
Tutto è pronto per l'inizio degli Europei, fase finale dai protagonisti annunciati non solo tra i giocatori. È il caso dei 24 commissari tecnici attesi dall'appuntamento più importante, allenatori diversi per profilo e carriera. Dal più giovane al più esperto, chi ha vinto titoli e chi no (ben 6), eccoli girone per girone tra statistiche e curiosità

ROBERTO MANCINI (Italia)
Iniziamo dal gruppo A e dal Ct della nostra Nazionale, protagonista della rinascita degli Azzurri dal 2018 con numeri incredibili: 31 le sue panchine con l’Italia, 22 le vittorie e un’imbattibilità lunga 26 incontri. Nessuno ha la sua media di successi tra i predecessori (71%) grazie ai 73 punti raccolti, 75 i gol fatti (30 marcatori diversi) e solo 14 subiti. Un bilancio da applausi per il 'Mancio', lui che da allenatore aveva già vinto 13 trofei dall’Italia (Fiorentina, Lazio e Inter) all’estero (Manchester City e Galatasaray)

SENOL GUNES (Turchia)
L’Italia al debutto se la vedrà contro i turchi, guidati dal Ct più anziano dell’Europeo. Sono 69 gli anni dell’allenatore tornato due anni fa in panchina, lui che aveva già guidato la Turchia al clamoroso terzo posto al Mondiale del 2002. Una vita in patria per Gunes, titolato con Trabzonspor e Besiktas, due volte Ct della Nazionale nel nuovo millennio come concesso anche all’Imperatore Terim. Nelle qualificazioni ha tenuto il passo della Francia, attenzione alla solidità della sua squadra: solo 3 sconfitte nella sua gestione (24 partite)

VLADIMIR PETKOVIC (Svizzera)
Vecchia conoscenza della Serie A, 57enne e terzo per longevità (6 anni e 10 mesi) tra gli allenatori delle squadre all’Europeo. In bacheca la Coppa Italia del 2013 con la Lazio, lui che ha già guidato la Svizzera a Euro 2016 raggiungendo gli ottavi (traguardo bissato al Mondiale seguente) come mai era accaduto nella storia della Nazionale. Vinto il girone di qualificazione davanti alla Danimarca, Petkovic aveva chiuso al 4° posto la prima edizione della Nations League. E ora affronterà l’Italia per la prima volta

ROBERT PAGE (Galles)
Ci sarà lui sulla panchina dei Dragoni e non Ryan Giggs, allenatore "sospeso" in seguito alle accuse di violenza domestica emerse lo scorso novembre. Incarico ad interim per il classe 1974, già vice dell’ex Manchester United e in panchina nelle ultime 6 partite del Galles (4 vittorie e una sola sconfitta col Belgio). Ex difensore di scena in Inghilterra, qualche esperienza (Port Vale e Northampton Town) prima del biennio con l'U-21 gallese. Una bella vetrina per Page, opposto agli Azzurri il prossimo 20 giugno

ROBERTO MARTINEZ (Belgio)
Spostiamoci nel gruppo B dove incontriamo la prima forza del ranking Fifa, guidata dal 47enne spagnolo in seguito a Euro 2016. Ex centrocampista e bandiera del Wigan, club dove in panchina conquistò la FA Cup del 2013 ai danni del City di Mancini, Martinez aveva allenato anche l’Everton prima dell’incarico col Belgio. Terzo posto al Mondiale del 2018, schiacciasassi nelle qualificazioni con 10 vittorie in altrettante partite. In quasi 5 anni di gestione ha perso solo 4 volte: le avversarie dei Diavoli Rossi sono avvisate

KASPER HJULMAND (Danimarca)
Successore del norvegese Hareide, classe 1972, il Ct danese ha tagliato il traguardo della fase finale piazzandosi alle spalle della Svizzera nel girone di qualificazioni. In bacheca un titolo nazionale col Norsdjaelland (2012), il primo scudetto nella storia del club allenato fino al 2019 (eccezion fatta per la breve parentesi al Mainz). In dieci incontri da Ct ha perso due volte, entrambe col Belgio in Nations League: da registrare come 6 dei 7 gol concessi nella sua gestione siano stati segnati proprio dai Diavoli Rossi

STANISLAV CHERCHESOV (Russia)
I più attenti lo ricorderanno tra i pali dell’Urss prima e della Nazionale russa poi, ex portiere che ha sostituito Slutsky dopo l’Europeo in Francia. Due titoli da allenatore del Legia Varsavia per Cherchesov, lui che ha trascinato la Russia ai quarti al Mondiale casalingo dopo aver eliminato la Spagna. Alle spalle del Belgio nelle qualificazioni, sotto contratto fino al termine dei Mondiali in Qatar nel 2022, il Ct russo cerca il colpo sulle orme della squadra che nel 2008 arrivò fino in semifinale

MARKKU KANERVA (Finlandia)
Due le esordienti assolute alla fase finale di Euro 2020 a partire dalla Nazionale finlandese, prima volta resa realtà dall'ex insegnante di matematica. Un passato da difensore e un importante excursus da giocatore con la Finlandia (59 presenze), Kanerva ha chiuso al 2° posto il gruppo J (quello dell’Italia) portando la selezione scandinava dove mai si era spinta nella propria storia. Una passione per l’aritmetica per chi ha fatto bene i calcoli pure nel calcio: poco importa se non abbia mai vinto trofei da allenatore

FRANK DE BOER (Olanda)
Da seguire il cammino nel gruppo C degli Oranje, squadra affidata all’erede di Koeman (passato al Barcellona) dallo scorso settembre. Ecco il centenario di presenze in Nazionale (112, terzo all-time), lui che ha vinto tutto da giocatore senza strabiliare ancora in panchina. Ne sanno qualcosa i tifosi dell’Inter, delusi dalla sua brevissima esperienza italiana. Meglio era andata con l’Ajax e successivamente negli Stati Uniti con l’Atlanta United. Chissà che non possa smentire i critici nell’appuntamento europeo più importante

FRANCO FODA (Austria)
Tedesco di padre veneziano, da difensore colonna dello Sturm Graz prima di ripetersi col club nelle vesti di allenatore. Dal 2017 lo trovate sulla panchina della Nazionale, incarico che l’ha visto portare l’Austria all’Europeo per la terza volta nella propria storia. Merito del 2° posto dietro alla fortissima Polonia, cammino che dovrà confermare in questa edizione oltre alle qualificazioni Mondiali. Si diceva innamorato di Baresi e di quel Milan, peccato che nelle tre gare targate 2021 abbia incassato ben 7 reti

ANDRIY SHEVCHENKO (Ucraina)
Non servono presentazioni per Sheva, straordinario goleador al Milan e Pallone d’Oro nel 2004, ma cosa sappiamo del suo bilancio da allenatore? Braccio destro di Fomenko nel 2016, anno che l’ha premiato con la nomina a Ct della sua Nazionale, Shevchenko conserva pezzi rossoneri nel suo staff (Mauro Tassotti e Andrea Maldera) e ha dominato le qualificazioni davanti al Portogallo di CR7: 20 punti e nessuna sconfitta per l’Ucraina, abbonata piuttosto ai pareggi nelle primissime gare verso Qatar 2022

IGOR ANGELOVSKI (Macedonia del Nord)
Shevchenko affronterà il Ct macedone, ovvero gli allenatori più giovani dell'Europeo: entrambi classe 1976, quattro mesi più anziano il collega di Skopje. Non è l’unico vanto per Angelovski, l’uomo che ha qualificato per la prima volta la Macedonia alla fase finale. Ci è riuscito aggiudicandosi i playoff della Lega D, lui che aveva già vinto in patria col Rabotnicki e che è entrato nella storia dalla porta principale. Diventato Ct a 40 anni nemmeno compiuti, recentemente si è preso il lusso di battere la Germania a Duisburg

GARETH SOUTHGATE (Inghilterra)
Il gruppo D è quello dei Tre Leoni e del Ct 50enne, quarto nel ranking Fifa ma curiosamente uno degli Euro-allenatori senza trofei in bacheca. Titolato da giocatore ma non in panchina, avventura iniziata dove si ritirò (Middlesbrough) e proseguita con l’U-21 e la Nazionale maggiore nel 2016. Chiuso il Mondiale russo al quarto posto prima del podio nella Nations League del 2019, Southgate ha convinto nelle qualificazioni europee (solo una sconfitta a Praga) e ha iniziato alla grande il cammino verso i Mondiali in Qatar

ZLATKO DALIC (Croazia)
Southgate ritroverà la Croazia dopo il Mondiale del 2018, quando a giocargli un brutto scherzo in semifinale fu proprio il collega classe 1966. Storica la finale raggiunta (e persa) da Dalic contro la Francia, allenatore che in precedenza aveva vinto solo in Albania e nella Penisola araba. Aveva raccolto l’eredità di Cacic, ora punta ad eguagliare i quarti agli Europei raggiunti dalla Nazionale nel 1996 e nel 2008. Le premesse sono buone: primo nel girone di qualificazione, risultati in crescita dopo la recente flessione

JAROSLAV SILHAVY (Repubblica Ceca)
Due scudetti vinti in patria da outsider (Slovan Liberec e Slavia Praga), risultati che hanno riservato la panchina della Nazionale all’ex difensore ceco. Classe 1961 e dal 2018 Ct al posto di Jarolim, Silhavy si è guadagnato la qualificazione restando in scia dell’Inghilterra (battuta nel confronto casalingo). Incerta la sua permanenza alla guida della Repubblica Ceca, conferma da stabilire al termine dell’Europeo e nel percorso verso Qatar 2022 dopo un avvio difficoltoso

STEVE CLARKE (Scozia)
Ecco l’uomo che ha riportato la Tartan Army alla fase finale, traguardo raggiunto per la terza volta a distanza di 25 anni dall’ultima volta. Nessun trofeo in bacheca per il 57enne scozzese, ex difensore del Chelsea che proprio tra i Blues fu a lungo vice di Mourinho. Clarke si era messo in proprio successivamente (Wba, Reading e Kilmarnock) prima della chiamata della Scozia, avvento che l’ha visto beffare ai rigori Israele e Serbia per centrare una storica qualificazione attraverso i playoff della Lega C. Si fermerà qui?

LUIS ENRIQUE (Spagna)
Fari puntati sul gruppo E a partire dalla Roja, sesta potenza del ranking Fifa allenata da un big abituato a vincere. Nove trofei alla guida del Barcellona per il Ct 51enne, selezionatore della Spagna dal 2018 dopo il caotico Mondiale russo. Da ricordare la gestione affidata al suo vice Moreno a causa della grave malattia (seguita dalla tragica scomparsa) della figlia Xana. Il bilancio di Luis Enrique in Nazionale recita 17 partite e solo tre sconfitte: a ottobre sarà proprio lui a sfidare l’Italia nella semifinale di Nations League

PAULO SOUSA (Polonia)
Un passato da allenatore in Serie A per Luis Enrique (Roma) ma anche per il Ct polacco, classe 1970 che ricordiamo sulla panchina della Fiorentina ma anche da centrocampista con Juventus, Inter e Parma. Trofei da allenatore distribuiti tra Ungheria, Israele e Svizzera per Paulo Sousa, nominato alla guida della Polonia lo scorso gennaio al posto di Brzeczek. Il suo recentissimo incarico è circoscritto all’inizio delle qualificazioni mondiali: un pareggio in Ungheria, un facile successo su Andorra e un ko in Inghilterra. Serve scalare marcia

JANNE ANDERSSON (Svezia)
Impossibile dimenticarlo, 58enne allenatore che firmò la beffa italiana verso il Mondiale del 2018. Fu la sua Svezia a superare gli Azzurri nello spareggio, impresa non da poco per chi si spinse fino ai quarti in Russia (fuori con l’Inghilterra) e che ha ottenuto il pass per l’Europeo tenendo il passo della Spagna. Non avrà Ibrahimovic tra i convocati, ma Andersson ha già dimostrato di valorizzare risorse e stupire in campo. Ha vinto poco da allenatore (due titoli col Norrkoping), certo è che nel 2021 ha infilato solo successi

STEFAN TARKOVIC (Slovacchia)
Solo Paulo Sousa, che affronterà al debutto il 14 giugno, ammette una gestione della Nazionale più recente della sua (4 mesi contro 7). In realtà Tarkovic è nell’orbita della Slovacchia dal 2013 nelle vesti di vice (Kozak), Ct ad interim e direttore tecnico prima dell'eredità di Hapal raccolta a ottobre. In precedenza aveva allenato in patria (Kosice e Zilina), ma è la Slovacchia il suo presente: discreto l’impatto nelle qualificazioni Mondiali, sebbene lo scalpo della Russia sia da applausi. E ora la seconda storica partecipazione

DIDIER DESCHAMPS (Francia)
Durissimo il gruppo F a partire dai Bleus, campioni del mondo in carica nonché finalisti dell’Europeo nell’ultima edizione casalinga. Protagonista in panchina in entrambe le occasioni proprio Didì, secondo per longevità tra i Ct del torneo (8 anni) e dal futuro da scrivere. Sicuramente inseguirà il titolo, lui che lo conquistò da giocatore oltre a festeggiare il Mondiale. E da allenatore, a livello di club, si era già imposto in Francia con Monaco e Marsiglia. Secondo solo al Belgio nel ranking Uefa, Deschamps sogna un altro trionfo

FERNANDO SANTOS (Portogallo)
Campione d’Europa in carica, l'unico ad aver trionfato tra i 24 Ct, il 66enne portoghese è secondo per anzianità solo a Gunes e dal 2014 guida CR7 e compagni. Erede di Paulo Bento, Santos ha riscritto il destino del Portogallo: festa a Euro 2016, ma in bacheca c’è anche la prima edizione della Nations League. Per lui 11 partite nella fase finale del torneo con 5 pareggi (nessuno ne ha raccolti di più). E il tecnico portoghese figura tra i cinque allenatori qualificati all’Europeo con più di una Nazionale (anche la Grecia nel 2012)

JOACHIM LÖW (Germania)
Non sarà più il Ct della Germania al termine dell’Europeo (già ufficializzato Flick), fine di un’era lunga quasi 15 anni che lo rende il più longevo tra gli allenatori del torneo. Il 61enne tedesco era stato vice di Klinsmann fino al 2006, da allora quasi 200 partite dai risultati esaltanti: finalista a Euro 2008 (e altre due volte semifinalista), campione del mondo nel 2014 dopo il terzo posto nel 2010. Nessuno come Löw agli Europei: 17 incontri e 11 vittorie nella fase finale (tre disputate, dietro solo a Lagerback con quattro)

MARCO ROSSI (Ungheria)
Roberto Mancini non sarà l'unico Ct italiano a Euro 2020: ecco il 56enne torinese, ex difensore dai trascorsi in Serie A e un’avventura in panchina che l’ha portato all’estero. Eccezion fatta per una stagione in Slovacchia, dal 2012 lo trovate in Ungheria dove ha festeggiato lo scudetto con l'Honved e si è guadagnato la Nazionale. Qualificazione centrata dopo lo spareggio ad alta tensione contro l’Islanda, festa per una squadra che non perde da 9 mesi. Difficile mantenere l’imbattibilità nel girone più complicato del torneo