L'attaccante del Manchester City, nominato in settimana Member of British Empire dalla Regina Elisabetta II, ha realizzato il suo sogno tatuato sull'avambraccio sinistro, quello di segnare un gol con la maglia numero dieci della nazionale a Wembley
Da un sogno tatuato sulla pelle alla realtà. Raheem Sterling ha vissuto il suo pomeriggio indimenticabile nell'esordio dell'Inghilterra a Euro 2020. Gli sono serviti 57 minuti per segnare il gol che ha sbloccato il match contro la Croazia a Wembley, lasciandosi andare a una gioia irrefrenabile. Perché quello non era un semplice gol, ma il sogno di un bambino cresciuto all'ombra di quell'arco, tatuato sull'avambraccio sinistro. Tutto questo rappresenta il tatuaggio sul braccio di Sterling. Un bambino con la maglia numero dieci sulle spalle e un pallone in mano che guarda, sognante, Wembley. Sterling, infatti, ha trascorso la sua infanzia a Neeld Crescent, un sobborgo a pochi minuti dallo stadio londinese, lì dove è arrivato a cinque anni quando la sua famiglia si trasferì dalla Giamaica. Da ragazzo arrivava in bici fino a quello stadio imponente con un sogno nel cassetto: diventare il Re di Wembley.
"Sapevo di dover segnare"
Intanto Sterling ha spezzato un doppio tabù. Da una parte ha segnato il suo primo gol nella fase finale di una competizione internazionale, dall'altra parte l'Inghilterra ha vinto per la prima volta all'esordio agli Europei. "È una bella sensazione - ha spiegato Sterling - Ho sempre detto che un giorno avrei giocato a Wembley e segnato in un importante torneo. Sono cresciuto a due minuti di strada da questo stadio, sapevo di dover segnare. Riuscirci è stata una bella sensazione. Non vedevo l'ora di arrivare qui per giocare, era la prima partita e avevamo bisogno della vittoria. Dobbiamo continuare a vincere e avere questa mentalità vincente per andare avanti".
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La settimana perfetta
Sterling ha realizzato il suo sogno concludendo così una settimana perfetta. Venerdì, infatti, la Regina Elisabetta II lo ha nominato Member of British Empire, una tra le onorificenze più importanti del Regno Unito. La motivazione? La campagna di Sterling contro la discriminazione razziale che porta avanti dal 2017. Una spinta in più per gli Europei dove Sterling, l'11 luglio, culla di poter diventare a tutti gli effetti il Re del "suo" stadio.