Roma-Feyenoord, De Rossi: "È una vittoria molto romanista, tolti un po' di fatalismo"

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L'allenatore dopo il successo ai rigori: "Ci siamo tolti un po' di fatalismo tipico di noi romanisti, non siamo brutti anatroccoli, spesso vinciamo pure noi. Corsa sotto la Sud? Mi trattengo a non saltare sul cancello come facevo a 25 anni. Svilar è sereno, Pellegrini si merita tutto. Ed erano in sei che volevano calciare"

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"Forse così è il modo più bello per vincere, è stato tutto molto romanista, molto al cardiopalma". De Rossi esplode al rigore d Zalewski: abbracci, la corsa sotto la Curva Sud, un'altra vittoria alla guida della squadra del suo cuore: "Era la mia prima notte europea qui a Roma in questa veste, è stata bella - ha detto a Sky -. È stata una vittoria meritata, soprattutto per quanto visto nel primo tempo". Con la grande tensione dei rigori: "Ci siamo tolti un po' di fatalismo tipico di noi romanisti, abbiamo questi modi di dire come 'mai una gioia' e simili, ora iniziamo a cambiare pagina anche da questo punto di vista, non siamo brutti anatroccoli, spesso vinciamo pure noi".

"Mi trattengo a non saltare sul cancello sotto la Sud"

Sicuramente nell'immaginario del tifo giallorosso resterà la sua corsa sotto la Sud: "Più che un abbraccio era un ringraziamento. Il mio ruolo lo richiede, ogni tanto non vorrei andare ed esagerare troppo, ma se lo meritavano. Ancora un po' e avrebbero sollevato il pullman quando oggi siamo arrivati allo stadio. Cerco di essere moderato ma loro non devono pensare io sia cambiato più di tanto, mi trattengo a non saltare sul cancello come facevo a 25 anni. Anche perché non ce la farei…" (ride, ndr).

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Le pagelle di Roma-Feyenoord

Quella volta di De Rossi ai rigori nel 2002 contro la Triestina…

Corsi e ricorsi storici: l'ultima vittoria in casa Roma ai rigori tra tutte le competizioni risaliva al dicembre del 2002 in Coppa Italia contro la Triestina. Quel giorno il primo lo tirò (e lo segnò) il diciannovenne Daniele De Rossi: "Nella mia testa quella partita era anche più importante di quella di oggi. Ero giovane, per me era la finale di Champions; dovevo decidere se alzare la mano, tirare fuori gli attributi e calciare, oppure se guardare gli altri. È stata la prima conferma data a me stesso. Sui rigori voglio anche sottolineare che avevamo sei rigoristi pronti a tirare, anche Angeliño lo avrebbe voluto calciare. Questi sono segnali, come Buffon a Berlino che avrebbe voluto battere".

"Svilar è sereno, Pellegrini si merita tutto"

Dunque i singoli, l'eroe Svilar: "È forte, è sereno di testa, prima quando giocava meno e anche oggi. È supportato dalla squadra e da Rui Patricio, che è un uomo meraviglioso. Se fai tutto bene poi capita che il rigore te lo tirano dalla tua parte. Pellegrini? È giusto che si tolga queste soddisfazioni e che ci sia il suo nome su questa bella serata. Nemmeno troppo tempo fa veniva messo in discussione, ma è un esempio e un grande giocatore". E su quanto fatto fin qui: "Sono stracontento per quello che vedo, ma c'è ancora molto da fare, le squadre vanno perfezionate anche dopo anni e anni che ci lavori".

Zalewski: "Rigore finale? Avevo tanti pensieri, ma tranquillo su dove batterlo"

Detto di Svilar, l'altro eroe è stato Zalewski, uomo del rigore decisivo: "I pensieri sono stati tanti, ero tranquillo su dove batterlo. Sapevo che dovevo scegliere un angolo e andare forte. Il mio ingresso in campo? Bene è un parolone. Ho cercato di dare il meglio, qualche scelta l'ho sbagliata. L'importante è che è andata bene questa partita, non fermarci qui e continuare il nostro percorso. Fino a dove? Il più lontano possibile, come sempre" - ha detto a Sky.