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Lazio-Juve, Allegri: "Vietato pensare sia facile. Futuro? Società ha diritto di valutare"

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Vigilia della semifinale di ritorno in Coppa Italia per Allegri che martedì 23 aprile affronta la Lazio dopo il 2-0 dell’andata allo Stadium: "Non bisogna pensare che sia facile visto il vantaggio, sarà una partita lunghissima". Sul suo futuro: "Non penso a nulla, in questo momento la priorità è centrare gli obiettivi, la società ha il diritto di valutare..."

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Vigilia della semifinale di ritorno per Massimiliano Allegri che in conferenza stampa ha parlato del match che attende la Juventus allo stadio Olimpico contro la Lazio. I bianconeri difendono il 2-0 dell'andata arrivato grazie alle reti di Chiesa e Vlahovic.

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Che Lazio sarà dopo le tre settimane di Igor Tudor?

"Troveremo una Lazio molto aggressiva perché devono recuperare due gol, stanno cambiando rispetto a Sarri, sono molto più aggressivi. Sarà difficile, è una partita da dentro o fuori, dovremo fare un grande match".

Chiesa sarà titolare?

"Federico è sempre stato nelle azioni più importanti. Anche a Cagliari. È un giocatore importante, come lo sono tutti. Oggi valuterò in allenamento, ci sarà bisogno anche dei cambi, sarà una partita molto lunga".

Questa Coppa Italia vale ancora di più?

"Siamo partiti con due obiettivi: arrivare tra le prime quattro e momentaneamente siamo terzi anche se è ancora lunga, poi anche cercare di vincere la Coppa Italia. Domani sapremo se siamo stati bravi per andare in finale o meno, poi ci sarà il campionato in cui dovremo fare i punti che ci servono per arrivare in Champions".

Questa Coppa può essere determinante per il futuro di molti?

"Quando si gioca lo si fa per ottenere il massimo dei risultati. Adesso non bisogna pensare al futuro, ma agli obiettivi per cui abbiamo lavorato da sette, otto mesi a questa parte. È il momento più importante in cui si decide tutto. Non abbiamo ancora raggiunto né il posto in Champions né la finale di Coppa Italia…".

Cosa dovranno capire i giocatori per la gara di domani rispetto a Cagliari?

"È una partita diversa rispetto a Cagliari, abbiamo visto cosa abbiamo sbagliato, ma domani è una squadra diversa che ci aggredirà. Dobbiamo avere lucidità e personalità specialmente quando abbiamo la palla".

Oltre ai due gol di vantaggio, quali sono le certezze?

"La certezza è che la squadra sarà motivata. Bisogna fare un grande sforzo per raggiungere l’obiettivo. Non bisogna pensare e credere che tutto sia facile, anche all’interno della stessa partita. Ci sarà da battagliare, vincere i contrasti, giocare bene tecnicamente, lavorare di squadre per tutti i 95 minuti". 

Mese decisivo, lei che ha vinto tanto ha paura degli zero titoli?

"Non bisogna avere paura, il calcio dà sempre un’opportunità. Va vissuta con grande voglia e determinazione di arrivare a giocare questa finale. Sappiamo la squadra che affronteremo e dobbiamo avere il desiderio di arrivare in finale dando il massimo, poi se saranno più bravi li applaudiremo…".

Si sente che questa può essere un risultato importante in una stagione che non è andata molto bene?

"Se sei alla Juventus devi giocare per vincere e avere un’ambizione talmente alta che ti porta al di là dei valori che ci sono. Domani abbiamo l’opportunità di arrivare in finale in un percorso di crescita con la società che ha dato direttive ben precise. Ma soprattutto la Juventus deve avere la possibilità di giocare la Champions il prossimo anno, poi il Mondiale per club è già acquisito e arrivare in finale di Coppa Italia vorrebbe dire giocare la Supercoppa il prossimo anno. Con la pressione bisogna vivere e convivere, è questo il bello del calcio".

Yildiz gioca con meno leggerezza?

"È un percorso di tutti i giocatori, lui ha qualità straordinarie. Ma anche Bremer di quest’anno, per esempio, è lo stesso dell’anno scorso. La maglia della Juventus pesa molto di più quando le partite diventano importanti. Dopo un anno e mezzo è questo il periodo in cui le partite sono quelle pesanti che ti fanno crescere per giocare nella Juventus. Bisogna abituarsi, attraverso queste partite si cresce".

La critica spinge per un cambio in panchina, lei cosa pensa?

"Non penso a nulla, io faccio un lavoro che mi piace, poi la società ha il diritto di valutare il valore di ciò che può essere il surplus di un allenatore in questo o un altro contesto. Ma in questo momento la cosa più importante è centrare gli obiettivi".