Come Farioli sta cambiando (in bene) l'Ajax

Il destino dell’Amsterdamsche Football Club Ajax, meglio noto semplicemente come Ajax, si lega, passato e presente, con l’epica e la mitologia. Il club della capitale olandese deve il suo nome a Aiace Telamonio, eroe dell’Iliade conosciutissimo tra le fila dell’esercito greco per la sua forza in battaglia, seconda solo a quella di Achille. Come Aiace, l’Ajax per decenni è stato per decenni una tra le migliori squadre d’Europa, temuta e rispettata per la sua filosofia calcistica e per la capacità di sviluppare il talento dei giovani. Da un paio di stagioni però ‘Ajax-Aiace’ ha perso la sua forza, come Sansone dopo che gli sono stati tagliati i capelli. Per risollevare le sorti del mito caduto, ecco comparire un secondo personaggio, un ‘aiutante’ per rimanere sul gergo letterario, un giovane allenatore proveniente dalla Toscana passato per la Costa Azzurra: Francesco Farioli. Cominciamo col dire che Farioli, per gli standard dell’Ajax , è un vero e proprio ‘unicorno’: mai nei 125 di storia del club si era seduto in panchina un allenatore italiano, mentre per trovare un allenatore non olandese bisogna tornare addirittura al 1997 e alla gestione del danese Morten Olsen. Un rischio grosso ma calcolato, sia tecnico sia culturale, per una società che nelle ultime stagioni ha sbandato pericolosamente e che aveva bisogno di una netta inversione di tendenza. Quando l’11 giugno 2024 Farioli è sbarcato ad Amsterdam, la situazione, per gli standard dei ‘Lancieri’, stava cominciando ad assumere dei contorni tragici. Chiuso il quadriennio trionfale con Erik Ten Hag, volato a Manchester, l’Ajax veniva da due stagioni chiuse decisamente lontano dalla vetta: terzo a -13 dal Feyenoord nel campionato 2022/23, addirittura quinto a -26 dai rivali storici del PSV nella scorsa Eredivisie. A preoccupare l’ambiente, oltre ai risultati, anche il cambio di filosofia ai vertici del club, passato da valorizzare i giovani del vivaio a puntare giocatori sì affermati ma dal dubbio rendimento in maglia biancorossa. Profilo giovane e internazionale, con esperienze tra Italia, Turchia e Francia, Farioli è arrivato in Olanda dopo una stagione al Nizza in cui aveva portato i rossoneri a lottare fino alle ultime giornate per un piazzamento in Champions League, chiudendo il campionato al quinto posto dopo essere stato anche in testa alla Ligue 1 nella prima parte dell’anno. Il ‘Farioli-ball’ alla francese, se così si può chiamare, si è fatto un nome per il suo pragmatismo: poco spettacolo, pochi gol, grande equilibrio e difesa rocciosa, tanto che a fine stagione la porta di Bulka è stata la meno battuta di Francia, con 29 reti subìte in 34 giornate, meglio anche della corazzata Paris Saint-Germain. Arrivato in Olanda, Farioli ha dovuto adattare leggermente il suo calcio, consapevole di avere una squadra non ancora da corsa ma di certo più competitiva, in proporzione, del Nizza. Tutto sempre all’insegna dell’equilibrio e della compattezza: a più di dieci turni dalla fine del campionato, l’Ajax ha praticamente gli stessi punti che ha raccolto in tutta la scorsa stagione , mantenendo sì la stessa media realizzativa per partita ma soprattutto dimezzando la percentuale di reti incassate in ogni gara . Analizzando la spiderchart fornita da Soccerment si riesce ad avere una chiara idea, anche solo a colpo d’occhio, di come i ‘Lancieri’ abbiano rivoluzionato il loro modo di difendere rispetto a pre-Farioli: l’intensità del pressing è calata, così come la frequenza della riaggressione, mentre sono crollate le occasioni create dagli avversari su palla persa e i tocchi concessi all’interno della propria area di rigore. Questo pragmatismo, versione 2.0 del ‘catenaccio all’italiana’, sta portando risultati notevoli ad Amsterdam. L’Ajax in campionato non perde dall’8 di dicembre, e in generale ha perso solo una volta nelle ultime 15 di Eredivisie. Leggermente meno bene in Europa League, dove a causa di un calendario complicato la squadra si è dovuta accontentare del dodicesimo posto nel maxi girone – pur avendo il secondo miglior attacco e la quarta miglior difesa fra le 36 partecipanti – e dovrà affrontare il prossimo 20 febbraio il ritorno del playoff contro i belgi dell’Union Saint-Gilloise dopo aver ipotecato il passaggio del turno con lo 0-2 di Bruxelles, dove ha brillato il talento del classe 2008 Jorthy Mokio. Unico neo finora in stagione l’eliminazione agli ottavi di Coppa d’Olanda: 2-0 in casa dell’AZ Alkmaar. Non tutto però è ‘rose e fiori’, anzi, ‘rose e tulipani’, per stare in tema. È evidente che con Farioli la squadra abbia fatto un’impennata nel rendimento e nell’autostima ma è altrettanto chiaro che l’organico in mano all’ex allenatore del Nizza abbia delle criticità. In primis a livello di gioco, perché il pragmatismo di cui sopra, quella solidità su cui è stato costruito l’Ajax, alle volte è un’arma a doppio taglio, un’impostazione tattica che porta la squadra a ‘incartarsi’ contro avversari particolarmente chiusi. Poi a livello di organico: i ‘Lancieri’ sono una squadra esperta, fin troppo per gli standard del club . Puntare così tanto su giocatori come Klaassen , Henderson , Berghuis , Weghorst e Pasveer può sì aiutare i giovani nel loro sviluppo, ma oltre a limitarne lo spazio in campo porta inevitabilmente l’Ajax ad avere un orizzonte temporale molto ristretto, per cui serve vincere ora prima che ci sia un massiccio ricambio generazionale e si debba ricominciare praticamente da capo. Ma sarà un problema per il Farioli del futuro. Forse. Perché la stampa olandese non impazzisce per il gioco pratico e senza fronzoli dell’Ajax, agli antipodi con quello che storicamente è stato l’approccio del club alle partite, e qualche testata vocifera già di una possibile partenza di Farioli in estate. A maggior ragione considerando che la squadra, parole della dirigenza, è ancora in una fase di transizione e da qui in avanti tornerà agli acquisti oculati e allo sviluppo del vivaio, preferendo un bilancio solido e una presenza fissa al girone di Champions League agli acquisti folli delle ultime stagioni per tentare di colmare il gap con le grandi del continente. Il Feyenoord è in crisi di risultati dopo la cessione di Gimenez, mentre il PSV sembra ai ferri corti con l’allenatore Peter Bosz. Per l’Ajax, in quello che avrebbe dovuto essere un anno di ricostruzione, potrebbe essere la stagione giusta per tornare a vincere l’Eredivisie. Per Farioli, a 35 anni, potrebbe invece essere l’opportunità per mettere un grande trofeo in bacheca e delinearsi come uno dei giovani allenatori più interessanti del panorama europeo. Sarebbe una vittoria per entrambe le parti, una bella storia di crescita e riscatto sia per il protagonista sia per il suo ‘aiutante’, come nelle migliori saghe della letteratura epica.

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Simone Dagani