I ragazzi di Di Biagio giocano bene e attaccano ma si fanno beffare per tre volte dai cechi che segnano nel primo tempo con Travnik (Donnarumma non perfetto) e nella ripresa con Havlik e Lüftner. In mezzo il gol di Berardi che aveva illuso gli azzurrini. Ora bisognerà battere la Germania e sperare che la Repubblica Ceca non superi la Danimarca
REPUBBLICA CECA-ITALIA 3-1 (in corso)
24' Travnik, 70' Berardi, 79' Havlik, 85' Lüftner
Alla fine si chiude con una beffa. Quella di una squadra di bellissime speranze ma forse ancora non pronta, che comanda la Repubblica Ceca, costruisce tantissime occasioni da rete ma si fa punire ogni volta che i propri avversari centrano la porta. Quattro conclusioni nello specchio, tre gol, firmati da Travnik, Havlik e Lüftner, che letti così uno in fila all'altro sembrano uno scioglilingua impossibile da pronunciare, ma tradotti sul campo significano 3-1 per la Nazionale di Schick. Che non brilla - paradosso della partita e conferma della beffa - ma negli ultimi dieci minuti lascia fare ai suoi compagni, mentre l'Italia, forse stanca per le tante occasioni da gol create soprattutto nei primi 30 minuti del secondo tempo, non trova le forze per opporsi. E allora, dopo la scivolata di Rugani e l'errore di Donnarumma che nel primo tempo concedono il vantaggio ai cechi, dopo il pareggio meritatamente trovato da Berardi, dopo che Petagna sbaglia un contropiede facile facile, capita che prima un centrocampisto finora sconosciuto riesca a trovare l'inserimento perfetto per un destro che si spegne all'angolino, e che poi un difensore ruvido abbia la forza per scagliare un bolide dai 30 metri sul quale Donnarumma non riesce a evitare il definitivo 3-1. Un peccato, soprattutto per come erano andate le cose fino a quel momento, con l'Italia capace di tenere maggiormente il pallino del gioco e di tirare molto più verso la porta avversaria. Una sconfitta di certo amara, ancora non decisiva, ma certamente complicata da rimediare. Perché ora la strada per la semifinale impone a Di Biagio di dover battere la Germania e sperare che i cechi non battano la Danimarca. Due combinazioni non impossibili ma poco realistiche. L'Italia però ha il dovere di provarci e, nonostante il risultato, anche il conforto di una prestazione che poteva e doveva determinare un altro risultato.
Le scelte di Di Biagio
L'Italia cambia per quattro undicesimi rispetto alla partita vinta per 2-0 contro la Danimarca. In difesa Caldara è stato fermato da un problema ai flessori e per questo al suo posto ci sarà Alex Ferrari, reduce da un grande campionato con il Crotone, culminato con la storica salvezza. A sinistra invece Di Biagio lascia fuori Barreca e inserisce il rossonero Calabria. Due cambi anche in mezzo al campo, il reparto che più ha bisogno di respirare quando ci sono tante partite raccivinate: al posto di Gagliardini e Benassi giocheranno l'atalantino Grassi e il laziale Cataldi, assieme a Pellegrini, confermatissimo dopo lo straordinario gol in rovesciata che ha aperto le marcature contro la Danimarca. In avanti, invece, nulla di nuovo e conferma per il tridente delle meraviglie Berardi-Petagna-Bernardeschi, con Chiesa pronto a entrare in campo nella ripresa così come fatto nella prima partita.
L'Italia comanda...
Nemmeno il tempo di cominciare e gli azzurrini sono subito pericolosissimi con Cataldi che ruba palla e trova libero Bernardeschi: sul cross del viola, però, Petagna arriva di poco in ritardo. Sono passati appena 14 secondi, la Repubblica Ceca è presto avvisata. Anche perché gli azzurrini comandano il gioco, tengono il pallone e lo fanno girare velocemente. All’8’ Berardi si fionda su un pigro retropassaggio di Havel e per poco non arriva sul pallone prima che Zima lo riesca a rinviare, ma qualche minuto più tardi l’occasione per Bernardeschi è ancora più clamorosa. Tutto nasce da un fallo laterale che libera Pellegrini in mezzo all’area: il neo romanista supera Simic prova a calciare ma sul contrasto la palla finisce proprio sul sinistro del viola che centra i guantoni del giovane portiere del Genoa.
...la Repubblica Ceca segna
La prima iniziativa dei cechi, che col passare dei minuti cominciano a superare con maggior frequenza la metà campo arriva al 20’ con un destro dal limite di Hasek che spaventa Donnarumma. E’ il preludio al vantaggio dei nostri avversari, bravi a capitalizzare il primo sfortunato errore di Rugani: il bianconero scivola nel tentativo di anticipare Travnik che ha la libertà di puntare verso la porta azzurra. Arrivato al limite il trequartista dello Jablonec lascia partire un destro rasoterra ma non troppo angolato che Donnarumma tocca ma senza riuscire a deviare fuori dallo specchio: la parata non era impossibile. La reazione italiana dopo il gol è immediata e affidata al sinistro di Bernardeschi che dai 20 metri sfiora il palo con una grande punizione.
Reazione azzurra, Petagna fuori
La partita ora è viva e equilibrata, certamente molto fisica con diversi interventi al limite da una parte e dall’altra. Schick, fino a questo momento poco coinvolto dalla manovra ceca, trova uno spiraglio nella difesa italiana, carica il sinistro ma questa volta trova pronto Donnarumma che gli nega il gol con una grande parata a terra e si rifà dopo l’errore in occasione del vantaggio. Come fosse una sfida tra bomber sorpresa del nostro campionato dopo pochi minuti arriva la risposta di Petagna, che riceve da Berardi in una veloce azione di contropiede, entra in area, supera Simic e scaglia un destro a botta sicura che però esce di pochissimi centimetri. Peccato. La partita ora vive di strappi, quando recupera palla l’Italia prova ad attaccare con entrambi i terzini e per forza di cose si espone al contropiede dei cechi che al 40’ sprecano una ripartenza in superiorità numerica che aveva liberato Schick sulla sinistra. Meglio così, anche se al riposo siamo sotto di un gol.
Nessun cambio, Italia all'attacco
Nell’intervallo Gagliardini e Chiesa si scaldano a lungo ma Di Biagio si ripresenta con gli stessi undici in campo. E come nel primo tempo anche nella seconda frazione di gioco è l’Italia a fare il gioco nelle prime fasi. Conti ha gamba e arriva spesso sul fondo per crossare o per tirare, Berardi sbatte contro i guantoni di Zima e Bernardeschi prosegue il duello col portiere ceco già avviato nel primo tempo: al 10’ la palla arriva al fantasista viola ottimamente piazzato al centro dell’area, il destro è potente e preciso ma l’estremo difensore in forza al Genoa si supera deviando con una parata a terra. Intanto Di Biagio ha tolto Grassi per Chiesa, accentrando Bernardeschi che diventa il trequartista alle spalle di Petagna nel nuovo 4-2-3-1. L’Italia continua comandare il gioco, le occasioni continuano ad arrivare. Come quella, doppia, che nasce al 62’ da una punizione conquistata al limite da Petagna: Berardi calcia, Zima si supera ancora e Simic con una spaccata provvidenziale anticipa Rugani che stava ribadendo in rete a tre metri dalla linea.
Berardi gol, Petagna alto
L’atteggiamento degli azzurrini continua a essere sempre molto propositivo e al 70’ l’Italia finalmente viene premiata. Merito soprtatutto di Cataldi che ruba palla a centrocampo e immediatamente verticalizza trovando lo splendido taglio di Berardi che partito con un tempismo perfetto di ritrova davanti a Zima: il tentativo di sinistro viene respinto dal portiere che però nulla può sul tap-in di testa. La panchina esplode, Di Biagio esulta e l’Italia continua ad attaccare. Dopo un tentativo di Jankto respinto col corpo da Ferrari (i cechi protestano per il rigore) è Petagna ad avere due clamorose occasioni per portare in vantaggio gli azzurri. Prima arriva di poco in ritardo dopo una grande iniziativa di Chiesa sulla sinistra, poi non riesce a concretizzare un pericolosissimo contropiede propiziato da un recupero del viola, continuato da Berardi e sprecato dall’atalantino che solo davanti a Zima in uscita tenta un cucchiaio ma alza troppo la mira.
La beffa è Ceca
Troppe le occasioni per gli azzurri, troppi gli errori sotto porta. Proprio il contrario della repubblica Ceca che col terzo tiro verso lo specchio di Donnarumma trova il secondo gol del suo pomeriggio. Lo segna il neo entrato Havlik, centrocampista dello Slovácko, bravo a trovare il tempo giusto dell’inserimento su una ripartenza e a piazzare col destro dagli undici metri. Esattamente quello che i nostri non sono riusciti a fare. Il tempo per reagire ci sarebbe, ma a spegnere qualsiasi tipo di velleità azzurra arriva il difensore centrale della Repubblica Ceca, Lüftner, che a 5 minuti dal termine anticipa a centrocampo Petagna, avanza e dai 30 metri lascia partire un destro sul quale questa volta Donnarumma può poco. E’ praticamente la fine. Sulla partita ma non sull’Europeo degli azzurrini che ora, comunque vadano le cose tra Germania e Danimarca, dovranno battere per forza di cose i tedeschi e sperare che i cechi non battano i danesi.