Europei 2020, Kallen: "Sedi potrebbero cambiare in base ad andamento coronavirus"

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Il direttore dei tornei Uefa, Martin Kallen, non esclude un cambio di scenario in vista di Euro 2020, in programma la prossima estate: "Giochiamo in 12 Paesi, se non è possibile troveremo altre soluzioni. A rischio sono le grandi città come Londra: se l'emergenza Covid diventa troppo grande, non si può giocare". Ceferin: "Impossibile dire oggi se ci saranno i tifosi allo stadio"

Le sedi e le città che ospiteranno Euro 2020, in programma la prossima estate dopo il rinvio di un anno a causa dell'emergenza sanitaria, potrebbero cambiare a causa dell'andamento della pandemia Covid-19. Ad annunciarlo è stato il direttore dei tornei Uefa, Martin Kallen. "Giocheremo in 12 paesi. Se non è possibile, ci sono altri 

scenari - ha detto Kallen al quotidiano svizzero 'Neue Zuercher Zeitung' - Se dovessimo perdere una o due città a causa della pandemia, potremmo 

giocare le partite da qualche altra parte". Secondo il dirigente Uefa, le grandi città sono le più difficili da gestire "perché hanno programmato il maggior numero di eventi. Ad esempio, Londra. Se il problema della pandemia diventa più grande, Londra non  può accogliere gli Europei a nessun prezzo". La Uefa ha posticipato la sua competizione internazionale di punta di un anno esatto dall'11  giugno all'11 luglio 2021. Per la prima volta l'evento sarà  pan-continentale, e si terrà in 12 città che sono - attualmente - tutte confermate. Londra ospiterà le partite del primo turno insieme alle  semifinali e alla finale. Anche Monaco, Amsterdam, Baku, Bilbao,  Bucarest, Budapest, Copenaghen, Dublino, Glasgow, Roma e San Pietroburgo si sono impegnate per l'evento. La Uefa spera in entrate dal torneo di circa 2,1 miliardi di euro. "Sarebbe brutto se dovessimo giocare senza tifosi", ha detto Kallen.

Ceferin: "Impossibile prevedere le misure oggi"

Aleksander Ceferin, il presidente Uefa, nel frattempo minimizza i timori che le sedi possano ritirarsi o che i tifosi debbano essere esclusi. "Ma è un po' troppo presto per dire quali misure esatte potrebbero essere applicate per i tifosi in quasi un anno", ha detto alla rivista tedesca Sport Bild. "Nessuno sa come sarà la vita tra 11 mesi e dobbiamo pensare che i fan ci siano"