Liverpool-Milan, le chiavi tattiche del match di Champions
ULTIMO UOMOLa squadra di Pioli dovrà fare una grande partita sia nei singoli che nell'intensità per tenere testa al Liverpool di Klopp ad Anfield
Dopo sette anni di buio, domani il Milan torna a giocare nella Coppa che più associamo alla sua identità e con la squadra che ha segnato più il suo recente passato europeo, nel bene e nel male. Milan e Liverpool sono ovviamente due squadre completamente diverse da quelle che si affrontarono per due volte in finale tra il 2005 e il 2007, soprattutto per quanto riguarda l’esperienza a questi livelli: adesso è quella rossonera la squadra più giovane e inesperta, mentre i “Reds” hanno vinto la Champions appena due stagioni fa e di certo arrivano alla partita come la squadra da battere. «Molti di noi non hanno giocato in Champions, è vero», ha dichiarato Pioli nella conferenza pre-partita, «ma il calcio è il calcio».
Pioli credo voglia dire che nei 90 minuti può effettivamente succedere di tutto e il Milan, poi, arriva ad Anfield particolarmente in palla. Ha vinto le prime tre partite di campionato in maniera sempre più convincente: contro la Lazio, in una partita difficile, ha dimostrato una solidità tattica e mentale da squadra navigatissima. La squadra di Pioli ha lasciato a quella di Sarri occasioni per appena 0.5 Expected Goals e ha messo in campo un’intensità fuori scala per il nostro campionato, con cui ha annullato due tra i migliori centrocampisti della Serie A, come Milinkovic-Savic e Luis Alberto. Contro il Liverpool, è lapalissiano, sarà però un’altra partita, a partire dalla difficoltà di giocare contro l’epica di Anfield che, per quanto intangibile, non può non essere presa in considerazione.
Ma la squadra di Klopp, anche al di là del puro livello tecnico e atletico, è pericolosa anche per le sue caratteristiche tattiche, che potrebbero incastrarsi in maniera letale con i limiti del Milan. Il Liverpool ha portato a un altro livello l’applicazione dei concetti di pressing alto e gegenpressing che l’allenatore tedesco ha coltivato al Borussia Dortmund e quindi, innanzitutto, viene da chiedersi se il Milan riuscirà a sfruttare il gap di intensità che di solito usa come un piede di porco contro le squadre della Serie A. Quella di Klopp, però, è una squadra più ricca e complessa delle metafore alla Fast&Furious con cui di solito viene descritta. E al Milan, quindi, non basterà negare la profondità a Salah, Mané e forse Diogo Jota (nel caso in cui dovesse giocare al posto di Firmino, trasformando il Liverpool nella sua versione più verticale e fluida), come è sembrato suggerire proprio Pioli nella conferenza pre-partita.
La squadra di Pioli tra la fine della scorsa stagione e l’inizio di questo è sembrata abbassare progressivamente il proprio baricentro e puntare ancora di più di quanto non facesse in precedenza sulle transizioni lunghe, abbandonando almeno in parte il pressing sulla prima costruzione avversaria come vera e propria fonte di gioco. Ma questo non è certo qualcosa a cui il Liverpool non è abituato e, anzi, in Premier spesso si è ritrovata a demolire i blocchi bassi avversari con un’occupazione in massa dell’area avversaria, ricorrendo in maniera quasi ossessiva ai cross dalla trequarti. La squadra di Klopp, in questo senso, è maestra negli inserimenti dalla seconda linea, quelli cioè che partono dalla trequarti e arrivano in area quando la difesa avversaria è già collassata per assorbire i tagli delle punte. In questo senso ci vorrà una grande prestazione dei due centrali rossoneri (probabilmente Kjaer e Tomori) nel capire come e quando staccarsi dalle marcature in area per andare ad assorbire questi inserimenti.
Nel gol che sblocca il risultato contro il Leeds, il Liverpool porta in area ben sei uomini, tra cui Thiago Alcantara e Matip, dopo aver sfondato in ampiezza con Alexander-Arnold.
Per il Milan, la sfida di Anfield sarà anche un dilemma strategico: ribattere colpo su colpo al Liverpool in intensità e transizioni oppure cercare di rallentare i ritmi attaccando in maniera ordinata, in modo da abbassare i rischi sulle palle perse? In entrambi i casi, la squadra di Pioli ha le sue carte da giocarsi. Quando si difende posizionalmente, ad esempio, la squadra di Klopp non sempre gestisce alla perfezione lo spazio tra centrali e terzini, con i primi che rinculano velocemente in area e i secondi che invece escono aggressivi sugli esterni avversari. In quello spazio, dovranno essere bravi ad infilarsi, quando ci sarà l’occasione, non solo Brahim Diaz, ma anche Kessié e Tonali, che sono chiamati a una prestazione senza palla superlativa sia in fase di possesso che di non possesso se il Milan vuole uscire con dei punti da Anfield.
Da questa situazione proprio il Leeds arriverà vicina al gol, costringendo van Dijk a un grande intervento in area piccola.
Anche nella difesa dello spazio tra le linee il Liverpool si prende grossi rischi. I centrali (Van Dijk e Matip) sono chiamati ad uscire in maniera molto aggressiva sulle punte e i trequartisti avversari per evitare che possano prendere un vantaggio tattico girandosi verso la porta. Contro il Chelsea, però, persino con un uomo in più, la squadra di Klopp ha fatto molta fatica a gestire Lukaku tra le linee, con l’attaccante belga che con il suo gioco spalle alla porta è riuscito a mandare un compagno in area almeno un paio di volte. Al Milan mancherà Ibrahimovic, che è un maestro nel gioco spalle alla porta, ma Giroud ha ancora la possibilità di dire la sua a questo livello, almeno finché la condizione fisica reggerà, visto che torna in campo dopo un periodo di assenza dovuta alla positività al Covid.
Al minuto 0.55, ad esempio, Lukaku si mette alle spalle van Dijk come se fosse una porta girevole e lancia Havertz in area. Il trequartista tedesco tirerà di poco fuori.
Anche nella gestione delle transizioni difensive, comunque, il Liverpool non sempre è perfetto e a volte lascia possibilità inaspettate all’avversario. In questo senso, molto passerà anche dai piedi di Leao, forse l’unico nella rosa del Milan in grado di pareggiare la velocità del Liverpool nel lungo e di saltare l’uomo con continuità.
Insomma, per uscire indenni da Anfield servirà che tutti i giocatori migliori, ognuno nelle proprie possibilità, salgano di livello. Alla fine questo è il bello della Champions League: quando si affrontano avversari come il Liverpool si è costretti ad andare oltre il livello a cui siamo abituati. E questo, il Milan lo sa bene, è ciò che rende speciali le notti di Coppa più belle.