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Napoli-Milan, Spalletti: "Dobbiamo essere noi stessi. Osimhen sta benissimo"

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Alla vigilia del match di ritorno contro il Milan, l'allenatore del Napoli avverte: "Dobbiamo essere noi stessi, senza snaturarci. Osimhen sta benissimo. I tifosi? Da questo momento in poi il loro sostegno non deve più mancare. Rischi? Solo la felicità infinita"

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Quarto incrocio in stagione tra Napoli e Milan, ma questa volta la squadra di Spalletti non può permettersi di sbagliare, se vuole proseguire il suo cammino in Champions League. Dopo le sconfitte in campionato (la gara di ritorno al Maradona con il sonoro 0-4 per il Milan) e nell'andata dei quarti di Champions, il Napoli ospita i rossoneri con l'obiettivo di rimontare l'1-0 incassato a San Siro.

"Tornare a essere noi stessi"

"Mi sono appuntato quello che è successo nelle partite precedenti e probabilmente dobbiamo essere un po’ più bravi. Dall’ultima siamo usciti con qualche svantaggio ma sicuramente senza rimorsi", le parole di Luciano Spalletti ai microfoni di Sky, alla vigilia della partita. "Dobbiamo cercare di non deformarci ed essere noi stessi, facendo vedere quello che abbiamo fatto vedere durante tutto il campionato, perché per fare un buon risultato a questo livello di calcio bisogna fare una bella prestazione, non ci sono altre strade".

 

"Il Milan? Abbiamo davanti un avversario tosto, composto bene. Ha tecnica, forza fisica, ripartenza, strappo per andare in pochi secondi da una parte all’altra del campo… Dobbiamo passare dall’essere squadra compatta a essere squadra che sa interpretare bene le situazioni. Nell’ultima partita ad esempio non abbiamo ‘soffocato’ subito la loro ripartenza sulla perdita di palla. La nostra inesperienza dettata dall’età? Alla porta del successo ci sono i cartelli 'entrata' o 'uscita': per starci dentro bisogna essere a quel livello. Nelle partite precedenti abbiamo fatto le esperienze necessarie per adattarci a qualsiasi tipo di avversario e partita".

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Come sta Osimhen

Ma la domanda che si fanno tutti i tifosi del Napoli, in vista della sfida con il Milan, è "come sta Osimhen?", dato che la sua assenza all'andata pesò parecchio. "Benissimo", dice Spalletti, "perché ha svolto tutto l’allenamento, giocando quei 20’ in cui ci ha fatto vedere che è guarito nella partita precedente e ha la stima di tutti i compagni che lo adorano: anche se a volte gli randelli la palla addosso, lui te la restituisce sistemata e pulita".


Di fronte ai complimenti per il lavoro svolto fin qui, poi, Spalletti risponde: "Ha lavorato bene la società, ha rifondato una squadra giovane ma con tantissima qualità. C’era da metterli un po’ insieme ma dentro c’erano motore, scocca e un po’ di tutto, ed è stato più facile. L’affetto di Napoli poi fa la differenza. Finora non sono riuscito ancora a fare niente però. Il rapporto coi tifosi? Mi succede di essere sensibile e dire come la penso ma la differenza l’ha fatta il presidente con un altro dei suoi colpi di genio. Il pubblico che partecipa e combatte al fianco della squadra è la vera faccia di Napoli conosciuta in tutto il mondo e da questo momento in poi non deve più mancare perché noi abbiamo bisogno di loro".

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"Abbiamo provato i rigori"

Se poi la sfida dovesse protrarsi oltre i supplementari... "Abbiamo pensato anche all’ipotesi dei calci di rigore, li abbiamo provati. C’è un gruppo di calciatori e si fa la lista, per noi i più bravi devono battere prima", dice Spalletti. "Dovremo dare tutto perché questo livello di calcio è un premio per noi e per la città. Se cambia qualcosa visto che siamo costretti a inseguire? Si creano situazioni importanti solo con la prestazione, con la qualità, l’intensità, solo se troviamo gli spazi, se teniamo il possesso. È difficile che un giocatore tiri fuori un colpo da solo senza la squadra, e penso sarà così anche domani sera.".

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Felicità infinita

"Il Napoli è già nella storia? Bisogna vedere. Essere in Champions League, a questo punto, è già qualcosa di importante. Vogliamo andare avanti, vogliamo vincere, per cui giocheremo per vincere, senza fare troppi calcoli e mantenendo equilibrio. Poi vedremo dove saremo arrivati alla fine. Stare qui a difendere quanto successo finora vuol dire non credere di poter fare di più, invece noi crediamo di poter fare di più. Non c'è nessun rischio nella partita di domani, rischiamo la felicità infinita. Se si vince si va ancora più in là".

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