Italia-Inghilterra in finale degli Europei: come gioca l'avversario della nazionale

Europei

Dario Pergolizzi

La squadra di Southgate è molto diversa dall'Italia, meno portata a occupare la metà campo avversaria ma in grado di far male con il talento dei suoi giocatori offensivi

ITALIA-INGHILTERRA, L'AVVICINAMENTO LIVE

Nella finale di Wembley l’Italia si troverà di fronte una squadra molto diversa da sé stessa. L’Inghilterra è una squadra compatta, che non si fa problemi a giocare con i suoi tempi, lasciare l’iniziativa all’avversario se serve, ma anche svoltare le gare in maniera frenetica, studiando soluzioni specifiche per ogni partita da interpretare con azioni offensive rapide e incisive.

 

L’esatto contrario, quindi, dell’Italia di Mancini, che all’interno di una struttura posizionale ben definita ha mantenuto per tutto il percorso di questi Europei una notevole capacità di rotazione negli spazi e dunque in grado di sfruttare diverse soluzioni per arrivare in porta. La contrapposizione tra due stili di gioco così diversi ci potrà fare apprezzare una finale tra due squadre che sembrano complementari.

 

La notizia è che tra Italia e Inghilterra, la nostra sarà decisamente la squadra più offensiva, disposta al rischio, armonica, mentre l’Inghilterra interpreterà il ruolo del Villain, dell’ostico avversario disposto a tutto pur di piegare i punti di forza dell’avversario, conscio di poter volgere a proprio favore la partita in qualsiasi momento grazie ai guizzi dei suoi attaccanti, al talento che può far entrare dalla panchina oppure con i calci piazzati.

 

Probabilmente è proprio in nome della ricerca di questa solidità che Southgate non ha mai derogato dall’utilizzo di due mediani a protezione della difesa e, soprattutto, ha centellinato i momenti di utilizzo contemporaneo di quanti più giocatori possibili tra Sterling, Mount, Foden, Grealish e Sancho. Alla fine, a partire dagli ottavi contro la Germania, ad aver collezionato più minuti davanti insieme a Kane e Sterling (comprensibilmente intoccabili) è stato Saka.

 

Pur mettendo in conto la possibilità di un avvio intenso, è probabile che se il risultato dovesse rimanere bloccato, l’Inghilterra si adeguerà alle trame elaborate dell’Italia, e finirà per passare una buona parte della partita a difendere sulla propria trequarti. Se Southgate confermerà l’utilizzo di una difesa a 4, probabilmente sarà Kalvin Phillips a doversi abbassare e defilare per seguire gli accentramenti di Insigne da sinistra, una costante nel gioco dell’Italia anche senza l’apporto fondamentale di Spinazzola. 

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In questa situazione contro la Danimarca, Phillips assorbe l’inserimento centrale di Delaney, ma anche Shaw viene attirato. Si apre così una pericolosa linea di passaggio verso l’esterno sinistro che l’Italia potrebbe sfruttare bene, in alternativa alla verticalizzazione tra le linee.

 

L’incrocio sul centrosinistra dell’Italia può essere uno dei più delicati, perché le corse diagonali di Immobile in profondità possono frenare uno dei due centrali, rendendo così necessaria la marcatura da parte del mediano destro degli inglesi. Se Insigne dovesse andare a ridosso della linea difensiva o restare largo, sarà importante per l’Italia occupare quello spazio attraverso le solite rotazioni che possono coinvolgere l’esterno sinistro (Emerson) o l’interno (Verratti). Sulla fascia destra l’Inghilterra ha un velocista come Walker che sembra apparentemente insuperabile sia sul corto che sul lungo, ma con le giuste dinamiche l’Italia può trovare qualche centimetro decisivo sfruttando le indecisioni in uscita.

 

L’alternativa è l’utilizzo di una disposizione speculare come quella vista contro la Germania, con un 5-2-3 in non possesso, per pareggiare almeno numericamente il modo in cui l’Italia occupa l’ultima linea, e cioè con almeno cinque giocatori a disporsi con un 1-4 o un 4-1, a cui talvolta può aggiungersi un centrocampista in più a supporto. In questo caso potrebbe essere il centrale di destra (Walker) a occuparsi delle ricezioni nell’halfspace corrispondente dell’Italia. Sarebbe una scelta, comunque, un po’ sorprendente, dato che contro la Germania era stata presa più per difendere l’ampiezza che i canali interni, contro Gosens e Kimmich. Però è comunque una soluzione a disposizione di Southgate.

 

Dall’altra parte del campo, Chiesa potrebbe trovare qualche libertà in più, soprattutto in transizione offensiva. Solitamente l’Inghilterra spinge con il suo terzino sinistro, Shaw, per creare rotazioni simili a quelle dell’Italia sullo stesso lato, coinvolgendolo con Mount, che parte dalla trequarti e si sposta a sinistra, e Sterling. 

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Qui l’Ucraina recupera palla e il giocatore che riceve il primo passaggio di fronte alla difesa, ha tempo di girarsi. L’approccio difensivo scelto non gli consentiva di avere grandi numeri sopra la linea della palla, ma lo spazio tra Shaw e Maguire può essere attaccato in transizione.

 

Lo spazio lasciato da Shaw può essere comparato a quello che l’Italia può concedere alle spalle di Emerson. L’Inghilterra però ha un approccio un po’ più conservativo, e per proteggere ulteriormente i centrali abbassa uno dei mediani (Rice) in mezzo ai difensori o al loro fianco. Un accorgimento usato soprattutto contro gli avversari più difficili e che potremo rivedere durante la finale. Per trovare scoperta la sinistra della difesa inglese, l’Italia dovrà verosimilmente sfruttare i cambi di gioco sui recuperi palla dal lato opposto del campo, circostanza in cui Rice può trovarsi impreparato.

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Il posizionamento preventivo di Rice sul lato sinistro del campo, tra Maguire e l’avanzamento di Shaw, con circolazione palla sullo stesso lato.

 

L’Italia insomma dovrà essere abile a sfruttare tempestivamente i pochi spazi che concede la difesa inglese, se disponibili, ma dovrà anche stare attenta a non forzare troppo le verticalizzazioni per non perdere le distanze e, di conseguenza, l’efficacia della sua riaggressione a palla persa. Perché se le squadre si allungano è un vantaggio solo per l’Inghilterra.

 

Dal punto di vista offensivo, dicevamo, l’Inghilterra non ha una varietà incredibile di soluzioni a livello di combinazioni, però ha la qualità e la pazienza di saper insistere su alcune giocate che possono risultare decisive. Contro la Danimarca, ad esempio, hanno attaccato in maniera continuativa alle spalle di Maehle, costringendo Vestergaard e Kjaer agli straordinari, prima con Saka o con Kane, poi con lo spostamento di Sterling dopo l’ingresso di Grealish. 

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In questo caso è Kane ad attaccare lo spazio sul centro sinistra, mentre Saka si era abbassato per ricevere da Walker.

 

Un’altra arma a disposizione di Southgate per rendere più fluide le azioni offensive sono gli spostamenti di Kane dal centro dell’attacco, che a seconda della situazione può defilarsi anche molto verso entrambe le fasce o abbassarsi verso il centrocampo per ricevere spalle alla porta e smistare il gioco, come in occasione del primo gol contro la Danimarca. 

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Stavolta Kane si abbassa a ricevere centrale, Saka attacca la profondità laterale e viene premiato con un bel filtrante tra i difensori.

 

Certo Southgate ha anche altre soluzioni, vista la qualità degli interpreti: contro l’Ucraina Mount ha giocato sul lato destro del campo per occupare meglio la linea a cinque della squadra di Shevchenko, ma è probabile che contro l’Italia avrà meno occasioni per imbastire un attacco posizionale prolungato nella metà campo azzurra, e punterà prevalentemente sulle ripartenze o sulle verticalizzazioni da dietro per evitare l’ostico pressing della nostra Nazionale. 

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Anche nella difficile partita contro la Spagna, soprattutto nei primi minuti, l’Italia ha mostrato a tratti un buon pressing alto. Nell’azione qui sopra possiamo vedere come, con palla al difensore centrale sinistro pressato lateralmente da Immobile, Chiesa si occupa di oscurare la linea verso l’interno avversario rimanendo pronto a uscire verso destra; Jorginho si porta vicino per coprirlo, rimanendo reattivo per scivolare nel lato opposto; mentre Barella controlla il play avversario e Verratti è pronto a scalare per intercettare il passaggio verso la punta che si abbassa.

 

L’Italia ha dimostrato di essere molto pericolosa nel recupero alto del pallone, soprattutto negli spazi intermedi presidiati dalle due mezz’ali. In uscita da dietro l’Inghilterra non ha soluzioni molto elaborate, e potrebbe scegliere di saltare volutamente i mediani per evitare di cadere nelle trappole del pressing degli azzurri. Se la palla dovesse passare per l’esterno si attiverebbe invece il trigger – cioè quel evento, in questo caso il passaggio verso l’esterno, che attiva la pressione - con la scalata in avanti del terzino italiano, agevolata sulla nostra sinistra per la probabile presenza di un solo giocatore contro Emerson (Walker resta quasi sempre basso in queste situazioni), mentre dal lato opposto Di Lorenzo potrebbe essere preso in mezzo da Sterling, Shaw e Mount, quindi saranno fondamentali i raddoppi di Chiesa (che potrebbe inizialmente stringere la sua posizione per oscurare la linea di passaggio verso Mount) e Barella.

 

Questi sono solo alcuni dei possibili incastri, resi incerti sia da eventuali ballottaggi, sia dalle inevitabili contromosse a partita iniziata. Entrambe le squadre possono contare su soluzioni determinati, in modo diverso, dalla panchina, e sono anche molto pericolose sui calci piazzati.

 

Come ogni partita, e ancor di più come ogni finale, il risultato sarà determinato da piccoli eventi o particolari situazioni. Inevitabilmente sarà influenzato dal caos emotivo che accompagnerà le due squadre, entrambe alla ricerca di un trionfo internazionale che coronerebbe una crescita del movimento che nel caso dell’Inghilterra parte da lontano, mentre per l’Italia sembra appena iniziata. La squadra di Mancini appare più spensierata, ma avrà il tifo dello stadio contro; quella inglese potrebbe sentire più il peso della pressione, ma anche la carica di Wembley. A noi, invece, non resta che provare a goderci una partita che promette molto, stando dalla parte di una squadra che nell’ultimo mese ci ha fatto divertire ed emozionare come non ci capitava da tanto per il calcio.