Real Madrid, Ancelotti torna a Napoli: un amore mai nato
Era il 23 maggio del 2018, l'ora le 19.35: Carlo Ancelotti diventava ufficialmente l'allenatore del Napoli. Le pistole col presidente De Laurentiis come due agenti in missione per conto della città. Il 4-4-2, l'Europa dell'uomo che "preferisce la coppa" e le turbolenze del ritiro. Il divorzio viene annunciato alle 23.38 del 10 dicembre 2019. Napoli-Real è live martedì alle 21 su Sky Sport Uno, 4K e in streaming su NOW
- Inizia tutto nell'estate del 2018. Anzi, poco prima. Quando il campionato dei 91 punti del Napoli di Sarri si è concluso da qualche giorno. L'accordo con Ancelotti arriva il 23 di maggio. Ora, in Champions, il ritorno da avversario.
- Alle ore 20 l'account Twitter del Napoli lancia un videomessaggio in quattro lingue. Ancelotti dice: "Sono veramente felice e onorato di allenare la squadra di una città unica, sostenuta da un tifo impareggiabile". Poi quelle due pistole col presidente De Laurentiis: due agenti in missione per conto di Napoli.
- A Reggiana, Parma, Juve, Milan, Chelsea, Psg, Real e Bayern Monaco, l'allenatore di Reggiolo aggiunge il Napoli alla lista delle sue panchine. Avversario di tante battaglie da giocatore, proprio negli anni che a Napoli non hanno mai dimenticato.
- La missione di Ancelotti è quella di portare la squadra ancora più in alto, nonostante quei 91 punti e il secondo posto dietro la Juve dell'anno prima. La scelta di Carlo? Lo ha sempre detto lui: "Sono venuto qui per tre motivi: il progetto del club, la qualità dei giocatori e la bellezza di Napoli, intesa come città".
- L'avventura inizia fin da subito: Europa, mentalità e gruppo. Con Napoli, e il Napoli, è amore a prima vista. Da 'O surdato 'nnammurato coi giocatori in ritiro alla partite a carte di Dimaro col presidente.
- L'esordio sulla panchina azzurra cade il 18 di agosto all'Olimpico contro la Lazio. L'eredità di Sarri è forte fin da subito. Il 433 il modulo di partenza scelto, anche se con i primi tratti di novità. In regia c'è Hamsik, mentre al centro dell'attacco non Mertens, ma Milik. Un nove vero. Anche Allan lo dice: "È diverso da Sarri", ma Ancelotti non vuole stravolgere fin da subito il passato della squadra.
- Alla seconda contro il Milan, di Gennaro Gattuso, Ancelotti vince in rimonta da 0-2 a 3-2, sfruttando la profondità della panchina a lungo argomento di discussione tra De Laurentiis e Sarri, che puntava quasi sempre sui suoi "titolarissimi". Ancora non lo sa nessuno ma, un anno e mezzo dopo, sarà proprio Gattuso a sostituirlo su quella panchina.
- Il 15 settembre 2018 è però il vero punto di rottura col passato. Napoli in casa contro la Fiorentina: l'atto primo della squadra di Ancelotti. La partita la vincono gli azzurri con un gol di Insigne a dieci minuti dalla fine, rifinitore nel primo 442 proposto dall'allenatore. Sarà questo il sistema che accompagnerà il suo anno e mezzo sulla panchina del Napoli: profondità della panchina e turnover le altre chiavi di lettura del suo approccio.
- Dopo quella partita, con Insigne, ci sarà anche il bacio. Un omaggio speciale già riservato da Ancelotti ai suoi campioni allenati nel passato, da Pirlo e Inzaghi a Ronaldo, Robben e Ribery. Un idillio tra allenatore e squadra fortissimo fin da subito.
- È l'Europa però uno dei grandi obiettivi del Napoli targato Ancelotti. L'urna dei sorteggi non è felice: il girone è di ferro contro Stella Rossa, Liverpool e Psg. Dopo un pari all'esordio (contro la Stella Rossa), ecco la prima grande notte europea dell'uomo che "preferisce la coppa", come recitava il titolo della sua prima autobiografia. Il San Paolo esplode per il gol di Insigne che batte i futuri campioni d'Europa dei Reds.
- Seguiranno due pari col Psg e un 3-1 al ritorno contro la Stella Rossa. Nonostante i nove punti raccolti tutto è ancora aperto nell'ultima giornata: c'è il Liverpool, ad Anfield. Salah apre le marcature, il Psg passeggia contro la Stella Rossa e solo un miracolo di Alisson su Milik al novantesimo nega al Napoli gli ottavi di Champions. Un'uscita di scena immeritata e di enorme amarezza.
- La corsa in campionato, invece, prosegue. La Juve di CR7 resta sempre davanti senza mai dare segnali di cedimento. Il secondo posto del Napoli, conquistato già alla quinta giornata, durerà ininterrottamente dalla 12^ fino a fine campionato. La prima stagione si chiude con 30 successi in 52 panchine: 10 pareggi e 12 sconfitte. Pari al 58% di vittorie in stagione. Sarri, l'anno prima, aveva registrato il 67%. Il primo Sarri il 68%.
- Ancelotti passa il turno con Zurigo e Salisburgo in Europa League, ma esce nei quarti contro l'Arsenal, poi finalista della coppa e battuto dal Chelsea proprio di Maurizio Sarri. Un bilancio di fine anno? "Per me è molto positivo, ho trovato giocatori seri e rispettosi, abbiamo giocato un calcio ad alto livello e la società mi appoggia e tutela. Da qui costruiremo qualcosa di importante".
- E il bilancio di De Laurentiis? "Sono molto soddisfatto del lavoro di Ancelotti" - dice il presidente al termine della prima annata.
- La stagione 2019-20 è il secondo atto dell'Ancelotti a Napoli. Dopo un grande e sfortunato cammino in Champions, e il secondo posto in A, Carlo riparte dall'estate di mercato. James è il sogno ma non arriva, chi veste di azzurro sono invece Lozano, Manolas, Elmas, Di Lorenzo e Llorente. E in estate Ancelotti è chiaro sugli obiettivi: "Possiamo vincere lo scudetto. Il mercato della società è stato da 10".
- La prima uscita è un rocambolesco 4-3 (vinto) contro la Fiorentina. Poi un altrettanto clamoroso 4-3 (perso) con la Juve a Torino. Nel frattempo il sorteggio di Champions fa ritrovare Napoli e Liverpool, più Salisburgo e Genk. Al San Paolo, contro i campioni d'Europa (questa volta in carica), è un'altra notte magica: prima Mertens e poi Llorente. 2-0 a Klopp e i suoi campionissimi. In Europa la squadra sembra non temere nessuno e avere sempre grandissime motivazioni…
- Ma in campionato la storia è profondamente diversa. Dopo quattro vittorie e due ko nelle prime sei, Ancelotti infila solo un successo nelle successive nove. E dopo la sconfitta contro la Roma, il presidente De Laurentiis ordina il ritiro. "Se mi chiedete cosa ne penso del ritiro, dico che non sono d'accordo con la società. Poi l'allenatore deve fare l'allenatore e queste sono decisioni che spettano alla dirigenza".
- Nel momento di difficoltà si inserisce anche il rapporto con Insigne, che il 2 ottobre contro il Genk viene spedito addirittura in tribuna da Ancelotti: "L'ho visto poco brillante in allenamento e ho preferito tenerlo fresco per la prossima partita". Ma tra il comandante e la bandiera (un tempo baciato) qualcosa sembra essersi rotto.
- Nel frattempo il Napoli, in Champions, non perde nemmeno ad Anfield, e fa quattro punti su sei contro il Salisburgo. Ma è proprio dopo il pareggio interno contro gli austriaci che scoppia il caos: i giocatori fanno rientro nelle loro case senza l'autorizzazione della società. E solamente Ancelotti e il suo staff proseguono il ritiro a Castel Volturno.
- Da quel momento i problemi non si risolveranno. Contro Genoa e Milan arrivano due pareggi. E il ko contro il Bologna porta ad un nuovo ritiro, questa volta voluto direttamente da Ancelotti, con tanto di faccia a faccia coi giocatori il lunedì successivo. Ma alla ripresa del campionato arriva solo un pari contro l'Udinese: il nono punto in nove giornate. La vetta della classifica è distante 17 punti.
- L'ultima partita è così quella contro il Genk in Champions, preceduta da una conferenza stampa già piuttosto chiara: "Un allenatore ha sempre la valigia pronta". Sul campo arriva un netto 4-0 (in un girone tutt'altro che semplice e chiuso da imbattuto) che porta in dote la qualificazione agli ottavi al secondo posto. Contestualmente, la parola fine sulla storia tra Ancelotti e il Napoli.