Con quello di ieri, sono tre gol in cinque giorni per Patrick Cutrone, sempre più importante per il Milan di Gattuso, che lo ha paragonato alla leggenda di Filippo Inzaghi
Con il gol di ieri al Ludogorets, e i due alla SPAL dello scorso fine settimana, Patrick Cutrone ha segnato tre gol in cinque giorni. Tutti decisivi per sbloccare il risultato, oltretutto. I rossoneri hanno segnato in totale sette gol (4-0 alla SPAL, 3-0 ai bulgari) mostrando una prolificità insolita rispetto alle medie stagionali, che però non rispecchia in pieno l’andamento delle due partite. Gennaro Gattuso ha parlato in entrambi i casi di risultato bugiardo, con quel misto di umiltà e pessimismo che contraddistingue la sua comunicazione da quando è seduto sulla panchina del Milan. La sua squadra ha ricavato il massimo da ciò che ha costruito, e probabilmente non c’è un altro giocatore che incarni questa sorprendente e nuova efficacia meglio dello stesso Cutrone.
Nelle ultime due partite, Cutrone ha segnato tre gol tirando tre volte in porta, due delle quali con parti del corpo insolite, ginocchio e spalla. Contro la SPAL ha segnato una doppietta grazie a due respinte corte del portiere, Alex Meret. Coincidenze che hanno rafforzato un paragone che lo accompagna da tempo, quello con Filippo Inzaghi. Come Inzaghi, Cutrone viene esaltato soprattutto per le sue doti caratteriali e per l’istinto per il gol, quel talento più mentale e fisico che tecnico che lo porta a segnare gol all’apparenza facili, anche con parti del corpo improbabili. «Ha il veleno negli ultimi sedici metri, è nato con questa caratteristica e ci morirà. Somiglia a Inzaghi, a Massaro, vive per il gol», ha detto di lui Gattuso.
Contro il Ludogorets, il Milan ha sofferto più del previsto a sviluppare la manovra e il primo tiro in porta è arrivato giusto a pochi secondi dall’intervallo. Calhanoglu ha battuto un calcio d’angolo corto verso Bonaventura e dopo aver ricevuto il passaggio di ritorno dal compagno ha crossato con un effetto a rientrare verso la porta avversaria. Cutrone ha seguito con lo sguardo lo scambio tra Bonaventura e Calhanoglu, è scattato sul primo palo non appena il turco ha alzato il piede per crossare e, pur coordinandosi per colpire di testa, ha deviato il pallone con la spalla modificandone la traiettoria quel tanto che bastava per farlo finire alle spalle del portiere.
Il gol ha ricordato quello segnato con il braccio contro la Lazio: anche in quel caso Cutrone aveva provato a deviare di testa un cross forte e a effetto di Calhanoglu ma, appunto, aveva colpito la palla col braccio. In Cutrone convivono effettivamente diverse caratteristiche tradizionalmente associate a Inzaghi: la naturalezza con cui si muove in area di rigore e sa staccarsi dal marcatore scegliendo la zona ideale da attaccare, la tortura psicologica a cui sottopone le linee difensive minacciandole con scatti al limite del fuorigioco, la velocità di coordinazione.
Contro il Ludogorets, Cutrone sembrava sul punto di tirare in porta anche quando è stato spinto da Moti e si è guadagnato il rigore che ha interrotto un periodo di grande sofferenza, durante il quale la squadra bulgara ha anche colpito una traversa.
Questo spiccato talento da finalizzatore gli ha permesso di segnare ben 13 gol nella prima stagione da professionista della sua carriera: è il capocannoniere del Milan, un traguardo impensabile fino a qualche mese fa. Rispetto a Inzaghi, però, Cutrone sembra meno smaliziato nell’utilizzo del proprio corpo. Ambrosini ha detto che gli manca ancora «la capacità di appoggiarsi sull’avversario e costruire occasioni dal nulla». Era una delle migliori qualità di Inzaghi, che sapeva girarsi e tirare fuori giocate incredibili anche quando era marcato e aveva uno spazio minimo per gestire il pallone.
Pur avendo maggiore forza, non sembra particolarmente a suo agio nei duelli fisici e gli manca ancora quell’astuzia con cui Inzaghi riusciva a farsi valere anche nei corpo a corpo. Tutti i gol segnati da Cutrone sono costruiti sul posizionamento in area e il tempismo negli smarcamenti: «Per i miei gol devo sempre ringraziare i compagni. Mi mettono queste palle per segnare, i gol sono merito loro», ha dichiarato dopo la partita contro il Ludogorets.
L’altra grande area di miglioramento l’ha individuata Gattuso dopo la gara contro la SPAL: «Ha perso tre o quattro palloni in uscita, poteva giocare con più tranquillità e farci respirare. È un aspetto che può migliorare». Cutrone è raramente “pulito” quando viene coinvolto nella manovra. Non è solo un problema di tecnica, ma anche di visione di gioco e di utilizzo del corpo per proteggere la palla quando è marcato. In maniera controintuitiva, è più preciso quando i ritmi si alzano e gioca di sponda di prima. In quel caso riesce a mantenere una buona precisione, scegliendo anche soluzioni non banali. Quando invece mantiene il possesso, troppo frequentemente finisce per far perdere velocità all’azione: anche se probabilmente non avrà mai una visione di gioco sofisticata può certamente migliorare nel primo controllo.
Contro il Ludogorets ha perso 10 palloni e sbagliato metà dei passaggi tentati. Uno di questi, all’ottavo minuto del secondo tempo, avrebbe potuto lanciare Suso in campo aperto a concludere una ripartenza potenzialmente molto pericolosa. Cutrone raccoglie una respinta nella propria area di Abate, controlla il rimbalzo del pallone e decide di portarselo avanti con la testa. Il tocco, però, non è preciso e lo costringe a girarsi all’indietro e a scattare per non perdere il possesso. Il giovane attaccante rossonero riesce ad arrivare per primo sulla palla, la porta avanti facendola passare sotto le gambe dell’avversario che ha di fronte, ma quando ha l’opportunità di passarla a Suso la colpisce male e finisce per regalarla a Moti, il difensore centrale del Ludogorets.
Migliorare la gestione di tutti quei palloni che non vanno girati in porta, ma che sono altrettanto importanti per dare un senso alle prestazioni di un attaccante, contribuendo allo sviluppo della manovra e a far salire il baricentro della squadra, è il salto di qualità più importante che attende Cutrone. Nel frattempo, così come a inizio stagione, è stato bravo ad approfittare dei problemi fisici di Kalinic e delle difficoltà di ambientamento di André Silva per scalare le gerarchie dell’attacco rossonero.
Gattuso l’ha fatto partire dal primo minuto in cinque delle ultime sette giornate e, visto il momento di forma, Cutrone potrebbe ritagliarsi uno spazio ancora più importante nelle prossime settimane.