Napoli, Spalletti non stringe la mano all'allenatore dello Spartak Mosca. VIDEO

spartak-napoli

Piccolo screzio tra i due allenatori dopo la sconfitta del Napoli a Mosca. Al triplice fischio Rui Vitoria cerca Spalletti per stringergli la mano, ma l'allenatore del Napoli rifiuta il gesto. Un episodio spiegato poi da Spalletti in conferenza: "Lui non è venuto a salutarmi all'inizio, troppo facile salutare alla fine perché hai vinto la partita, si saluta all'inizio dando il benvenuto"

SPARTAK MOSCA-NAPOLI 2-1: HIGHLIGHTS - NAPOLI-LAZIO LIVE

Nervi tesi al termine di Spartak Mosca-Napoli. La squadra russa ha vinto 2-1 con doppietta di Soblev, inutile il gol finale di Elmas. Un risultato che complica il percorso del Napoli in Europa League. Dopo il triplice fischio dell’arbitro Turpin, c’è stato uno screzio tra i due allenatori: Rui Vitoria è andato a cercare Luciano Spalletti per stringergli la mano, come spesso succede a fine gara, ma l’allenatore del Napoli ha rifiutato la stretta, alzando le mani. Il collega portoghese è rimasto immobile, con un’espressione perplessa, mentre Spalletti rientrava negli spogliatoi. Nella conferenza post partita, l'allenatore del Napoli ha spiegato perché ha rifiutato la stretta di mano di Rui Vitoria: "Lui non è venuto a salutarmi all'inizio. Si saluta all'inizio, non alla fine perché hai vinto. Lui dice che all'inizio non c'ero. Dopo un minuto sono arrivato, siamo a dieci metri e può venire a darmi la mano. Troppo facile salutare alla fine perché hai vinto la partita, si saluta all'inizio dando il benvenuto". 

Le scorie dell'andata tra Spalletti e Rui Vitoria

Questo episodio nasce probabilmente da alcune scorie tra i due allenatori nel match d’andata. Giovedì 30 settembre, allo stadio Maradona, il Napoli ospita lo Spartak Mosca. Spalletti entra in campo e va a cercare il collega per fargli un in bocca al lupo. Lo cerca nella panchina della squadra russa, ma non lo trova. Qualcuno gli fa cenno che l’allenatore è proprio davanti alla panchina, a quel punto Spalletti si dirige verso Rui Vitoria e lo abbraccia prima del fischio iniziale. Un imprevisto che non è piaciuto alla Spartak Mosca, che su Twitter scrive: "Errore onesto, ma non dimenticherà Rui tanto presto". Effettivamente, lo Spartak Mosca batterà il Napoli sia all’andata (3-2 allo stadio Maradona) sia al ritorno (2-1 in Russia). Probabilmente Spalletti non ha apprezzato il tweet ironico, che la televisione russa ha mandato in onda nuovamente dopo la vittoria dello Spartak a Mosca. Tra l'altro, al termine del match d'andata, Spalletti si era rivolto agli avversari dicendo: "Ci vediamo a Mosca", come ha ricordato un altro tweet ironico della squadra russa dopo la vittoria nella gara di ritorno.

spalletti_getty

la replica

Spalletti: "Facile stringere la mano a fine partita"

Il precedente di Roma-Catania 7-0

A proposito di strette di mano date e mancate, c’è un precedente famoso che riguarda Luciano Spalletti. Risale al 19 novembre 2006, quando allenava la Roma. I giallorossi travolgono il Catania per 7-0 all’Olimpico, con la squadra di Pasquale Marino rimasta in dieci uomini al 15' per l'espulsione di Mascara. A fine partita, Spalletti attende i giocatori del Catania sulle scale degli spogliatoi per stringere loro la mano, a uno a uno. Un episodio raccontato anche da Francesco Totti nella sua autobiografia: "Non so quali siano le reali intenzioni di Spalletti, ma di certo i giocatori del Catania la prendono malissimo, pensando a una presa in giro. Qualche minuto dopo vedo Pulvirenti e Lo Monaco risalire il corridoio furenti come belve". Il Catania, insomma, non la prende bene, sostenendo che si trattasse di un atteggiamento ipocrita, dato che durante la partita Spalletti avrebbe incoraggiato i suoi giocatori ad attaccare senza sosta, anche quando il risultato era già più che acquisito. Da lì nasce una rivalità tra siciliani e giallorossi, che culminerà il 18 maggio 2008: il Catania batte la Roma al Massimino all’ultima giornata e spegne il sogno scudetto dei giallorossi, mentre a Parma una doppietta di Zlatan Ibrahimovic incorona l’Inter campione d’Italia.