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Guardiola: "Dopo il City non allenerò subito un altro club. Una nazionale? Forse"

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L'allenatore catalano ha parlato dei propri progetti futuri al podcast dello chef Dani Garcia: "Non sto parlando di idee a lungo termine, sicuramente quello che non farò è lasciare il City per andare subito in un altro Paese e fare le stesse cose di adesso. Una nazionale? Forse…" E in conferenza stampa pre Juve: "A Thiago Motta serve tempo, io al primo anno qui non avevo vinto nulla"

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"Non ho intenzione di allenare un'altra squadra dopo il City, non parlo del futuro a lungo termine, ma quello che non farò è lasciare il Manchester City per andare subito in un altro Paese e fare le stesse cose di adesso". A dirlo è Pep Guardiola, fresco di rinnovo anche se in un momento quantomai complicato della sua avventura a Manchester e, in generale, della sua storia da allenatore. Nel podcast dello chef Dani Garcia, Guardiola ha dato più di un indizio sul suo futuro immediato: "Non avrei l'energia di ripartire subito. Il pensiero di iniziare da qualche altra parte e rifare tutto il processo di allenamento e così via... No, no. Forse potrei allenare una nazionale, ma è diverso".

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"Motta? Serve tempo. Io al primo anno qui…"

Nella conferenza stampa della vigilia l'allenatore catalano si è invece concentrato di più sugli aspetti del campo e del momento no del suo City: "Lottiamo per tornare ad essere quelli che siamo sempre stati - ha detto lui -, ma dopo così tanti anni un mese brutto può anche capitare. So che torneremo quello che eravamo, e so che siamo osservati da ogni campionato del mondo. Il momento della Juve? Sono lontano, ho visto le loro ultime partite, e penso che siano sulla buona strada. Sicuramente non è facile arrivare in un posto e inserire così tante cose nuove - dice riferendosi al lavoro di Thiago Motta -, soprattutto con gli obblighi che hanno squadre come Juve, o Inter e Milan, di vincere sempre. Serve tempo. Io al primo anno di Manchester non avevo vinto neanche un titolo, mi hanno dato tempo…"

"Momento strano? No, strano è vincere sempre"

Infine, di nuovo sulla crisi di risultati: "Cosa sto imparando da questo momento? Da queste cose preferisco non imparare nulla, lo prendo come una normalità, secondo me è eccezionale vincere undici campionati su quattordici in carriera per un allenatore, al massimo. L'ho sempre detto: prima o poi doveva succedere dopo tanti campionati vinti di fila, per di più in Inghilterra. A volte ne esci subito, altre serve più tempo. È un caso eccezionale vincere un triplete all'anno, e non sarà così".