Roma, Mourinho sulla Conference: "Col Feyenoord per me la finale più importante". VIDEO

Conference League

L'allenatore portoghese ha parlato a una settimana dalla finale di Conference League contro il Feyenoord, in occasione del media day della Roma a Trigoria. "Il valore di una finale è sempre lo stesso - ha spiegato - a prescindere dalla competizione. Ma questa per me è la più importante di tutte, perché le altre sono già state giocate"

Un percorso iniziato ad agosto, quando la Roma affrontò un turno preliminare di Conference League prima dell’inizio della Serie A. Oggi i giallorossi hanno raggiunto la finale – dove affronteranno il Feyenoord - e vogliono chiudere la stagione con un titolo in bacheca, vincendo la prima edizione della nuova competizione Uefa. Lo sa bene José Mourinho, che in un'intervista a Sky Sport nel Media Day della Roma ha detto la sua sulla sfida del 25 maggio.

Conosce bene l'atmosfera delle finali nelle Coppe europee, che significato avrà questa?

“Per me hanno tutte lo stesso significato, non cambia. Ovviamente la storia e il prestigio delle competizioni  è diverso, ma per me questa è la più importante di tutte perché le altre si sono già giocate e vogliamo vincerla. L'abbiamo voluta fortemente"

 

Questa è una finale che ha anche un significato nel percorso di crescita della “sua” Roma?

"Con la finale saranno quindici partite europee, abbiamo iniziato ad agosto e abbiamo viaggiato tanto. Abbiamo giocato partite difficili a causa di trasferte lontane e complicate. Poi è arrivata la fase a eliminazione diretta, dove con il Vitesse ci siamo qualificati al 90'. Ne abbiamo pagato le conseguenze anche in Serie A, perché giocare ogni tre giorni contro squadre che spesso non avevano coppe, spesso ci ha fatto perdere punti. Quando guardo la classifica di Serie A, mi vengono in mente gli errori arbitrali e le partite del giovedì. È stata dura, ma se alla fine hai un ritorno e vinci la coppa, allora poi dici ‘bene, ok’, ma prima bisogna vincere"

 

La prima partita ufficiale della Roma di Mou è stata a Trabzonspor: si aspettava così questo viaggio, tornando a quella notte?

"Noi sapevamo che il Trabzonspor fosse una squadra molto difficile per la competizione. Sapevamo anche che sarebbero arrivate squadre forti dall’Europa League in seguito e la semifinale ne è un esempio. Noi abbiamo sempre pensato partita dopo partita, abbiamo giocato la Conference con serietà e ambizione. Abbiamo disputato 14 partite di giovedì, quindi ora bisogna dare tutto per vincere la finale"

 

Gli avversari hanno scelto il Portogallo come ritiro e stanno preparando la finale dopo aver terminato il campionato. Questo è un vantaggio?

"Certo che lo è, perché noi dobbiamo giocare una gara importante contro il Torino, ne abbiamo giocata un'altra altrettanto importante contro il Venezia. Loro hanno finito e vanno in Portogallo tranquilli, hanno la possibilità di lavorare solo per la finale. È un piccolo vantaggio, ma quando arrivi in finale devi dimenticare tutti questi problemi ed essere consapevole che è una partita unica, che tutti vogliono giocare, ma dove conta vincere. Bisogna dimenticare che loro hanno questo vantaggio. Oggi dico di sì, ma mercoledì dirò che non c'è alcun vantaggio se mi si verrà chiesto".

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Queste invece le parole di José Mourinho in conferenza stampa nel pomeriggio dopo le dichiarazioni a Sky Sport.

 

Vuole essere il Ferguson della Roma?
"Sarà difficile rimanere qui altri 20 anni come ha fatto Ferguson (ride, ndr). Il progetto è di tre anni e quindi ho firmato per tre anni. Dopo questi, vediamo che progetto ci sarà. Sicuramente voglio rimanere qui i prossimi due anni"

 

C'è grande entusiamo a Tirana, ma i tifosi della Roma sono preoccupati per lo stadio. Kumbulla giocherà?

"Con o senza Kumbulla, gli albanesi devono essere dalla nostra perché se la Roma vince la Coppa, un albanese vince la Coppa. Questo deve essere sufficiente per far avvicinare gli albanesi. Noi giochiamo una finale venerdì, gli avversari sono in vacanza. Non c'è equilibrio da questo punto di vista. Sono entusiasta che la finale sia a Tirana - dove ho qualche amico -, ma non ci ho mai giocato. Sia per noi che per loro è un peccato che lo stadio abbia una capienza ridotta, perché se si giocasse al Bernabeu sarebbe pieno. Per l'Albania è importante. Sarà bello, ancora di più se Kumbulla alzasse la coppa"

 

Un commento su Ancelotti?
"Se alleni l'Everton, non vinci la Champions. Qualcuno pensava in qualche mia avventura che io avrei dovuto vincere, ma non era un progetto per farlo. Deve esserci la passione, se non senti l'entusiasmo prima di queste partite significa che sei finito. Siamo noi che decidiamo quando smettere, ma se qualcuno sta aspettando il mio ritiro, dovrà attendere ancora perché non avverrà a breve"

 

Sarebbe beffardo non arrivare in Europa? Se avvenisse, sarebbe comunque una stagione positiva?
"Il rischio c'è, non è impossibile. Ci sono due finali da giocare e ipoteticamente si possono perdere entrambe. Io lo so e anche i calciatori lo sanno. Non è una situazione facile da gestire, bisogna pensare solo a venerdì, infatti non sono contento di stare qui parlare della finale di mercoledì. Molti pensano di lasciare perdere la gara di venerdì, altri pensano il contrario. C'è anche chi pensa a una via mezzo. La mia filosofia è quella di mettere tutto per venerdì, ma tutti devono pensarla come me. Oggi in allenamento non abbiamo nascosto nessun giocatore, chi non c'era vuol dire che non sarà disponibile venerdì"

 

La situazione degli infortunati? Pensa di essere uno spot per la Conference League?
"Per Mkhitaryan serve ancora tempo. Non ha fatto un allenamento con la squadra: nessuna possibilità per venerdì, poche per la finale. Zaniolo poche chance per venerdì, un po' di più per mercoledì. Smalling è infortunato, anche lui è in dubbio per la finale. Karsdorp tra i quattro è quello che sta meglio. Voglio vincere per me, ma soprattutto per questa gente e per questi calciatori. Per la UEFA, esiste gente scettica quando c'è un cambio. Chi lo fa ha bisogno di aiuto. Questo è un grande passo. Bisogna che le squadre più grandi prendono sul serio la competizione, se no diventa un fallimento. La Conference League è importante perché le squadre come noi hanno aiutato la UEFA a renderla importante"

 

Nota differenze tra Roma e le altre città prima di una finale?
"Sì, si fa più fatica a far concentrare la gente alla gara contro il Torino, prima che alla finale. Sento un'euforia generale che non aiuta a concentrarsi a una gara importante. Confesso che non è facile. Questa è una cosa che si sente anche per strada, dove la gente non ti sprona per Torino ma per il Feyenoord. Ci sta la gioia di giocarsi una finale, ma la priorità per me è venerdì. Quello che mi fa arrabbiare è che meritavamo di essere quinti con grande vantaggio, ma tra arbitri ed errori nostri, non ci siamo"

 

C'è ancora in ballo il quinto posto, Sarri ha detto che la piazza di Roma merita altri duelli.
"Sono d'accordo, non si deve pensare a finire avanti o indietro a loro. L'ho detto sia quando abbiamo perso il derby, sia quando lo abbiamo vinto. Noi allenatori dobbiamo imparare anche a stare dalla parte della cultura popolare. Quindi se sei alla Roma, diventi romanista. Se mi chiedi c'è differenza tra quinto e sesto posto ti dico di no. Sarà la finale a fare la differenza, perché il trofeo già vuol dire qualcosa in più"

 

Ibanez può essere usato come jolly? Spinazzola  come sta in ottica Tirana?

"Lui è forte in difesa, ma ha dei limiti nello sviluppo del gioco e nei passaggi. Giocando da jolly ha sicuramente la possibilità di crescere. Cristante lo fa da mesi ed è migliorato tanto. Spinazzola ha giocato bene con il Venezia, peccato per il cartellino giallo. Per queste partite abbiamo più possibilità. Se deve giocare, lo farà a destra".

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