Prima Europa League nella bacheca del Manchester United, trionfo che conferma la legge di Mourinho negli appuntamenti più attesi: su 14 finali disputate, l'allenatore portoghese ha perso solo in due occasioni. Dall'epilogo di Stoccolma alla Uefa del 2003 con il Porto, la tradizione premia sempre José
Bollito a chi? L’epilogo a Stoccolma dell’Europa League consegna il terzo titolo stagionale al Manchester United di José Mourinho, l’unico che mancava nella bacheca dei Red Devils. Certo, non sarà il grande Triplete conquistato nel 2010 con l’Inter, tuttavia Mou ha ribadito l’ottima tradizione in materia di finali: su 14 disputate da allenatore, ben 12 l’hanno premiato in carriera. Chiamatelo pure lo “Specialist One” -
Europa League, trionfa Mou. Lo United batte l'Ajax 2-0
Se la Premier League ha visto lo United chiudere al 6° posto a distanza siderale dal Chelsea di Conte, il trionfo in Europa League spalanca le porte della Champions alla squadra di Mourinho. Dopo Trapattoni e Benitez, lo “Special One” diventa il terzo allenatore a sollevare la Coppa Uefa/Europa League su due panchine diverse. Mou è inoltre il primo manager ad imporsi per due volte sia in Champions League sia nella seconda competizione per club -
Europa League, trionfa Mou. Lo United batte l'Ajax 2-0
Detto dei nuovi traguardi centrati da Mourinho, il bilancio totale delle finali da lui disputate (comprese le Supercoppe) parla di 17 vittorie su 25 gare totali. “Bello vincere tre trofei - ha spiegato José -, ora abbiamo tutte le coppe del mondo in bacheca: Ferguson le ha vinte quasi tutte, io quella che mancava”. Trofei, o se preferite tituli, che ripercorriamo in piena tradizione con le gesta dello “Special One” -
Europa League, trionfa Mou. Lo United batte l'Ajax 2-0
COPPA DI LEGA 2016/17. Appena sollevata l’Europa League, Mourinho aveva inaugurato la stagione trionfando 2-1 ad agosto nel Community Shield contro il Leicester di Ranieri (Lingard e Ibrahimovic a segno). Per centrare il piccolo Triplete mancava un altro titolo raggiunto nella EFL Cup a febbraio: 3-2 al Southampton nonostante un doppio Gabbiadini, ma a prendersi la scena è nuovamente Ibra -
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COPPA DI LEGA 2014/15. Esonerato dal Chelsea nel dicembre del 2015, Mourinho era tornato protagonista tra i Blues trionfando sia in Premier League sia nella League Cup: il 2-0 al Tottenham (Terry e autorete di Walker) regalava allo “Special One” il suo primo trofeo dopo il suo ritorno a Londra nel 2013 -
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Un legame speciale quello con i Blues, ecco perché il successo ritrovato nella società di Abramovich vale un’esultanza speciale. Missione tutt’altro che impossibile per Mourinho, abituato a dare spettacolo nelle dichiarazioni come nelle celebrazioni dopo i suoi trionfi: un tuffo diventa d’obbligo sull’erba di Wembley -
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COPPA DEL RE 2012/13. Specialista in finali, come detto, tuttavia non mancano un paio di macchie sul petto di Mourinho. La seconda ed ultima riporta alla Coppa nazionale spagnola, concessa ai supplementari ai Colchoneros di Simeone con il gol partita di Miranda dopo il botta e risposta Cristiano Ronaldo-Diego Costa. E pensare che in semifinale i Blancos si erano sbarazzati del Barcellona campione di Spagna -
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COPPA DEL RE 2010/11. Sono tre i “tituli” di José festeggiati a Madrid: una Liga e una Supercoppa nazionale preceduti dal trionfo in Copa del Rey contro il Barcellona che piuttosto la spunterà in campionato e in Champions League. A Valencia decide un gol all’extra-time di Cristiano Ronaldo per accendere la festa -
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CHAMPIONS LEAGUE 2009/10. “Partite così mi ricordano quella contro il Bayern nel 2010 - ha ricordato Mourinho a Stoccolma -, ho avuto la sensazione di poter vincere stasera”. Certo, non si tratta di quel Triplete né dello stesso trofeo a rendere leggenda una stagione inimitabile. A Madrid l’Inter festeggia la sua terza Champions League, successo che mancava da 45 anni e che seguiva lo Scudetto e il trionfo in Coppa Italia -
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Il 2-0 al Bayern Monaco targato Milito, capolavoro centrato al Bernabeu, permetteva a José di raggiungere Happel e Hitzfeld tra gli allenatori due volte vincitori della Champions con altrettanti club diversi. Trionfando in Serie A, inoltre, Mou si era incoronato tecnico dai successi in serie nei campionati da lui disputati -
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Una notte magica per i tifosi nerazzurri quella della coppa sollevata da capitan Zanetti, della festa e degli abbracci fino alle lacrime di Mourinho che salutava in direzione Real Madrid. La Champions League e lo Scudetto altro non erano che due gemme nel diadema dell’Inter, un vanto per la squadra targata 2010 -
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COPPA ITALIA 2009/10. Già, perché quell’annata memorabile vide l’Inter sollevare per la sesta volta la Coppa Italia ai danni della Roma, sconfitta all’Olimpico da Milito autore di 30 gol complessivi in stagione. “El Principe” divenne il primo artefice dei successi di José Mourinho nella sua ultima passerella nerazzurra -
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FA CUP 2006/07. Londra e il Chelsea restano la prima risorsa di Mou in termini di finali vinte, 4 con il successo in FA Cup nel 2007 maturato ai danni del Manchester United. Determinante il gol di Didier Drogba ad un passo dai calci di rigore, guizzo che premiava il portoghese contro il decoratissimo Alex Ferguson -
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COPPA DI LEGA 2006/07. In quella stagione il Chelsea chiuse il campionato al 2° posto alle spalle dello United ma sollevò anche la Carling Cup a febbraio: 2-1 in rimonta all’Arsenal grazie al solito Drogba. Soddisfazione doppia per Mourinho opposto ad Arsene Wenger, nemico giurato di tante battaglie -
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COPPA DI LEGA 2004/05. Lo “Special One” era sbarcato a Londra conquistando sia la Premier League sia la Carling Cup, primo titolo in palio in stagione. Che finale quella a Cardiff: Riise e un’autorete di Gerrard trascinarono le squadre ai supplementari prima dell’uno-due Drogba-Kezman a vanificare Nunez. Il 3-2 finale regalava il primo successo a Mourinho tra i Blues -
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CHAMPIONS LEAGUE 2003/04. Annata irripetibile quella del Porto, allenato dal 2001 da José Mourinho a gettare le prime basi di una carriera eccezionale. In Champions League i portoghesi chiusero il girone alle spalle del Real Madrid prima di estromettere nell’ordine Manchester United, Lione e Deportivo raggiungendo la finalissima a Gelsenkirchen -
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Di fronte il Monaco di Deschamps, altra rivelazione della competizione, travolta 3-0 con le reti di Carlos Alberto, Deco e Alenichev. Il Porto sollevava la sua seconda Champions League dopo il trionfo nel 1987, traguardo centrato da outsider che accendeva i riflettori sul talento di José Mourinho -
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COPPA DI PORTOGALLO 2003/04. Un cruccio per Mourinho, ma col senno di poi poco importa se ad aggiudicarsi la Coppa nazionale furono i rivali del Benfica vittoriosi 2-1 in rimonta ai tempi supplementari. Si trattò della prima finale persa da José, piuttosto al comando a +8 sulle Aquile al termine del campionato -
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COPPA UEFA 2002/03. Mourinho si era già imposto in Europa alla guida del Porto, squadra protagonista di una marcia irresistibile: fuori nell’ordine Polonia Varsavia, Austria Vienna, Lens, Denizlispor, Panathinaikos e per ultima la Lazio, travolta 4-1 al do Dragão. L’ultima tappa vedeva i Dragoni opposti al Celtic -
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Un epilogo divertente a Siviglia, risolto da Derlei ai supplementari per il 3-2 finale a consegnare la prima Coppa Uefa alla squadra portoghese. Un 40enne Mourinho centrava così il primo titolo continentale della sua carriera scintillante, l’ennesimo trofeo di una stagione dalle tante soddisfazioni per il Porto -
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COPPA DI PORTOGALLO 2002/03. Sollevata la Coppa Uefa, infatti, il Porto si era imposto sia in campionato sia nella Coppa nazionale sbarazzandosi della pratica Leiria, ex squadra di Mourinho. Decisivo in Europa come in patria il naturalizzato portoghese Derlei, altro ex della sfida dai tanti gol tra le fila dei Dragões -
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A distanza di 14 anni Mourinho torna quindi a baciare la Coppa Uefa, il primo trofeo continentale vinto ai tempi del Porto. Si tratta del 25° successo personale, dettagli per uno specialista delle finali dal bilancio quasi impeccabile (12 trionfi su 14 atti finali): l’anno prossimo sarà Champions League, volete scommettere che Mou ci proverà ancora? -
United, Mou: "Come Inter-Bayern, dopo 1' sapevo di averla in tasca")
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