Inter-Milan, Inzaghi: "Vicini al sogno, facciamo la storia: siamo maturi, dipende da noi"
INTERL'allenatore nerazzurro presenta la semifinale di ritorno contro il Milan: "È una delle partite più importanti della storia ultracentenaria dell'Inter, sappiamo quanto vale e dobbiamo farcela per noi e per i tifosi. Servirà testa fredda e cuore caldo, ma siamo una squadra matura e sappiamo che dipenderà da noi. Il Milan ha grandissime qualità indipendentemente da Leao, solo giocando tutti insieme possiamo raggiungere un sogno"
Concentrazione massima, ma anche ambizione e grande consapevolezza. L'Inter è pronta, lo assicura Simone Inzaghi. Dopo il 2-0 nel derby d'andata, alla vigilia della semifinale di ritorno di Champions League contro il Milan l'allenatore nerazzurro ha presentato la sfida a Sky Sport.
Quali sono le sensazioni prima della partita?
"È una delle partite più importanti della storia ultracentenaria dell'Inter. Sappiamo l'importanza che riveste. Lo dobbiamo a noi stessi, alla società e ai tifosi. Abbiamo un meritato vantaggio ma dobbiamo fare la partita con testa e cuore. Sarò ripetitivo ma serve questo. È una partita importantissima per me e per i nostri splendidi tifosi. Abbiamo lavorato duro in questi 10 mesi, siamo vicini a un sogno ma dovremo fare l'ultimo sforzo e pedalare per raggiungerlo".
Come si affronta la gara dopo il risultato dell'andata?
"Il risultato è identico a quello dell'andata con il Benfica. Giocheremo in casa e dovremo essere bravi a coprire il campo, sapendo che il Milan ha grandissimi giocatori di qualità, è campione d'Italia in carica ed è in semifinale di Champions".
Ha già deciso chi schierare?
"Per quanto riguarda la formazione ho in testa un'idea. Oggi faremo l'allenamento e vedremo. Tanti arrivano dalla sfida contro il Sassuolo, che è stata molto dispendiosa. Dovrò valutare bene. Domani sceglierò con tranquillità dopo la rifinitura".
Inzaghi in conferenza: "Squadra matura, dipende da noi"
L'allenatore dell'Inter è poi intervenuto in conferenza stampa: queste le sue parole
Come si vive questo momento?
"Quando erano stati fatti i sorteggi c'era un po' di delusione perché non eravamo stati fortunatissimi, ma io avevo detto ai giocatori e al mio staff che anche Barcellona e Bayern non erano contentissime di aver preso l'Inter come squadra di terza fascia. Ora siamo arrivati fin qua e sappiamo che possiamo fare un passo molto importante".
Cosa chiede al pubblico?
"L'avevo già detto prima del Benfica, sarò ripetitivo ma domani saremo tutti insieme. Non ho nessun dubbio sui tifosi perché sono stati con noi in tutti i momenti, molti belli e qualcuno anche difficile. Ci vorrà testa fredda e cuore caldo perché, come ho già detto, questa è l’unica strada per interpretare la partita di domani".
Come stanno Lautaro e Correa?
"Correa nell'ultima partita ha chiesto il cambio, non lo avrei cambiato perché mi stava soddisfacendo. Ha avuto un indolenzimento muscolare e speriamo non sia nulla di grave, le sensazioni sono buone ma valuteremo oggi e domani. Dovrebbe farcela ma non ho la certezza. Lautaro si sta alternando con gli altri nel migliore dei modi".
Si sente più tranquillo ora rispetto all'andata?
"È una vigilia importantissima, ma io da allenatore le vivo tutte nello stesso modo. Chiaramente sappiamo che è una delle partite più importanti nella storia ultracentenaria dell'Inter e cosa riveste per noi, per la società e per i tifosi. Sappiamo che abbiamo un meritato vantaggio, ma allo stesso tempo non dovremo gestire ma fare una partita di Inter, sapendo che affrontiamo una squadra con tantissima qualità".
Come sta Lukaku e quanto è lontano dalla forma del primo biennio?
"Lo conoscete, sapete quello che può fare. Io da allenatore lo avevo riportato qui con entusiasmo per vederlo come nell’utimo mese, perché questo è quello che ci avrebbe dovuto dare. Purtroppo c'è stato un imprevisto per lui e per Brozovic e questa cosa ci ha tolto due elementi indispensabili per 5 mesi, abbiamo sofferto ma siamo anche stati bravissimi nonostante la loro assenza. Romelu ha lavorato tantissimo ed è arrivato a quest'ultimo mese nel migliore dei modi, sapendo che in questo momento, con tre partite a settimana, si deve gestire. Ci ha aiutato tantissimo in due partite per noi fondamentali, contro la Roma e il Sassuolo".
Cosa pensa dell'arbitro?
"Mi conoscete, difficilmente ne parlo. Ma a volte non ci riesco. E se mi viene in mente l'andata, c'è stato un episodio che bisognava valutare in un altro modo e mi riferisco all'intervento di Krunic su Bastoni: sicuramente avrebbe dato alla qualificazione e al risultato qualcosa di diverso, ma non c’è nessun problema. Ho tanti amici nel calcio e mi hanno detto che avremo un arbitro francese e il Milan ha quattro francesi in rosa, ma non c'è problema".
Come si gestisce la reazione del Milan?
"Abbiamo un vantaggio, ma non possiamo gestire per 90 minuti più recupero. Dobbiamo fare una partita da Inter, sapendo che ci saranno delle insidie dalle quali dovremo uscire tutti quanti insieme".
Spesso ha ricevuto delle critiche ma ha sempre fatto le sue scelte, come ha affrontato questo momento?
"Fortunatamente io leggo e ascolto poco, però so tutto. La mia grande fortuna e del mio staff è che ascoltiamo e leggiamo poco. Dopo la partita è sempre facile parlare di scelte, noi allenatori dobbiamo compiere scelte quotidiane e a volte sei più fortunato, a volte lo sei meno".
Tatticamente, partendo dal 2-0, si può pensare di abbassare il baricentro?
"Per domani si può avere in mente qualcosa, ma non sai mai come va la partita, ci saranno momenti in cui dovremo essere più aggressivi e altri in cui servirà essere più uniti, ma si dovrà lavorare da squadra sapendo che, indipendentemente da Leao, loro hanno giocatori di qualità e quindi servirà fare grandissima attenzione".
Le può essere il quinto allenatore italiano a portare un club italiano in finale. Come vive questo momento?
"Siamo a 90 minuti più recupero da un sogno che avevamo insieme a questi splendidi ragazzi che ho la fortuna di allenare. Siamo arrivati anche in finale di Coppa Italia, fortunatamente abbiamo lavorato molto bene durante la sosta. In questo momento, con una quantità di partite così ravvicinate, è stata una fortuna non avere tanto tempo per pensare. In campionatoo cinque partite fa eravamo molto lontani da un obiettivo per noi importantissimo, ora manca poco ma la testa è solo a domani: abbiamo una partita non da gestire, ma da giocare da vera Inter".
Come ha trasformato Calhanoglu in regista?
"È stata una scelta, un'intuizione. Ci è venuto a mancare un giocatore importantissimo come Brozovic e ho pensato che lui poteva essere la soluzione più importante. Poi il ragazzo è stato bravissimo. Ma mi viene in mente lo stesso Darmian, che sta facendo benissimo in un ruolo che non aveva mai fatto. Ho la fortuna di allenare giocatori di grandissima qualità che si sanno adattare alle singole situazioni. Mi viene in mente anche Luis Alberto, che alla Lazio da attaccante esterno è diventato una mezzala tra le più importanti in Europa".
Avete la sensazione che tutto dipenda da voi?
"Assolutamente sì, sappiamo chi andremo ad affrontare ma sappiamo anche che siamo in un ottimo momento. Siamo pronti per una partita di questa importanza, ci siamo già passati con una squadra fortissima come il Benfica. Non era un derby, ma avevamo lo stesso vantaggio di ora. E nell'utima di campionato il Sassuolo ci ha creato delle insidie e siamo stati bravi a superarle tutti insieme".
È più pericoloso sentirsi già in finale o avere il 'braccino'?
"La squadra è matura e seria, sappiamo che abbiamo un meritato vantaggio ma non abbiamo ancora fatto nulla. L'ho già detto lai ragazzi e lo dico ancora, non dovremo speculare ma fare una partita da Inter, con corsa e grinta, e dovremo avere fiducia. Il 'braccino' non deve venire: ci sono giocatori importanti, abbiamo giocato cinque finali in 20 mesi e abbiamo campioni d'Europa e del mondo in squadra, sanno tutti il valore della partita. Dovremo giocare come negli ultimi derby e negli ultimi due mesi".
Non è sconveniente ricondurre tutto a questi 90 minuti?
"La partita riveste un'importanza grandissima, lo sanno i ragazzi e lo sappiamo tutti. Noi vogliamo arrivare dove sapevamo che era difficilissimo arrivare, ora ci siamo vicini. Sappiamo che ci sono partite cje possono indirizzare la stagione, ma conosciamo anche il percorso e la strada in salita che abbiamo dovuto fare quotidianamente per arrivare fin qui. E le critiche, se non sono pretestuose come spesso accade, ci devono essere".
Come si è creata questa consapevolezza?
"Grazie al lavoro quotidiano. Noi non siamo una rosa con un numero di giocatori elevatissimo come alcuni nostri competitor, noi siamo 20, abbiamo i doppi nei ruoli e poi dei ragazzi di sicuro avvenire che però in questo momento avrebbero difficoltà in partite come queste. C'è stato qualche infortunio che ci ha privato di giocatori importanti, ma dopo il Mondiale, grazie alla squadra, abbiamo raggiunto qualcosa che speravamo ma che non era in preventivo. Dopo l'ultima sosta delle nazionali abbiamo avuto un calendario impossibile da gestire, ma solo col ricambio di tanti giocatori siamo stati bravi a gestire le forze, chiedendo a tutti i componenti della rosa un grandissimo contributo".