Al momento del fischio d'inizio, i giocatori dell'Arsenal si sono inginocchiati in campo come gesto contro il razzismo, mentre i calciatori dello Slavia Praga non hanno partecipato al Black lives matter. I cechi hanno respinto le accuse rivolte al proprio difensore Kudela in merito agli episodi di Glasgow e agli epiteti razzisti rivolti al centrocampista Kamara
Forte immagine al momento del fischio d'inizio della gara tra Arsenal e Slavia Praga, andata dei quarti di finale di Europa League. I giocatori del club londinese e gli arbitri si sono inginocchiati, classico gesto utilizzato come messaggio contro il razzismo. Lo stesso, però, non hanno fatto i calciatori dello Slavia Praga, che sono rimasti in piedi non partecopando al Black lives matter. Il motivo? La squadra ceca è reduce dalle forti polemiche successive alla sfida contro i Rangers, quando fu accusata di razzismo in seguito a delle presunte frasi offensive pronunciate da Kudela contro l'avversario Kamara. Accuse respinte dallo stesso Slavia Praga. Da qui la decisione di non partecipare al gesto effettuato dall'Arsenal e dalla squadra arbitrale.
L'episodio di Glasgow
Il fatto in questione è accaduto a Ibrox Park, casa dei Rangers, in occasione del ritorno degli ottavi di finale di Europa League che ha decretato l'eliminazione della squadra di Glasgow. In quell'occasione Ondrej Kudela, difensore dello Slavia Praga, sarebbe stato aggredito con calci e pungi nel tunnel che porta agli spogliatoi da alcuni avversari, che lo accusavano di aver rivolto offese razziste nei confronti di Glen Kamara. Secondo i giocatori cechi, invece, queste frasi non ci sarebbero state ma anzi, al contrario, proprio il loro compagno di squadra sarebbe stato aggredito già precedentemente. Anche dallo stesso Steven Gerrard erano arrivate pesanti accuse, l'allenatore dei Rangers si era detto “arrabbiato e sconvolto”. Sulla vicenda l'Uefa ha aperto anche un'inchiesta.