Inter-Porto, Conceiçao: "Conosco il modulo di Inzaghi. Anche l'Inter ha punti deboli"
championsL'allenatore del Porto torna a San Siro, stadio in cui da giocatore ha vestito anche la maglia dell'Inter, e ritrova da avversario l'ex compagno Inzaghi: "Conosco il suo modulo, ma non è una sfida tra me e lui. Anche l'Inter ha i suoi punti deboli. Vincere la Champions? Difficile, ma non impossibile"
Vecchia conoscenza del calcio italiano, Sergio Conceiçao torna a San Siro per sfidare l'Inter, squadra di cui ha vestito la maglia dal 2001 al 2003, ma ritroverà anche Simone Inzaghi, suo compagno di squadra nella Lazio. "La sfida non è tra Inzaghi e Conceiçao, ma tra Inter e Porto, due squadre piene di storia", le prime parole del tecnico portoghese nella conferenza stampa alla vigilia della partita.
"Anche l'Inter ha punti deboli"
"Mi fa piacere rivedere Simone, siamo stati assieme a Roma e vinto titoli importanti con la Lazio. Adesso siamo avversari, facciamo un altro lavoro più impegnativo ma ugualmente appassionante. Sarà una partita complicata, conosco il modulo di Inzaghi e ha varianti interessanti nel suo gioco. Avremo difficoltà, ma anche l’Inter ha punti deboli".
"L'Inter è una squadra forte, piena di grandi giocatori. Gioca settimanalmente partite di alto livello, è in uno dei campionati più competitivi del mondo e negli ultimi tre mesi hanno perso soltanto una volta. Ma siamo consci anche delle nostre qualità. Siamo un club storico e dobbiamo presentarci come tale. Il passaggio ai quarti di finale è complicato, ma è il nostro obiettivo. Se preferirei un'Inter con o senza Lukaku? Questa è una bella domanda, ma per Simone. Penso che abbia attaccanti fortissimi, dopo sceglierà lui in base alle sue esigenze. Io ho preferenze per i miei giocatori".
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Galeno e Otavio infortunati ma convocati
Sulla sua formazione, però, Conceiçao non si sbilancia. Ma spiega perché ha portato comunque a Milano gli infortunati Galeno e Otavio: "Ogni ora che passa è importante per il recupero. Non sono pronti per giocare 90 minuti, ma sono comunque venuti con noi per giocare questa trasferta. Vediamo come andrà l'allenamento di domani. Stiamo facendo di tutto col nostro staff medico".
"Come si affronta tatticamente l'Inter? Non possiamo sfuggire da quello che siamo, se vogliamo passare dobbiamo essere una squadra intensa, viva in tutta la partita. È veramente stimolante preparare una partita del genere: vogliamo mettere in campo la stessa motivazione a prescindere dall'avversario, è stimolante capire cosa si può fare contro un avversario che applica principi simili. Cercare le chiavi per vincere partite di questo tipo è entusiasmante, l'obiettivo è quello di passare il turno. Sappiamo che ci sono due partite, il precedente con la Roma ce lo insegna", dice riferendosi all'ottavo di Champions in cui il Porto in casa, al ritorno, ribaltò la sconfitta patita all'Olimpico per 2-1, vincendo 3-1.
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"Champions? Difficile, non impossibile"
"L'emozione di tornare a San Siro è sempre grande, conoscete l'affetto che ho per l'Italia, è un Paese che mi ha accolto quando avevo 22-23 anni. All'Inter ho giocato un po' meno, mi sono infortunato quando sono arrivato, dopo bellissime stagioni con la Lazio e con il Parma, non ho fatto così bene come in quelle squadre. Ma si parla del passato. Se sono mai stato vicino ad allenarla? No, mai. Se vorrei un giorno allenare in Italia? Amo l'Italia, è un Paese meraviglioso, ha tantissime qualità, più dei suoi difetti. In Italia ho giocato con fenomeni e visto grandi allenatori. Chi è umile impara sempre qualcosa da chiunque, anche da chi taglia l'erba del campo. Dobbiamo avere l'intelligenza di pensare che non sappiamo tutto. L'esperienza in Italia è stata importante, per tutte le persone che ho conosciuto, ma non determinante perché poi ognuno ha le sue idee".
"Chance del Porto? Voglio una squadra che sia pronta. Vincere la Champions League non è impossibile, l’ultima è di quasi vent’anni fa, ma è ovviamente molto difficile anche perché ci sono squadre più attrezzate a livello finanziari. Difficile sì, impossibile no".