.

Le mezzali dell’Inter saranno fondamentali

L’Inter imbattuta in campionato e in attesa di affrontare la Juve nel weekend, può permettersi di giocare una partita in trasferta senza pressione del risultato, provando a fare il proprio gioco e vedere poi cosa ne esce fuori. Come detto dallo stesso Conte: «Siamo qui al Camp Nou per giocarci le nostre carte con coraggio, determinazione, personalità. Se ci riuscissimo, sarebbe positivo: di solito con queste cose porti a casa una buon risultato. Preferisco avere una prestazione che faccia capire qual è l’atteggiamento giusto, piuttosto che difenderci con l’elmetto». 

Bisogna dire che ci sono aspetti del gioco dell’Inter che possono mettere in difficoltà questa versione del Barcellona. Su tutti l’intensità e la verticalità nella fascia centrale del campo, con il gioco tra le linee delle due mezzali che può essere decisivo: che siano Sensi, Barella, Gagliardini o Vecino (con i primi due che dovrebbero giocare titolari), le due mezzali saranno fondamentali per difendere Arthur Melo e de Jong. A loro volta, però, potranno essere utilissime per colpire il Barcellona, perché il sistema di Conte riesce a sfruttare con intelligenza il gioco delle proprie mezzali, riuscendo spesso a trovare quella libera dietro il centrocampo avversario e ai lati del regista.

Ecco una classica azione con le mezzali scaglionate non in linea e quindi Barella che può trovare smarcato Vecino al lato del regista avversario. L’inter ha recuperato palla poco prima proprio con Barella che ha poi ricevuto nuovamente il pallone e attacca così la transizione difensiva della Lazio, da questo passaggio nasce il gol di D’Ambrosio su cross dalla fascia sinistra di Biraghi.


Con le due punte che tengono occupati i centrali avversari, l’Inter può far avanzare la manovra anche per la fascia centrale del campo grazie ai movimenti coordinati delle mezzali. 

Questo è particolarmente utile contro una squadra con il centrocampo del Barcellona attuale, in cui le mezzali tendono ad alzarsi in zona di rifinitura quando con la palla e a lasciare il solo Busquets a presidiare il centro. Una volta riconquistato il pallone, quindi, l’Inter può scegliere di non lanciare subito lungo per Lautaro (anche se pure questo ha i suoi vantaggi) ma cercare invece di giocare il pallone contro la transizione difensiva avversaria, che inizialmente sarà votata alla riaggressione. 

Giocare con un filtranti mezzala per mezzala o regista per mezzala ai lati di Busquets può forzare Piqué o Lenglet ad uscire in anticipo e quindi aprire completamente il campo per l’attacco alla profondità di Alexis. 

Il Barcellona fa fatica in fase di difesa posizionale contro le squadre in grado di giocare il pallone tra le linee in zona di rifinitura, ma è ancora più in difficoltà contro chi sa attaccare la sua transizione difensiva. L’Inter di Conte ha un centrocampo che non sarà elegante e tecnico come quello del Barcellona, ma può mettere i blaugrana in seria difficoltà.