Portogallo, Ruben Semedo in nazionale dopo il carcere

Europei

Arrestato nel 2018 per sequestro di persona, dopo cinque mesi di carcere si trova ancora in regime di libertà vigilata. Ora sta risalendo la china: gioca nell'Olympiakos e ha da poco esordito in Champions League. Il Ct Fernando Santos ha voluto offirgli una possibilità: "Anche se una persona commette un errore, ha il diritto di poter tornare a vivere"

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Tutti meritano una seconda occasione nella vita. Ne è convinto anche Fernando Santos, ct del Portogallo, che ha deciso di convocare Ruben Semedo per le partite di qualificazione a Euro 2020 in programma contro Lussemburgo e Ucraina l'11 e il 14 ottobre. Difensore centrale dell'Olympiakos classe 1994, Semedo è stato arrestato quasi due anni fa in Spagna, nel febbraio del 2018, per minaccia a mano armata, furto e sequestro di persona. Giocatore del Villareal all'epoca, con il cugino e alcuni complici aveva sequestrato un uomo, legandolo, imbavagliandolo e minacciandolo con colpi d'arma da fuoco per farsi dare le chiavi della sua villa e svaligiarla. Fermato dalla Guardia Civil, è rimasto in carcere cinque mesi. Rilasciato su cauzione, sta ancora scontando un periodo di libertà vigilata, ma ciò non gli ha impedito di proseguire la propria carriera. Dopo un anno in patria al Rio Ave, la scorsa estate è arrivata la chiamata dell'Olympiakos. Un'occasione da non gettare, la possibilità di giocare la Champions League che sembrava ormai sfumata. Invece Semedo si sta dimostrando consapevole di questa nuova opportunità e ora all'orizzonte c'è anche la chance di esordire in nazionale con Cristiano Ronaldo.

"In carcere ho pianto"

E il trauma del carcere è stato di certo fondamentale per cambiare le prospettive di un giocatore che mai ha saputo gestirsi. Già nel 2017 era stato infatti fermato dalla polizia spagnola per possesso di arma da fuoco. Un passato che ora sembra lontano: "I primi mesi ho pianto molto, senza farmi vedere - ha raccontato al quotidiano portoghese A Bola - in carcere si possono incontrare tanti tipi di persone, io sono stato fortunato. Il mio compagno di cella non aveva dipendenze di alcun tipo, giocavamo a domino. Poi mi sono allenato con la squadra di calcio del carcere e nell'ultimo mese avevo iniziato a lavorare. Il tempo non passava mai, pensavo sarei rimasto molto di più". 

Una convocazione "socialmente utile"

Ma ora il tempo è tornato a essere suo amico: a 25 anni una carriera ha ancora molto da offrire. Fernando Santos ha ammesso di averlo convocato non solo per le sue qualità tecniche, ma anche per offrire una testimonianza di "quanto può essere socialmente importante questa cosa". Il commissario tecnico campione d'Europa è rimasto molto colpito dalla sua storia: "Anche se una persona commette un errore, ha il diritto di tornare a vivere. Ha dimostrato di saper reagire, lo abbiamo seguito. È stato chiamato per quello che può dare alla squadra". Ora meno di dieci giorni per dimostrare che il passato è realmente alle spalle e, chissà, iniziare un nuovo percorso, quello che potrebbe portarlo all'Europeo.