
Alcune trovano ispirazione da colori, animali e stemmi nobiliari, altre si rifanno alla storia del Paese con qualche curiosa licenza. Sono i soprannomi delle partecipanti alla fase finale, appellativi che spiegano l'unicità di ogni squadra. Girone per girone, ecco come chiamare in modo alternativo tutte le Nazionali

ITALIA
- Azzurri
- Nazionale
Iniziamo dai ragazzi di Roberto Mancini, squadra dai soprannomi a noi ovviamente noti. L'adozione della maglia azzurra va ricondotta alla Casa Reale dei Savoia, che unificò l’Italia nel 1861. In realtà l’esordio della Nazionale (15 maggio 1910 contro la Francia) presentò una divisa bianca, sostituita il 6 gennaio seguente dal canonico azzurro nella sfida all’Ungheria. Nel tempo sono state indossate anche casacche nere (durante il regime fascista) e verdi, vestite negli anni '50 e tornate nel 2019

TURCHIA
- Ay-Yildizlilar (le Mezzelune)
- Bizim Cocuklar (i Nostri Figli)
Il primo soprannome (Ay, luna crescente; Yildiz, stella) fa riferimento alla bandiera, ereditata dalla tradizione ottomana. È dotata di una mezzaluna e una stella, entrambe bianche, su sfondo rosso. Il secondo modo di definire la Nazionale di Gunes è invece più attuale, da ricondurre al popolarissimo hashtag sui social media turchi

SVIZZERA
- A-Team
- Nati (la Nazionale)
- Rossocrociati
Nel Paese si parlano quattro lingue ufficiali (francese, tedesco, italiano e romancio), ecco perché gli svizzeri hanno votato la praticità chiamando la squadra A-Team o Nati: quest’ultimo è l’abbreviazione di die Nationalmannschaft, ovvero 'la squadra nazionale'. Il terzo soprannome si riferisce invece alla bandiera, costituita da croce bianca su sfondo rosso

GALLES
- Y Dreigiau (i Draghi)
Per quanto riguarda Bale e compagni dobbiamo rifarci alla mitologia e alle leggende arturiane: protagonista assoluto è il drago, immagine ormai millenaria che trova posto sulla bandiera in via definitiva dal 1959 (Y Ddraig Goch, 'il drago rosso') e alimenta il soprannome utilizzato dai tifosi per riferirsi ai giocatori. Il drago appare come emblema in tutta la storia del Galles: risale al VII secolo all’epoca di Cadwaladr, Re di Gwynedd

BELGIO
- De Rode Duivels
- Les Diables Rouges
- Die Roten Teufel
Letteralmente 'I Diavoli Rossi', tradotto nelle tre lingue ufficiali del Belgio ovvero olandese, francese e tedesco. Da dove nasce il noto soprannome? La storia ci riporta al 1905, derby tra Belgio e Olanda, quando alcuni giornalisti olandesi scrissero che alcuni giocatori avversari "lavoravano come diavoli". Una frase che ha fatto scuola e che, unita al colore della maglia, rende inconfondibile la Nazionale del Re Filippo

DANIMARCA
- De Rod-Hvide (i Biancorossi)
- Danish Dynamite
Il primo appellativo è legato alla bandiera nazionale, detta Dannebrog, costituita da una croce bianca su sfondo rosso: è fonte d’ispirazione sia per la divisa che per il soprannome della squadra. Più curioso il secondo nomignolo, dettato dal rap del giornalista sportivo Gunnar 'Nu' Hansen che a Euro ’84 cantava nel ritornello: "We are red, we are white, we are Danish Dynamite"

RUSSIA
- Sbornaya (la Nazionale)
Tradizionale il primo epiteto, ma esistono versioni alternative meno utilizzate: una di queste è Nashi parni ('i nostri ragazzi'), che indica il senso di appartenenza dei tifosi russi e l’affetto nei confronti della squadra. Più recente in ambito sportivo il soprannome 'Orsi', sebbene l’animale sia considerato da secoli uno dei principali simboli del Paese

FINLANDIA
- Huuhkajat (i Gufi Reali)
Prima volta alla fase finale dell’Europeo per la Nazionale scandinava, contraddistinta da un soprannome che è già storia: il 6 giugno 2007, durante la partita casalinga contro il Belgio per le qualificazioni a Euro 2008, il gufo reale Bubi planò sul campo e si posò per alcuni minuti su una porta. Partita interrotta tra gli applausi dei tifosi, divertiti per il curioso fuori programma. E da allora il nomignolo risulta più popolare di Sinivalkoiset, letteralmente ‘biancoazzurri’ dal colore della maglia

OLANDA
- Oranje (gli Arancioni)
- Clockwork Orange (l’Arancia Meccanica)
All’elenco potremmo iscrivere anche i 'Tulipani', ma a fare tendenza sono gli altri due soprannomi. Il colore arancio simboleggia la famiglia reale olandese, la Casa d’Orange: deriva dal Prinsenvlag, tricolore a banda orizzontale di colore arancio, bianco e blu nonché bandiera nazionale dalla fine del XVI secolo fino al 1795. Il secondo nomignolo, ispirato all'omonimo film di Stanley Kubrick, fa riferimento all’iconica squadra capitanata da Johan Cruyff ovvero il manifesto del calcio totale

AUSTRIA
- Das Nationalteam (la Nazionale)
- Unsere Burschen (i Nostri Ragazzi)
Alla terza partecipazione alla fase finale degli Europei, i biancorossi presentano due soprannomi eloquenti ai quali può aggiungersi un terzo altrettanto tradizionale: das Team, ovvero la 'la squadra'

UCRAINA
- Synio-Zhovti (Gialloblù)
O Zhovto-Blakytni, se preferite, dallo stesso significato legato ai colori delle casacche indossate dalla squadra. Sono le tonalità della bandiera ucraina, divisa orizzontalmente a metà: se il blu rappresenta il cielo, il giallo simboleggia i campi di grano. C’è un nomignolo alternativo, formula che abbiamo già incontrato per altre Nazionali: si tratta di Zbirna, traducibile come 'la squadra'

MACEDONIA DEL NORD
- Le Linci
Doppio riferimento agli animali per l’altra debuttante assoluta alla fase finale degli Europei: il più comune si riferisce alla lince dei Balcani, raffigurata sulla moneta da cinque Denar, che è una specie autoctona a rischio estinzione. C’è anche l’accostamento ai 'leoni' (Crveni lavovi), parallelo che rimanda all’antico stemma macedone e al colore della divisa della Nazionale

INGHILTERRA
- Three Lions (i Tre Leoni)
Oppure 'Leoni bianchi' (per il colore della maglia) o semplicemente 'Leoni', sicuramente simbolo della tradizione araldica. Il richiamo è all’arma reale dell’Inghilterra che presenta tre leoni "passant guardant" (ovvero mentre camminano con il volto girato), disposti in verticale su campo rosso. Uno stemma replicato nel calcio, dove trovano spazio 10 rose Tudor. Secondo la leggenda, i leoni furono portati in battaglia da Riccardo I nel XII secolo: da allora compaiono sullo stemma reale di tutti i sovrani

CROAZIA
- Vatreni (i Focosi)
- Kockasti (Quelli con la divisa a scacchi)
Immediato il soprannome legato alla maglia a scacchi biancorossi, divisa iconica che riprende la bandiera nazionale. Il primo riferimento è piuttosto legato alla letteratura: la penna è quella dello scrittore croato Josip Prudeus, che coniò il termine quando compose l’inno '11 Vatrenih' ('focosi', o 'ardenti') per la squadra nel 1996

REPUBBLICA CECA
- Narodni tym (la Nazionale)
- Nasi (I nostri ragazzi)
Nel primo caso il nomignolo viene talvolta abbreviato anche in Narodak, mentre il secondo indica il solido legame con tifosi e appassionati. Non è tutto per quanto riguarda la Nazionale, che aveva ereditato i colori dalla Cecoslovacchia: lo stemma presenta il leone argenteo (secondo i canoni araldici) di Boemia, da qui il soprannome Cesti lvi ('leoni cechi') per riferirsi alla squadra

SCOZIA
- The Tartan Army (L'esercito dei Tartan)
Il tartan è il tradizionale tessuto scozzese, utilizzato in diverse combinazioni di colori per rappresentare i clan: è il materiale che realizza il kilt, celebre indumento nazionale accompagnato dallo sporran (la borsa di cuoio per trasportare denaro). La stessa tifoseria della Nazionale è nota come Tartan Army, supporter che attirano simpatia in tutto il mondo e che seguono i propri giocatori dotandosi del popolare abbigliamento oltre all’immancabile bandiera blu con la Croce di Sant'Andrea

SPAGNA
- La Roja (la Rossa)
- La Furia Española (la Furia Spagnola)
Ma anche Furia Roja, italianizzato in 'Furie Rosse', soprannome che ci riporta all’inizio degli anni ’50. Ancora più datata l’altra versione del nomignolo, associata alla squadra protagonista alle Olimpiadi del 1920 ad Anversa complice lo stile aggressivo. Più attuale il riferimento alla maglia rossa, condiviso peraltro per lo stesso motivo con la Nazionale cilena

POLONIA
- Bialo-czerwoni (Biancorossi)
- Orly (le Aquile)
Se il primo appellativo si riferisce alla divisa della Nazionale, il secondo introduce lo stemma della Polonia: qui è presente un’aquila bianca su scudo rosso, già raffigurata negli stendardi medievali e adottata pure sulla maglia della squadra. Al soprannome 'aquile' possono essere aggiunte anche biale ('bianche') e Polskie ('polacche')

SVEZIA
- Blagult (Gialloblù)
Come abbiamo visto per altre Nazionali, il nomignolo degli scandinavi è legato alla bandiera composta da una croce gialla su sfondo blu. Un vessillo curiosamente molto simile a quello della città di Verona (sebbene senza alcuna connessione tra le due), risalente al Regno di Magnus III (XIII secolo) e adottato definitivamente a inizio Novecento

SLOVACCHIA
- Sokoli (i Falchi)
- Repre (i Rappresentanti)
Il secondo soprannome è diminutivo di reprezentacia ('rappresentanza'), preferito in termini informali, mentre il secondo ha vita più recente: nel 2016 la Federcalcio slovacca, ammessa per la prima volta alla fase finale degli Europei, decise di adottare Slovenski Sokoli ('falchi slovacchi') poiché simbolo di ideali eroici e valori nazionali tradizionali. Insomma, secondo i vertici nazionali il rapace incarnava le qualità dei giocatori del Paese

FRANCIA
- Les Bleus (i Blu)
Chiamati "Galletti" alle nostre latitudini, termine risalente al dopoguerra e che si riferisce ad uno dei più noti simboli (le coq gaulois) peraltro presenti sulle maglie. In realtà i francesi sono legati al blu delle proprie divise: si tratta di uno dei tre colori della bandiera nazionale, tonalità che compare sugli stemmi nobiliari già dal XII secolo

PORTOGALLO
- A Seleção (la Selezione)
- Seleção das Quinas (Selezione Scudata)
Anche il Brasile è etichettato con lo stesso soprannome, decisamente più esclusivo invece il secondo nomignolo: si fa riferimento allo stemma portoghese dove compaiono i cosiddetti quinas, i cinque scudi azzurri disposti a forma di croce, che secondo la leggenda rappresenterebbero i cinque re moreschi sconfitti nella Battaglia di Ourique. Cinque sono anche i cerchi sopra lo stemma della Federazione, che indicano altrettanti regni conquistati da Re Alfonso I

GERMANIA
- Nationalelf (l'Undici Nazionale)
- DFB-Elf (gli Undici della DFB)
- Die Nationalmannschaft (la Nazionale)
- Die Mannschaft (la Squadra)
Dalle nostre parti erano denominati panzer, in riferimento ai carri armati tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale (abbreviazione di Panzerkampfwagen, 'mezzo corazzato da battaglia'), ma il soprannome accolto a livello internazionale è Die Mannschaft. Ne aveva parlato Oliver Bierhoff, direttore della Nazionale tedesca, spiegando come l’appellativo sintetizzasse tutte le caratteristiche della squadra ideale

UNGHERIA
- Magyarok (i Magiari)
- Nemzeti Tizenegy (l'Undici Nazionale)
Allenata dal 2018 dall’italiano Marco Rossi, la Nazionale guarda al passato per i propri soprannomi a partire dal primo epiteto (che si riferisce al gruppo etnico nativo dell’Ungheria). Celebre la squadra degli anni ’50 capitanata da Puskas, indicata all'epoca dai cronisti inglesi come Magical Magyars (o Marvellous Magyars). Più attuale l’appellativo 'l’Undici Nazionale', in alternativa si utilizza anche Nemzeti Valogatott ('la squadra nazionale')